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Un anno di Musk alla guida di Twitter-X: rivoluzione o caos?

Acquisizione avvenuta il 27 ottobre 2022

Chi si ricorda di un signore che entra in una sede aziendale con un lavandino sottobraccio?

Noi sì, cari lettori, e voi probabilmente anche. Il signore in questione era Elon Musk, che ha fatto irruzione nella sede di San Francisco di Twitter portando con sé non una ventiquattrore ma, appunto, un lavandino. Tutto ciò poche ore prima del fatidico 27 ottobre 2022, quando – dopo un tira e molla durato mesi – Elon Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari.

L’immagine ci sembra emblematica di un anno di gestione Musk di Twitter, fitto di esibizioni narcisistiche, atteggiamenti padronali, comunicazioni decisamente creative (o meglio, spesso ai confini dell’incomprensibilità) e decisioni almeno all’apparenza impulsive e poco redditizie.

Insomma: cosa ci dice un sintetico bilancio di X, già Twitter, dopo un anno con Elon Musk al timone?

elon musk twitter 1

Musk e Twitter numeri alla mano

Il primo e più semplice (nonché più oggettivo) bilancio che si può fare è quello attraverso i numeri.

E qui, comunque la si prenda, non c’è da stare allegri. In un recente articolo vi abbiamo riportato un fitto report di SimilarWeb, sul traffico della piattaforma proprio da quando Musk ne è diventato il proprietario.

Il calo complessivo è del -14%, che in alcuni Paesi sfiora il -20%. Nella ricerca, con tono sarcastico, si sottolinea che se Musk ha acquistato Twitter per aumentare la propria visibilità, c’è riuscito. Perché l’unico dato con il segno positivo riguarda proprio il traffico e i follower del proprietario dell’azienda, cresciuti negli ultimi mesi addirittura del 96%.

Ulteriori ricerche ci portano dati altrettanto desolanti: sono in calo utenti, ricavi e introiti pubblicitari.

E i numeri da poco forniti dallo stesso Musk (500 milioni di utenti, dai 100 ai 200 milioni di post al giorno) non hanno trovato alcuna pubblica conferma.

L’immagine (di Musk e di Twitter)

Se analizziamo poi l’immagine, sia dell’azienda che del personaggio, dopo un anno di Musk alla guida di Twitter, non ci pare che le cose vadano meglio.

La piattaforma è stata recentemente segnalata dalla Commissione Europea come la più incline a generare fake news. E dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas, per la scarsa solerzia di X (nome assunto da Twitter a partire dal 23 luglio 2023) nel rimuovere contenuti che incentivavano la disinformazione, è stata aperta un’indagine. Che, a onor del vero, a distanza di poche ore ha coinvolto anche Meta e TikTok.

Lo stesso Elon Musk, poi, male (o forse per nulla) consigliato, si lascia spesso andare a post confusi, con pericolosi scivoloni nel complottismo e nell’intolleranza.

Per non parlare della ben scarsa considerazione per le tutele dei lavoratori. Se, appena insediatosi in Twitter, Musk ha licenziato quattro super dirigenti, nel corso dei mesi ha continuato a tagliare personale, o a imporre a chi restava in azienda ritmi di lavoro vertiginosi. Peraltro, la decurtazione dell’organico ha inciso negativamente anche sulla moderazione dei contenuti.

L’ossessione di Musk per la libertà

Nei turbolenti mesi che hanno preceduto l’acquisto di Twitter, Musk ha twittato (allora si diceva ancora così) in lungo e in largo sul concetto di libertà.

Prima chiedendo, attraverso i suoi amati sondaggi, se secondo gli utenti la piattaforma fosse sufficientemente libera, poi ergendosi egli stesso a paladino della libertà, con promesse reboanti (sempre via tweet).

Salvo poi mostrare, attraverso gli atteggiamenti già citati, un’idea di libertà davvero sui generis. Coincidente non con una visione orizzontale e democratica del mondo (o anche più semplicemente dell’azienda) ma piuttosto con la volontà di fare e disfare a proprio piacimento.

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Elon Musk. (Italiano)
  • Isaacson, Walter (Autore)

Cos’è X, e cosa potrebbe diventare

Nella comprensione della strategia di Elon Musk nei confronti di Twitter (e non solo) ci viene in aiuto la lettura della biografia sul magnate, scritta da Walter Isaacson e da noi recensita qui su Tech Princess.

Elon Musk è una personalità indocile e inquieta, sempre alla ricerca di consenso, bisognosa di imporsi e di stupire.

Personaggio non certo privo di talento e intuizioni, sembra tuttavia incapace di canalizzare le sue trovate in un progetto coerente e a lungo respiro.

Così sta facendo con X: ogni giorno o quasi Musk attua o propone una novità. Per limitarci alle ultime, possiamo citare la prossima introduzione di nuovi piani tariffari, o la scelta di rendere la piattaforma a pagamento (alla cifra simbolica di un euro all’anno) per contrastare il fenomeno dei bot.

Proprio l’estemporaneità di Musk impedisce di fare previsioni sul futuro prossimo di X.

Di certo, tutto sarebbe più chiaro, e forse più solido, se Musk si ritagliasse il ruolo di creativo dell’azienda, facendosi affiancare da manager capaci di dare uno sviluppo coerente, e un posizionamento comprensibile agli occhi di utenti e inserzionisti.

Ma il debordante Elon Musk sarebbe mai capace di fare un passo indietro?

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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