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Ruy, il piccolo Cid: la storia del Campeador tra realtà e immaginazione

Un anime ispirato all'infanzia del condottiero spagnolo realmente esistito El Cid Campeador

Nel nostro nuovo appuntamento con la rubrica degli anime degli anni ’80 ci immergiamo nella storia di un leggendario eroe spagnolo: El Cid Campeador. Ruy, il piccolo Cid è un anime che nasce dalla collaborazione dalla Nippon Animation con la spagnola BRB Internacional insieme a TVE nel 1980. Verrà poi trasmessa lo stesso anno in Spagna mentre in Giappone arriverà ben quattro anni dopo. In Italia invece dovremo attendere poco meno: arriverà su Italia 1 nel 1983.

Sulla falsa riga di Don Chisciotte, anime prodotto lo stesso anno, arriva l’idea di sviluppare un cartone animato basato su fatti storici realmente accaduti e su un personaggio spagnolo le cui gesta sono note ancora oggi. Nasce così Ruy, il piccolo Cid, che racconta le avventure immaginarie del grande cavaliere ed eroe spagnolo da piccolo. Ma partiamo dal principio.

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Ruy, il piccolo Cid: la storia dell’anime

Castiglia contro Navarra: scoppia la guerra

Il primo episodio dell’anime ci racconta l’ambientazione storica in cui la vicenda si svolge. Siamo verso la metà dell’XI secolo e la Spagna è divisa tra territori arabi e spagnoli, spesso in guerra tra loro. La storia ha inizio a Vivar, cittadina tranquilla e lontana dai possedimenti arabi e dunque dalla guerra. È qui che è nato e vive Ruy, un ragazzino coraggioso e pronto a difendere i più deboli. Il bambino cresce insieme alla madre Teresa, ad un fratello e una sorella. Non è però con lui il padre, don Diego.

ruy piccolo cid padre

Scopriamo poco dopo che don Diego è un fidato cavaliere del re di Castiglia Fernando. Proprio quando l’uomo sta per tornare a casa dalla famiglia arriva però una brutta notizia: il re di Navarra ha invaso i territori del re di Castiglia, suo fratello, con l’aiuto dei mori in quanto geloso del suo potere.

Ruy: dall’incontro col padre al ritiro in monastero

Nonostante i tentativi di mediazione del re di Castiglia, la guerra scoppia e il papà di Ruy è costretto a combattere. L’esito della guerra è però positivo: il nemico viene sconfitto e ucciso e don Diego può tornare a casa. Ritrovata la sua famiglia il cavaliere deve però quasi subito separarsene: altri problemi deve affrontare il regno, ora anche più grande e potente di prima.

Mamma e fratelli maggiori di Ruy vengono inviati da alcuni zii in un luogo più tranquillo e salutare; il piccolo protagonista, dopo alcuni giorni di addestramento col padre, viene invece mandato al Monastero di San Pedro, dove potrà studiare e disciplinarsi. Il temperamento audace e ribelle di Ruy mette però in difficoltà i monaci in tante occasioni; sono così costretti a mandarlo da alcuni zii.

ruy piccolo cid monastero

Un viaggio pericoloso

Anche la permanenza dagli zii non è però semplice. Qui incontra il cugino Alvar e conosce la dolce Imena, una ragazzina figlia di un conte alla ricerca di avventure. Proprio il conte, ritrovata la figlia, ospiterà per qualche giorno i due ragazzini prima di rispedire Ruy in monastero, dove il re vuole che vada. Il nostro protagonista ha però ben altre intenzioni.

Lasciato il conte, Ruy decide di intraprendere una strada diversa: a bordo di un asinello inizia così la sua avventura in solitaria alla ricerca di nuove esperienze. Quella che però credeva sarebbe stata un’entusiasmante avventura si rivela invece essere un percorso ricco di insidie e pericoli.

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Il finale

Nei successivi episodi dell’anime, Ruy si trova infatti a dover fare i conti con furfanti, villaggi attaccati, vagabondi in difficoltà, furti. Verrà scambiato per un ladro e catturato ma troverà la benevolenza di un conte che lo salverà a patto che addestri suo figlio. Tutte queste esperienze daranno però al protagonista la possibilità di crescere non solo come futuro cavaliere ma anche come uomo.

L’anime giunge al finale quando Ruy, il piccolo Cid, si imbatte nell’esercito arabo e scopre che il suo sovrano, nonostante gli accordi fatti col re di Castiglia, è pronto ad invadere i suoi territori e conquistare il suo castello. Ruy riesce ad avvertire in tempo suo padre e il re dell’imminente attacco, chiedendo di poter partecipare alla guerra. Il re, supplicato da don Diego, accetta e fa bene: non solo Ruy sarà un importante pedina nella guerra, ma salverà anche il figlio del re, Alfonso. Finita la guerra col trionfo della Castiglia, Ruy è però spedito da sua madre dove rimarrà per un po’ prima di tornare ufficialmente al servizio del re come cavaliere.

ruy piccolo cid re

Ruy, il piccolo Cid: curiosità e considerazioni sull’anime

La storia di El Cid tra realtà e fantasia

Come accennato all’inizio del nostro articolo, Ruy, il piccolo Cid è un anime che si ispira alla storia di Rodrigo Díaz de Bivar, El Cid Campeador. Parliamo di un condottiero e cavaliere medievale spagnolo realmente esistito e celebre per essere stato un grande protagonista nel periodo della Reconquista spagnola. Parliamo del periodo storico segnato dagli scontri tra cristiani spagnoli e Mori per la progressiva conquista dei regni moreschi musulmani della penisola iberica.

L’anime ci presenta questo grande condottiero spagnolo negli anni della sua infanzia, e seppur l’ambientazione appare comprensibile dall’architettura dei monumenti ma anche dagli stendardi dei vari popoli protagonisti, la sceneggiatura non rispecchia la realtà dei fatti. Le avventure del piccolo Cid sono infatti immaginarie, non rispecchiano dunque una realtà dei fatti accertata. Seguono soltanto il grande desiderio del protagonista di diventare un giorno cavaliere come suo padre.

La ‘necessità’ di elementi distonici

È quindi chiaro che le avventure del piccolo Cid raccontate nell’anime non sono supportate da fatti storici realmente accaduti. D’altronde la cosa appare chiara quando l’anime fa utilizzo di elementi magici-fantastici che poco c’entrano con la storia vera. Va però ricordato che questo utilizzo nasce dalla necessità di intrattenere un pubblico molto giovane, reale destinatario dell’anime.

Da qui ne deriva anche una grafica molto semplice, quasi bambinesca, oltre che una vicenda che riduce al minimo le scene di violenza, seppur parliamo di vicende medievali-cavalleresche dove duelli e guerre erano all’ordine del giorno. L’anime cerca infatti di puntare il focus sulla crescita di Ruy, sulla determinazione che mette per poter un giorno diventare cavaliere. Le sue avventure sono ricche di pericoli ma mantengono un’atmosfera infantile, adatta ad un pubblico di minori, anche quado vengono sguainate spade.

Il sogno di diventare cavaliere

Se le avventure del piccolo Ruy sono immaginarie, è però vero che vari sono i riferimenti a ciò che lui è destinato a diventare. Rodrigo Díaz de Bivar, El Cid Campeador, appare al sé bambino prima come forma di presagio poi, proprio sul finale, in carne e ossa (o almeno è ciò che lui pensa inizialmente). Il finale dell’anime regala infatti allo spettatore una delle scene forse più significative dell’intera serie animata.

Il piccolo Ruy corre verso il suo destino, di fronte a sé ha un orizzonte immenso, ed è qui che gli appare El Cid. Questi gli racconta del suo esilio voluto ingiustamente dal re di Castiglia a cui, dice, sarà comunque per sempre fedele. Prima di andare via ecco però la rivelazione: “Io sono El Cid ma anche tu lo sei”. L’uomo scompare e, guardandolo andar via, Ruy vede se stesso bambino e comprende che ciò che ha appena visto altri non è che la sua versione adulta e il destino di cavaliere che lo attende.

La sigla

La prima sigla italiana, dal titolo Ruy il piccolo Cid, è cantata da Benedetta Serafini con gli Oliver Onions. Per le repliche degli anni ’90 su Mediaset viene la sigla, che mantiene lo stesso titolo, viene però rifatta: a cantarla è Cristina D’Avena.

Desiderosi di rivivere altre storie di anime degli anni ’80? Vi ricordiamo che siamo andati all’avventura con Goku, protagonista di Dragon Ball. Ci siamo tuffati nella mitologia con Toriton e tra le stelle col principe Chobin. Abbiamo vissuto i tormenti d’amore di Johnny e della dolce Kyoko. Ci siamo immersi nelle battaglie su pattini a rotelle di Muteking. Abbiamo vissuto il drammatico percorso di Remi e ci siamo appassionati alle sfide sportive di Holly e BenjiShingo e Mila e Shiro. Ma anche molto, molto altro!

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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