fbpx
AttualitàCultura

Twitter chiude la sede di Bruxelles

Continua il periodo grigio della gestione Musk

Almeno una volta al giorno vi diamo notizia di nuovi sviluppi della vicenda Twitter-Elon Musk.

Si era già prodotto cospicuo materiale prima del giorno della fatidica acquisizione (che, ricordiamolo, è avvenuta alla fine di un processo).

Ma da quando Musk si è insediato alla guida di Twitter, le sue dichiarazioni reboanti e le sue azioni eccentriche si sono moltiplicate a dismisura. E a questo punto occorre distinguere tra atteggiamenti e gesti concreti (con relative conseguenze).

Perché da un lato, anche dopo essere diventato il proprietario di Twitter, Musk è rimasto fedele alla sua personalità scoppiettante e onnipresente (sul social dei cinguettii, soprattutto). Ultima in ordine di tempo è la riattivazione, dopo sondaggio ad hoc, dell’account di Donald Trump. Anche se la mossa potrebbe avere implicazioni politiche, viste le simpatie filorepubblicane non nascoste dallo stesso Musk. Vicenda che ha un’appendice tragicomica, col nuovo patron di Twitter che adopera una tavola di Milo Manara incurante dei diritti d’autore, e si becca la rampogna del grande fumettista.

twitter 1

Gli inserzionisti abbandonano Twitter

Ma Musk non si sta limitando alle (sue solite) azioni eccentriche ed eclatanti.

Appena assunto il comando di Twitter ha licenziato quattro dirigenti, la metà del personale e l’80% dei dipendenti esterni a contratto. E ha imposto rigidi ultimatum a chi è rimasto in azienda.

Le conseguenze sono state pesanti: la fuga di molti lavoratori ma anche di diversi inserzionisti. Una notizia delle ultimissime ore, pubblicata dal Washington Post, ci dice che oltre un terzo dei 100 principali inserzionisti non ha fatto pubblicità sulla piattaforma social nelle ultime due settimane. La sensazione di chi si sta allontanando da Twitter è che Musk lo stia rendendo “un marchio molto personalizzato e controverso”.

Un altro segnale, stavolta proveniente dall’Europa, mostra lo stato di salute precario di Twitter. Scopriamo di cosa si tratta.

Twitter chiude la sede di Bruxelles

Twitter smantella la sede di Bruxelles. I super tagli della metà del personale, che tocca ogni mansione, non hanno lasciato indenne nemmeno l’Europa.

Hanno infatti abbandonato l’azienda una serie di figure, anche dirigenziali. Non è dato di sapere quanti se ne siano andati a gambe levate dopo l’ultimatum di Elon Musk, che ha imposto “una cultura del lavoro hardcore”. E quanti invece rientrino tra i circa 3.700 dipendenti, ovvero la metà dell’organico complessivo, che Musk ha pensato bene di lasciare a casa.

La notizia, diffusa dal Financial Times, fa scalpore perché con Bruxelles chiude una sede di dimensioni contenute ma cruciale a livello strategico per la presenza di Twitter nel nostro continente.

A casa i responsabili della politica digitale

Ma a preoccupare l’Ue è soprattutto l’allontanamento (anche in questo caso, non si sa se si tratta di licenziamento o di dimissioni) di Julia Mozer e Dario La Nasa.

Mozer e La Nasa erano i due responsabili della politica digitale di Twitter in Europa. Più in concreto, erano coloro che avevano conformato le politiche aziendali a quelle europee contro la disinformazione. E al Digital Markets Act, entrato in vigore all’inizio di novembre, con l’importante obiettivo di arginare lo strapotere delle Big Tech.

Moderazione dei contenuti a rischio

La sede di Bruxelles di Twitter che chiude ci mette quindi di fronte a due diversi problemi.

Intanto, gli uffici di un Paese europeo che rimangono inattivi non sono un bel segnale per il futuro dell’azienda. Inoltre, l’Ue teme per il mancato apporto di due figure, Mozer e La Naza, fondamentali per “mitigare” Twitter e renderlo in linea con le norme dell’Unione.

Nelle ultime settimane altre figure chiave dell’azienda, dall’India alla Francia, hanno lasciato o sono state sollevate dall’incarico.

L’improvvisa carenza di simili ruoli, assieme all’evidente inclinazione di Musk di twittare senza il minimo autocontrollo, fanno temere che il Twitter di domani sarà un luogo in cui verranno meno la moderazione dei contenuti e la lotta alla disinformazione.

Ciò fa il paio col fatto che buona parte dei collaboratori esterni rimasti senza lavoro si occupavano proprio di moderare i contenuti.

I timori dell’Ue

Le preoccupazioni dell’Ue sono state espresse al Financial Times da Věra Jourová, vicepresidente dell’Ue responsabile del codice contro la disinformazione. Jourová ha detto: “Sono preoccupato per la notizia del licenziamento di un numero così elevato di dipendenti di Twitter in Europa. Se si vuole individuare e agire efficacemente contro la disinformazione e la propaganda, ciò richiede risorse.

Soprattutto nel contesto della guerra di disinformazione russa, mi aspetto che Twitter rispetti pienamente le regole dell’Ue e onori i suoi impegni. Twitter è stato un partner molto utile nella lotta alla disinformazione e all’incitamento all’odio illegale e questo non deve cambiare.”

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🍎Nuovi iPad e accessori: cosa aspettarsi dall’evento Apple del 7 maggio
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button