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Epic Games Store sarà presto disponibile su iOS e Android

Lo ha detto l’azienda

Certo che l’introduzione del Digital Markets Act, lo scorso 7 marzo, ha portato un bel po’ di novità (e scompiglio).

Il DMA, regolamento europeo nato per garantire la pluralità nel mercato digitale, ha in fondo l’obiettivo di limitare lo strapotere di sei big tech individuate come gatekeeper. E cioè Meta, Alphabet (Google), Amazon, ByteDance (TikTok), Microsoft e Apple.

Proprio da quest’ultima azienda, che per anni ha fatto affidamento su un sistema chiuso, stanno arrivando le più forti resistenze. Torneremo sull’argomento.

Peraltro, l’introduzione del DMA, che in Europa prevede l’obbligo da parte dell’azienda di Tim Cook di permettere anche la presenza di altri store su iOS e la possibilità di pagamenti esterni, ha acuito le antiche tensioni con Epic Games, anche per quanto riguarda la possibilità di accogliere l’Epic Games Store nel suo sistema.

È delle scorse ore la sorpresa per gli utenti europei: lo store di Epic sarà realtà su iOS e Android nel futuro prossimo.

Presto l’Epic Games Store

L’annuncio della prossima apertura dell’Epic Games Store è stato dato dalla stessa azienda durante la Game Developers Conference 2024.

Il negozio digitale di Epic debutterà su iOS e su Android. È il “primo negozio focalizzato sui videogiochi multipiattaforma”, cioè che distribuisce anche titoli di terze parti, oggi già disponibile su Windows e macOS.

Due le novità eclatanti. Intanto, il ritorno di Fortnite, videogioco rimosso da App Store nell’agosto del 2020, fatto all’origine di una lunga e complessa battaglia legale.

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C’è poi il discorso sulle percentuali. Epic Games Store tratterrà una percentuale del 12% se viene usato il suo metodo di pagamento. Il che significa che agli sviluppatori resterà l’88% dei ricavi (ma non è prevista alcuna percentuale per i pagamenti esterni). La commissione è dunque notevolmente più bassa di quel 30% trattenuto da Apple, che assieme a un’altra tassa ha provocato una tirata d’orecchie (ne riparleremo) da parte dell’antitrust Ue.

Lo store dell’azienda capitanata da Tim Sweeney dovrebbe approdare su iOS e Android prima della fine del 2024.

Epic Games Store no, anzi sì

Proprio l’Epic Games Store è stato il terreno su cui Apple ed Epic si sono date battaglie nelle ore subito successive all’entrata in vigore del Digital Markets Act.

Il 7 marzo stesso, l’azienda di Cupertino aveva detto di aver chiuso l’account sviluppatore di Epic. Il motivo? L’azienda di videogiochi era stata ritenuta “chiaramente inaffidabile”.

Epic Games aveva allora chiesto aiuto alle istituzioni europee, spiegando che la decisione unilaterale di Apple era in aperto contrasto con le norme del DMA.

Poche ore dopo il ban, l’Unione Europea aveva fatto sapere di aver avviato un’indagine sulla condotta di Apple, corroborata da un esplicito post su X di Thierry Breton, Commissario europeo per la concorrenza. A quel punto, Apple aveva fatto marcia indietro, dichiarando che avrebbe riaperto l’account sviluppatore dell’azienda acerrima nemica.

L’annosa diatriba Epic-Apple

L’abbiamo raccontata in tanti di quegli articoli, l’annosa battaglia Epic-Apple, che qui ci limitiamo a un suo riassunto davvero minimo.

Tutto ha inizio nell’agosto del 2020, quando Epic Apple esclude il gioco Fortnite da Apple Store, perché Epic aveva aggiunto metodi di pagamento alternativi. Lo scopo era quello di bypassare il 30% di commissione chiesta da Apple agli sviluppatori.

Da lì un lungo processo, che si è concluso con il pagamento di 3,5 milioni di dollari da parte di Epic per violazione del contratto con Apple. Ma a sua volta l’azienda di Tim Cook, recita la sentenza, non potrà più “proibire agli sviluppatori di includere nelle loro app e nei loro metadati pulsanti, link esterni, o altri richiami all’azione che indirizzino i clienti verso meccanismi di acquisto, oltre agli acquisti In-App.”

La Core Technology Fee

Se la trattenuta del 30% agli sviluppatori ha mandato su tutte le furie un’altra società non proprio amica dell’azienda di Cupertino, cioè Spotify, l’Ue sta guardando a vista Apple per un’ulteriore commissione, la Core Technology Fee. Che prevede una commissione di 0,50 euro, da pagare per ogni prima installazione annuale se l’app ospitata su iOS supera il milione di installazioni.

A criticare la tassa è stata Margrethe Vestager, Commissaria europea per la concorrenza. Sentita in esclusiva da Reuters, Vestager ha detto:  “Ci sono cose a cui siamo molto interessati, ad esempio, se la nuova struttura tariffaria di Apple non renderà di fatto in alcun modo attraente l’utilizzo dei vantaggi del DMA. Questo genere di cose è ciò su cui indagheremo.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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