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Gli SMS (e il loro trentesimo compleanno). La macchina del tempo

Saranno invecchiati eppure sono ancora lì

Non per fare la retorica dei bei tempi andati, cari lettori di Tech Princess, ma le attuali tariffe telefoniche sono una delle concause della nostra logorrea. Intendiamo la logorrea digitale, ovvero la compulsività con cui scriviamo post, commenti, e soprattutto inviamo e riceviamo messaggini.

La pratica ci coinvolge per l’intera giornata, tranne rari e noiosi intervalli di tempo in cui dormiamo o cerchiamo di sbarcare il lunario.

Vi ricordate i vecchi tempi, quando si inviavano gli SMS, ciascuno dei quali concorreva a erodere in modo irreversibile il nostro credito telefonico? Quanto eravamo più seri e compassati, allora?

Scherzi a parte, ripercorriamo in chiave romantica la storia degli SMS, che tra l’altro hanno appena festeggiato una ricorrenza importante.

Cosa sono gli SMS

A beneficio dei marziani che stessero leggendo questo articolo, spieghiamo che SMS è acronimo di Short Message Service, ossia servizio di messaggi brevi.

Il nome del servizio è poi diventato il nome dei messaggi medesimi, che consente di inviare comunicazioni testuali lunghe al massimo 160 caratteri. Ci stavamo allenando a twittare senza saperlo, insomma.

SMS 30 anni 1

Gli sms hanno compiuto trent’anni

Prima di proseguire, un attimo di dovuta celebrazione per questi ragazzacci démodé ma che alla fin fine non tramontano mai.

Il 3 dicembre del 1992, l’ingegnere ventiduenne Neil Papworth ha inviato il primo messaggino della storia. C’erano scritte due parole, “Merry Christmas” (buon Natale), ed erano indirizzate al suo direttore, Richard Jarvis.

Papworth, che lavorava  come sviluppatore (guarda caso) nel team short message service center di Vodafone Uk, per quell’invio ha dovuto adoperare un computer, perché i cellulari di allora non potevano inviare SMS. Per questa funzionalità si sarebbe dovuto attendere il 1993.

Quindi, una volta ricevuto l’augurio, Jarvis ha immediatamente telefonato al giovane sviluppatore, per comunicargli il successo dell’invio.

I due avevano in mente che, con quel gesto, avrebbero cambiato radicalmente, e a livello globale, il modo di comunicare?

Una curiosità

Ancora una curiosità: perché il limite massimo dei caratteri degli SMS è stato fissato a 160?

In realtà, la scelta è stata tutto fuorché arbitraria. È stata presa e analizzata una grande quantità di cartoline e di messaggi inviati tramite Telex, ed è stata calcolata la media di testo presente.

Tuttavia, altre fonti riportano una spiegazione assai meno romantica: il peso di ogni SMS è di 140 byte, equivalente appunto all’utilizzo di 160 caratteri di testo.

Quando c’erano (solo) gli SMS

Non è che scherzassimo poi molto, all’inizio dell’articolo.

Quando ogni SMS aveva un costo autonomo, li si adoperava con estrema parsimonia. E prima dell’avvento dei correttori e suggeritori automatici di testo, ogni parola veniva ponderata con ben altra attenzione.

Era meglio, era peggio? Chi lo sa. Di certo, le comunicazioni non essenziali erano ridotte all’osso. E, anzi, si montava su tutte le furie quando un contatto in bacheca, magari non particolarmente scaltro, continuava a rispondere a un messaggio con una domanda o una richiesta di chiarimento, obbligandoci così a un ulteriore invio.

Era scattata una prima rivoluzione, certo, quella della comunicazione istantanea da remoto. Ma si era ancora ben al di qua dall’attuale condizione del sempre connessi. E di tutti i rischi che ciò comporta: una comunicazione frettolosa e sgrammaticata (numerosi i casi di esami universitari con canditati che sostituiscono il “per” con la X), un’incapacità di distinguere l’effimero dall’indispensabile, addirittura la caduta di ogni filtro tra ciò che viene pensato e ciò che viene comunicato. Eccetera.

Gli SMS oggi

L’epoca d’oro degli SMS è terminata intorno al 2012, anno in cui l’invio dei messaggi in chat ha superato quello dei messaggi di testo old style.

Per dare un’idea del loro utilizzo, sino al 2010 ne sono stati spediti 6.100 miliardi.

Oggi gli SMS sono compresi quasi svagatamente nelle tariffe. Che promettono telefonate e giga illimitati e poi, con un certo snobismo, aggiungono pure una manciata di messaggini.

Eppure, quando periodicamente le varie piattaforme vanno in tilt, per sovraccarico o per qualche attacco di hacker, ecco che – come supereroi un po’ attempati – tornano alla carica loro, gli SMS, a salvare i nostri rapporti sociali.

E a noi torna improvvisamente la paura di spendere e quella di sbagliare comunicazione. E ci mettiamo lì, come ai vecchi tempi, a calcolare parola per parola, a verificare di rimanere nei 160 caratteri, e a rileggere sino a notte il testo, per paura di aver scritto qualche inesattezza.

Nel frattempo, le piattaforme social sono tornate a funzionare, e noi ci ritroviamo catapultati nel tecnologicissimo e caoticissimo presente.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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