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Il mondo visto dall’abitacolo di un caccia stellare

La nostra recensione del nuovo Star Wars: Squadrons

Ci sono tanti momenti indimenticabili del franchise di Star Wars che tutti da bambini (ma anche da adulti) abbiamo cercato di replicare. In cima alla classifica ci sono senza dubbio i duelli con le spade laser, ricostruiti con ombrelli, cucchiai di legno e giornali arrotolati. Subito dopo però arrivano i combattimenti aerei a bordo di navi spaziali diventate iconiche come i Caccia TIE e gli Ala-X. Proprio questi sono al centro del nuovissimo videogioco Star Wars: Squadrons e siamo pronti a raccontarvi quanto siano fedeli ai nostri sogni di bambini nella nostra recensione del titolo.

Star Wars: Squadrons, la nostra recensione della nuova avventura spaziale

Una volta saliti a bordo di una delle iconiche navi presenti nel gioco ci troveremo un po’ disorientati. Pilotare un Caccia TIE infatti non è semplice come sognavamo e richiede una certa dose di impegno per comprenderne le logiche alla base. Una buona parte della modalità Storia sarà dedicata proprio a spiegare i diversi comandi e le strumentazioni a disposizione, facendoci piano piano prendere confidenza con il nostro abitacolo.

Uno degli aspetti da imparare a calibrare bene è la leva dell’accelerazione, che a primo impatto saremo tentati di spingere sempre al massimo. È importante invece trovare il giusto equilibrio, che ci permetta di inseguire i nostri avversari e virare in facilità. Il tutto senza però fermarsi troppo a riflettere, perché sei in mezzo al fuoco incrociato e devi agire in fretta. Dopo tanti schianti e colpi subiti però, il movimento della nave diventerà davvero intuitivo e la sensazione di una virata o un volo radente fatti bene è davvero eccezionale.

Fondamentale anche imparare a gestire le priorità energetiche. In ogni momento dovremo scegliere se dare più forza ai motori, agli armamenti o (sulle navi che li hanno) agli scudi. Il rischio è trovarsi senza laser durante una planata verso la nave ammiraglia nemica, mettendosi in pericolo inutilmente.

Oltre a questi, ci sono altri comandi e funzioni da padroneggiare, oltre che diversi elementi di personalizzazione. Avremo infatti a disposizione diverse navi (dell’Impero e della Nuova Repubblica) e un buon numero di combinazioni di assetto.

Il risultato finale non è sicuramente un simulatore estremamente dettagliato, pendendo molto di più sul lato arcade. Proprio per questo però offre tante occasioni di divertimento, per sentirsi un vero eroe della propria Fazione.

Una Storia tratta direttamente dall’Universo Espanso

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Proseguiamo nella recensione di Star Wars: Squadrons addentrandoci nella modalità Storia del titolo. Si tratta, come accennavamo più sopra, di una sorta di lungo tutorial che ci preparerà agli scontri in multiplayer (che vi suggeriamo di affrontare solo in una seconda fase).

Questo non significa che non sia accattivante o coinvolgente, anzi. La trama che sorregge la modalità Storia sembra uscita direttamente da uno dei romanzi o show paralleli ai film di Star Wars che i più appassionati hanno divorato. È un racconto emozionante che ci porterà a vedere entrambi i lati della guerra tra Nuova Repubblica e l’Impero (ormai al collasso dopo la sconfitta sulla Luna Boscosa di Endor). Il tutto condito da piccoli camei e citazioni a personaggi che faranno molto piacere ai fan.

Al di là della narrazione comunque, le missioni sono assolutamente divertenti da affrontare. Una volta presa sempre più confidenza con i comandi sarà divertente guidare i propri compagni in battaglia, in scenari decisamente variegati. Non sarà solamente questione di distruggere navi grandi e piccole, ma ci saranno obiettivi variegati da raggiungere.

…ma non tutto rende benissimo

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Se la Storia in sé è molto interessante, il modo con cui viene raccontata la penalizza molto. Tutto avviene infatti in un’alternanza di appassionanti scontri stellari a cui seguono lunghissime sequenze di puro dialogo. Prima di ogni missione infatti ci troveremo nell’hangar a chiacchierare con i nostri compagni di squadra, per poi passare al briefing. Il tutto in maniera fin troppo ripetitiva e schematica: in linea di massima avremo un dialogo con un personaggio, seguito dalla riunione sulla missione, altre tre chiacchierate e poi si parte all’attacco.

Ognuno di questi intermezzi si può saltare o scorrere velocemente, ma si tratta di uno dei mezzi principali di narrazione della Storia, quindi è indispensabile per poterla comprendere e affezionarsi ai comprimari. Si tratta però di uno strumento farraginoso, costituito da racconti di esposizione pura e che spezza il ritmo della campagna. Forse sarebbe stato meglio trovare una soluzione differente che rendesse più giustizia al racconto.

Vale la pena anche sottolineare un’occasione mancata nella caratterizzazione della fazione imperiale. L’idea di poter giocare da entrambi i fronti della guerra è affascinante, ma perde un po’ di potenza se la prospettiva è sempre quella di uno scontro tra buoni e cattivi. Gli ufficiali e i nostri compagni della flotta imperiale sono disumanizzati, crudeli e senza scrupoli. Raccontarli in maniera più sfumata, cercando di farne comprendere le ragioni li avrebbe resi più interessanti, elevando tutto il prodotto.

Tempo di scendere in campo

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Completata la Storia, come detto, giunge il momento di decollare verso i veri campi di battaglia, quelli del Multiplayer. Qui, dopo aver preso la mano con qualche scontro con il computer, potremo tuffarci in due modalità principali. La prima sono i Duelli Stellari, vere e proprie schermaglie tra due squadroni in una sorta di Deathmatch dove saremo chiamati a raggiungere un tot di uccisioni a team o di farne di più entro il tempo limite. Semplice, ma appassionante.

Il vero divertimento però è nelle Battaglie di Flotta. Qui ci sentiremo, ancora più che nella modalità Storia, al centro di un vero e proprio scontro di una guerra spaziale. Il nostro obiettivo sarà distruggere la nave ammiraglia nemica, proteggendo allo stesso tempo la nostra.

Non si può però semplicemente procedere con un attacco frontale violento, anzi. Bisognerà avanzare con attenzione e strategia, eliminando tutte le difese nemiche pezzo dopo pezzo e spingendo sempre più avanti la linea dello scontro. A volte sarà necessaria una ritirata strategica, per ricaricare il morale della squadra e prendere fiato per premere sempre di più. Padroneggiare questo tipo di scontri non sarà semplice e vincerne uno è una soddisfazione unica.

Ogni battaglia poi ci darà diversi premi, tra punti esperienza e valuta del gioco, con cui acquistare elementi di personalizzazione per il nostro pilota o i nostri velivoli. Da citare assolutamente come imperdibili le bobblehead di personaggi iconici del franchise da tenere sul cruscotto della nave, per vederli seguire i movimenti in aria.

Star Wars: Squadrons, recensione positiva con qualche incertezza

Tirando le fila del discorso, la recensione di Star Wars: Squadrons è sicuramente positiva, sebbene non esaltata. Alcune incertezze nella modalità Storia avrebbero potuto essere corrette per dare un maggiore impatto alla narrazione ad esempio. A questo si accompagna il fatto che si tratta di un titolo che ha il potenziale di conquistare davvero solo una nicchia dei fan di Star Wars che vorranno padroneggiarlo al massimo. È plausibile credere che buona parte degli appassionati lo accantonerà una volta completata la Storia e affrontata qualche sfida in multiplayer.

Per quanto quindi abbia una longevità piuttosto ridotta, si tratta di ore di gioco assolutamente intense. La sensazione che si prova a vedere un Caccia TIE o un Ala-X in fiamme o ancora di più la catena di esplosioni che porta alla distruzione di uno Star Destroyer avversario è assolutamente indimenticabile e vale l’acquisto del titolo.

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STAR WARS: Squadrons, PC [Edizione: Spagna]
  • STAR WARS: Squadrons, PC [Edizione: Spagna]

Star Wars: Squadrons

Pro Pros Icon
  • Ti porta al centro di uno scontro stellare
  • Buon bilanciamento tra simulazione e arcade
  • Modalità Storia appassioante
  • Distruggere l'ammiraglia nemica è follemente esaltante
Contro Cons Icon
  • La narrazione della Storia è poco ritmata
  • Al di là della sua nicchia può stancare presto

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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