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Briar, l’App di messaggistica consigliata da Assange agli ucraini

Un'applicazione sicura anche in condizioni di crisi

Anche Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, interviene a suo modo sulla questione ucraina. Da un carcere del Regno Unito, ha invitato gli ucraini a scaricare Briar, un’App di messaggistica che può essergli utile prima che la connessione Internet nel Paese venga sospesa. L’applicazione, infatti, sarebbe “progettata per consentire alle persone di comunicare in sicurezza tra loro esattamente in questa situazione“. O almeno così riferisce Assange. Andiamo allora a vedere di cosa si tratta più nel dettaglio. E soprattutto perchè può essere tanto utile in questo momento storico.

Briar: come funziona l’App di messaggistica

La scorsa settimana WikiLeaks ha lanciato un tweet con cui annunciava che Julian Assange suggeriva a tutti gli ucraini di scaricare l’App Briar. Una piattaforma di messaggistica che garantisce una notevole sicurezza agli utenti che la usano. Cerchiamo di capire cos’è e perchè risulta ideale per la situazione ucraina. Come riferito dallo stesso sito, “Briar è un’App di messaggistica progettata per attivisti, giornalisti e chiunque altro abbia bisogno di un modo sicuro, facile e robusto per comunicare“. Ma perchè è considerata tanto sicura?

Anzitutto, l’applicazione non si basa su un server centrale, il che significa che l’account di un utente – con tanto di nickname e password – rimane memorizzato sul suo dispositivo, e non sulla Rete. Pertanto, se l’App viene disinstallata o se si perde la password, è impossibile accedere all’account. Data questa tecnologia, anche i messaggi inviati tra gli utenti vengono sincronizzati sui rispetti dispositivi. Motivo per cui Assange ha suggerito agli ucraini di scaricare Briar. Se Internet non dovesse più funzionare nel Paese, l’applicazione potrebbe sincronizzarsi tramite Bluetooth o Wi-Fi. Viceversa, nel caso in cui la Rete dovesse essere funzionante, l’applicazione userebbe la rete decentralizzata Tor, il che basterebbe a garantire la sicurezza degli utenti. Al di là di questo, la crittografia end-to-end protegge il contenuto delle conversazioni. A tal punto da non permettere neppure il filtraggio per parola chiave.

Inoltre, anche l’elenco dei contatti è crittografato e archiviato direttamente sul dispositivo dell’utente, che può aggiungere persone alla sua lista tramite invito o connessione Bluetooth. Insomma, una piattaforma incredibilmente sicura. Ma, da quanto sappiamo, Briar è molto più di una semplice App di messaggistica. Questa consente agli utenti di creare anche gruppi, forum e blog protetti, permettendogli così di accedere a contenuti ben diversi dai soli messaggi. Infine, dopo l’ultimo aggiornamento del 2021, ora gli utenti hanno anche la possibilità di condividere l’App offline ad altri dispositivi. E consente anche di archiviare dati su schede Sd o unità flash. Insomma, non solo un’App di messaggistica, ma un vero e proprio kit di sopravvivenza.

Briar

Eppure, i piani per il futuro di Briar sembrano essere ancora più ambiziosi. “Utilizzeremo le capacità di sincronizzazione dei dati di Briar per supportare applicazioni distribuite e sicure, tra cui la mappatura delle crisi e la modifica collaborativa dei documenti”, riferisce l’organizzazione a lavoro sull’App. L’obiettivo, infatti, sarebbe quello di “consentire alle persone in qualsiasi paese di creare spazi sicuri dove poter discutere di qualsiasi argomento, pianificare eventi e organizzare movimenti sociali“. E questo basta a capire il perchè Julian Assange l’abbia tanto a cuore.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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