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Attualità

La Guardia di Finanza sequestra 779 milioni ad Airbnb per maxi evasione

Inchiesta della Procura di Milano

Di Airbnb e degli affitti brevi in generale avevamo parlato lo scorso maggio, quando il governo aveva presentato la bozza di un disegno di legge che avrebbe dovuto cambiare diverse regole.

Ora Airbnb, uno dei principali portali di affitto di alloggi, torna alla ribalta per una clamorosa inchiesta condotta dalla Procura di Milano. Culminata col sequestro, da parte della Guardia di Finanza, di 779 milioni di euro, per la maxi evasione di Airbnb nel nostro Paese. Scopriamo meglio cosa è successo.

L’operazione della Procura di Milano

Dicevamo che la Guardia di Finanza ha eseguito, nella giornata di lunedì 6 novembre, un provvedimento della Procura di Milano.

Che ha portato al sequestro preventivo di oltre 779 milioni di euro nei confronti di Airbnb (il nome completo della società è Airbnb Ireland Unlimited Company). Ci sono inoltre tre persone indagate, Patrick Dermot Clarke, Hassel Mary Aisling e Francis Killian Pattwell, “che hanno rivestito cariche di amministrazione all’interno della medesima impresa estera, negli anni dal 2017 al 2021”.

L’inchiesta è iniziata nel maggio del 2022, dopo un normale controllo fiscale. Ed è stata condotta dai pm Giovanni Polizzi, Cristiana Roveda e Giancarla Serafini, coordinati dal procuratori Marcello Viola e dalla aggiunta Tiziana Siciliano.

Airbnb

Le accuse

Le accuse contro Airbnb sono di evasione. Più nel dettaglio, l’azienda si sarebbe sottratta “alla dichiarazione e al versamento (in qualità di sostituto d’imposta) di ritenute di ammontare pari all’entità del sequestro ottenuto dal gip” di Milano.

Le ritenute sono state calcolate in misura del 21% (la cosiddetta cedolare secca) sui canoni di locazione breve. Per un totale di 3.711.685.297 euro corrisposti nel periodo 2017-2021 dagli ospiti delle strutture ricettive pubblicizzate da Airbnb.

Insomma, per farla semplice: l’evasione di Airbnb nel nostro Paese consiste nel non aver pagato la cedolare secca relativa agli importi versati dai clienti dal 2017 al 2021.

Il sequestro

Leggiamo nel comunicato che la misura cautelare “è fondata sulla contestazione del delitto di omessa dichiarazione fiscale”, commesso dal 30 gennaio 2019 al 30 gennaio 2023 “ed è motivata sia in funzione della successiva confisca obbligatoria (…) che per il ritenuto pericolo di protrazione ed aggravamento delle conseguenze del reato, anche con riferimento al danno economico che dall’omesso versamento dell’imposta dovuta deriva agli altri operatori del settore”.

Perciò la giudice delle indagini preliminari Angela Minerva ha ordinato il sequestro preventivo a fini di confisca di 779.453.000 euro a carico della società di diritto irlandese Airbnb Ireland Unlimited Company. Si tratta appunto del 21% dei già citati 3.711.685.297 euro versati dai clienti del portale nel quinquennio 2017-2021.

La Procura di Milano, inoltre, ha dichiarato che he gli obblighi nei confronti di Airbnb rispetto ai tributi da versare sono confermati dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea (sentenza 22 dicembre 2022). Così come dal Consiglio di Stato, che il 24 ottobre 2023 ha ribadito “l’obbligo di applicazione della ritenuta alla fonte nei confronti della società irlandese”.

La parola al gip

Sull’evasione di Airbnb si è espressa la giudice delle indagini preliminari Angela Minerva.

Che ha usato parole dure, riferendosi al mancato pagamento della cedolare secca da parte dell’azienda irlandese come di “una consapevole scelta imprenditoriale”. E spiegando come “Airbnb ormai da anni abbia assunto la deliberata opzione aziendale” di non versare quanto dovuto, “con il fine precipuo di non rischiare la perdita di fette di mercato in favore della concorrenza, tenendo un comportamento apertamente ostruzionistico verso l’amministrazione finanziaria italiana”.

Le dichiarazioni di Airbnb

Airbnb, accusata di evasione, si è affidata a una nota. “Airbnb Ireland ha in corso una discussione con l’Agenzia delle Entrate dal giugno 2023 per risolvere questa questione.

Siamo sorpresi e amareggiati dall’azione annunciata dal procuratore della Repubblica lunedì. Siamo fiduciosi di aver agito nel pieno rispetto della legge e intendiamo esercitare i nostri diritti in merito alla vicenda.”

Le future mosse del governo

Ala luce dell’evasione di Airbnb di un quinquennio di cedolare secca in Italia, suona quasi paradossale il progetto del governo di aumentare al 26% proprio la cedolare secca sugli affitti brevi. E di approntare una disciplina più rigida nei confronti dei portali di intermediazione immobiliare.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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