Temu è il nuovo Shein? La battaglia dei colossi cinesi dell’ecommerce

Ebbene si, un nuovo attore cinese si sta affermando nel mercato degli eCommerce, e non è Shein: si tratta di Temu. Nella speranza che gli ambassador fake di questo nuovo gigante non ci inquinino i feed di Instagram come Shein, c’è da prendere atto che il mercato degli acquisti online sul fronte orientale sta letteralmente rivoluzionando anche le nostre abitudini. Altro che Niente di nuovo sul fronte occidentale, per citare un film di successo.

Che cos’è Temu, l’eCommerce che sta cannibalizzando Shein

Temu è essenzialmente un marketplace ultra economico, dove è possibile acquistare un paio di occhiali per meno di 2 dollari. L’eCommerce è arrivato negli Stati Uniti lo scorso settembre, e fin da subito si è posto un unico obiettivo: prendere il posto di Shein. 

Bloomberg riferisce che nel solo mese di maggio 2023, negli Stati Uniti, la spesa media su Temu è stata del 20% superiore a quella su Shein. Non solo: ad aprile quella di Temu è stata l’app più scaricata sull’AppStore. E indovinate a chi spettava il primato prima? Esatto, proprio a Shein.

C’è da dire che il successo di Shein è in gran parte da attribuire al marketing aggressivo sulle piattaforme social. Hashtag, spam, contenuti sponsorizzati e soprattutto tanti/troppi tag sui post hanno contribuito ad accrescere quella che si chiama brand awareness dell’ecommerce cinese, soprattutto per la Gen Z. Poi, ovviamente, ci sono i prezzi ultracompetitivi a completare la ricetta.

La grossa differenza con Temu consiste nel fatto che, come riferisce Business Insider, Shein produce i propri prodotti. Guadagna quindi da ogni vendita. Temu è invece più simile ad Amazon, un marketplace che raggruppa al suo interno diversi negozi separati. 

La questione degli eCommerce cinesi in Occidente

Sebbene gli ecommerce cinesi siano in rapida ascesa, il confronto economico con colossi come Amazon resta assolutamente imbarazzante. I dati di Bloomberg Second Measure, che analizza i dati delle transazioni di credito e di debito, rivelano che le spese medie su Shein e Temu rappresentano solo una piccolissima frazione di quella su Amazon.

C’è poi la questione legislativa: un rapporto di aprile della US-China Economic and Security Review Commission (USCC) ha sollevato importanti preoccupazioni in merito agli ecommerce emergenti cinesi. Il documento riferiva che i prodotti Shein contengono un elevato livello di piombo e che la produzione è caratterizzata dall’inosservanza delle più basiche leggi sul lavoro.  

Le preoccupazioni dei legislatori statunitensi hanno portato Shein a ritardare la propria intenzione di quotarsi in borsa. Tuttavia l’eCommerce cinese, in un’email a Supply Chain Dive, ha risposto alle accuse di violazione delle leggi sul lavoro, affermando di attuare una “politica a tolleranza zero nei confronti di qualsiasi forma di sfruttamento dei lavoratori”.

Ma il rapporto di USCC colpisce anche Temu, oltre a Shein. Secondo il rapporto la società madre dell’eCommerce, Pinduoduo, richiedeva ai propri lavoratori ore di “straordinario estremo”. Inoltre gli esperti di cybersecurity avrebbero rilevato diversi malware nell’app Android di Pinduoduo.

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