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Alibaba non vende più hardware per il mining di criptovalute

Lo store online cinese menziona il ban del governo cinese come ragione

Il rivenditore online Alibaba ha deciso di non vendere più il materiale hardware delle “mining machines“, prodotti specializzati nella creazione di criptovalute. La scelta arriva dopo il ban del governo cinese, che lo scorso venerdì ha bandito il commercio delle criptovalute in tutta la Cina.

Alibaba: stop alle mining machines per le criptovalute

La decisione del governo cinese, che aveva già bloccato il mining di criptovalute nel corso di quest’anno, sembra decisa e totale. Se infatti fino all’anno scorso la Cina era il principale produttore delle monete digitali, il ban di venerdì blocca diversi aspetti del commercio di criptovalute come Bitcoin ed Ethereum.

In Cina non si possono vendere mining machines, non si possono produrre o creare video tutorials per il mining. Ma soprattutto le nuove disposizioni del governo vietano la creazione e il commercio delle criptovalute nel territorio cienese.

criptovalute

Alibaba non poteva quindi far altro se non prendere atto che alcuni dei prodotti in catalogo sono ora illegali. Quindi ha emesso un comunicato stampa che spiega che “Alibaba.com vieterà la vendita di minatori per valute digitali. In aggiunta al divieto di vendere criptovalute come Bitcoin, Litecoin, BeaoCoin, QuarkCoin ed Ethereum“. Inoltre, lo store online specifica che il ban include:

  • Hardware e software usato per ottenere valute virtuali come i Bitcoin miners”
  • Tutorial, strategie e software per ottenere monete virtuali come i tutorial per il mining”.

Il ban avrà inizio l’8 ottobre ma secondo quanto comunicato i venditori non subiranno gravi conseguenze fino al 15 ottobre (probabilmente per consentire di terminare le scorte di magazzino).

La decisione del governo cinese arriva sullo spunto delle pressanti critiche riguardo l’impatto ambientale del mining. Sebbene tecnicamente il mining possa essere fatto anche senza hardware dedicato, il costo per la produzione diventerebbe troppo alto per i miner cinesi perché sia economicamente vantaggioso farlo.

Molti sostenitori delle criptovalute sostengono che il ban non impatterà la possibilità dei cinesi di commerciale criptovalute, che non conoscono barriere nazionali. Tuttavia, la maggior parte degli utenti utilizza una piattaforma di scambio, non wallet privati. E sembra difficile che gli utenti cinesi corrano il rischio di commerciare in aperta violazione di una legge del governo.

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Source
Gizmodo

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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