«La storia umana si rifiuta di stare zitta». Pedro Almodóvar sceglie queste parole di Eduardo Galeano per concludere il suo ultimo lavoro Madres paralelas, film di apertura di Venezia 78. Una frase azzeccata, che sintetizza alla perfezione il senso di un’opera in cui la Storia e le storie riaffiorano continuamente in superficie, affrancandosi dagli errori e dalle bugie delle persone, sempre inclini a seppellire le verità più scomode e dolorose. Penélope Cruz si ricongiunge col suo regista prediletto in un racconto prismatico, che passa con semplicità e naturalezza dal dramma familiare alla love story, tessendo una tela fatta di corsi e ricorsi storici, di antenati da ritrovare e di discendenti in cerca del loro posto nel mondo.
Madres paralelas: il nuovo film di Pedro Almodóvar, fra presente e passato della Spagna
Le due più importanti madri parallele di questo vero e proprio inno alla maternità imperfetta e alla fragilità umana sono Janis (Penélope Cruz) e Ana (la sorprendente Milena Smit), contemporaneamente impegnate in una gravidanza indesiderata da donne single. Ana, la più giovane, affronta questo evento con ansia e paura, anche a causa di una madre più interessata al suo futuro sul palcoscenico che al disagio della figlia. Janis invece vive il momento con gioia, nonostante sia frutto di una storia impossibile, come quelle delle altre donne che l’hanno preceduta nella sua famiglia. Sullo sfondo, l’impegno da parte della stessa Janis nel fare emergere le tante storie sepolte e dimenticate delle vittime della guerra civile spagnola, inclusa quella del suo bisnonno.
Quando il destino si accanisce su di noi, spesso abbiamo la possibilità di scegliere fra la più insopportabile verità e una più accomodante bugia, capace però di amplificare ulteriormente i nostri problemi. Su questo dubbio etico e morale Pedro Almodóvar impernia un lacerante dramma umano, ricco di improvvise svolte narrative e di bruschi cambi di registro, che come da tradizione del cineasta spagnolo mette al centro del racconto donne incompiute e indomite, che trasformano le proprie debolezze in punti di forza. Madres paralelas diventa così un viaggio nelle gioie e nei dolori della maternità, fatto di momenti unici e indimenticabili ma anche di necessità da fare combaciare, tempi stretti e tristi rinunce. Proprio sui lati più amari di questa esperienza si poggia il rapporto di Janis e Ana, facce diverse di una medaglia che Almodóvar si diverte a fare rotolare in direzioni inaspettate.
Una straordinaria Penélope Cruz
A dare forza e vitalità a Madres paralelas è prevedibilmente una strepitosa Penélope Cruz, chiamata a una delle più difficili prove della sua intera carriera. La vediamo energica e vitale fotografa, chiamata a esaltare la bellezza proprio come si fa dietro alla macchina da presa, per poi accompagnarla in un abisso di disillusione e delusione, che si riflette sul suo volto, sempre più scavato e spento. La fragile umanità della sua Janis (nome scelto dalla madre in onore della compianta Janis Joplin) nobilita un’altra opera intima e personale di Almodóvar, che dopo Dolor y gloria rivolge la sua attenzione verso una triste pagina di storia della Spagna, conquistandoci un’altra volta.
Madres paralelas debutterà nelle sale italiane il prossimo 28 ottobre, grazie a Warner Bros.
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