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Caricabatterie universale: arriva l’ok definitivo del Consiglio UE

L’obbligo partirà dal 2024

Se le elezioni politiche italiane e il teatrino allestito da Elon Musk nei confronti di Twitter non vi fossero sembrati abbastanza, sappiate che in questi mesi c’è stato anche altro. Ovvero la proposta dell’UE di far adottare a tutti i dispositivi elettronici un unico standard di ricarica, a cui si era opposto un deciso fronte del no.

La questione, tuttavia, pare si sia risolta definitivamente. Infatti il Consiglio dell’UE si è espresso in modo perentorio e definitivo. Ci sarà un caricabatterie universale, ed entrerà in vigore nel 2024.

Vediamo meglio in cosa consiste l’ok definitivo del Consiglio UE, dopo di che ripercorriamo la lunga querelle che ha visto da una parte ragioni di tipo prevalentemente ambientalistico, a cui si sono contrapposti i motivi delle aziende, in primis di Apple.

caricabatterie

È arrivato l’ok del Consiglio UE: caricabatterie universale dal 2024

La decisione è arrivata, ed è stata diffusa con una nota pubblicata il 24 ottobre.

Il Consiglio UE ha approvato in via definitiva il caricatore unico, che sarà obbligatorio a partire dal 2024.

Il formato prescelto è oggi quello più diffuso per gli smartphone, ovvero l’USB-C (quello, per capirci, che non ha un lato superiore e uno inferiore).

Il testo è stato approvato dal Consiglio con 602 voti favorevoli, 13 contrari e 8 astensioni.

I vantaggi del caricabatterie unico

Proprio nella nota, lo stesso Consiglio UE ricorda i vantaggi derivati da un caricabatterie unico, utilizzabile per diversi dispositivi, dallo smartphone al tablet alle cuffie.

Intanto, c’è quello di ordine pratico: con un solo standard di ricarica non sprecheremo più tempo a cercare per tutta la casa il caricabatterie agognato (che puntualmente è l’unico che non si trova). E poi, anzi soprattutto, c’è la salvaguardia ambientale: “Tutti abbiamo almeno tre caricatori di telefoni cellulari a casa. Cercare il caricabatterie giusto, a casa o al lavoro, può essere piuttosto fastidioso. Inoltre, questi caricatori ammontano a 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno.

Avere un caricabatterie che si adatta a più dispositivi farà risparmiare tempo e denaro e ci aiuterà anche a ridurre i rifiuti elettronici”.

Cosa cambierà

Nella direttiva leggiamo inoltre che, quando la direttiva sarà operativa, i consumatori potranno acquistare i nuovi dispositivi con o senza caricabatterie. E ogni prodotto avrà un’etichetta che illustrerà le prestazioni di ricarica.

“Quattro anni dopo l’entrata in vigore della direttiva, la Commissione valuterà se questa disaggregazione delle vendite debba essere resa obbligatoria”.

I dispositivi coinvolti

Le nuove regole sul caricabatterie universale stabilite dal Consiglio UE si applicheranno a diversi prodotti. Più nello specifico, a cellulari, tablet, e-reader, fotocamere digitali, console per videogiochi, cuffie, auricolari, altoparlanti portatili, mouse, tastiere wireless, sistemi di navigazione portatili.

Inoltre, anche tutti i laptop saranno coinvolti 40 mesi dopo l’entrata in vigore della direttiva.

L’iter della proposta

La proposta di adottare un caricabatterie universale è stata avanzata dalla Commissione Europea il 23 settembre 2021.

Il 26 gennaio 2022 gli Stati membri hanno accettato all’unanimità la posizione del Consiglio sulla direttiva. Il 7 giugno 2022 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla direttiva sui caricatori comuni, poi approvata dai rappresentanti degli Stati membri il 29 giugno 2022. E ora eccoci all’ok definitivo del Consiglio.

Adesso, dopo la firma del Presidente del Parlamento Europeo e del Presidente del Consiglio, l’atto legislativo sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Le nuove regole saranno applicate 24 mesi dopo l’entrata in vigore.

Gli oppositori

Come dicevamo ad apertura di articolo, va da sé che i principali oppositori alla proposta di adottare un caricabatterie universale sono stati i produttori di tali strumenti.

Soprattutto Apple, con ragioni tuttavia un po’ fumose: “Siamo preoccupati che una regolamentazione severa che imponga un solo tipo di connettore soffochi l’innovazione anziché incoraggiarla, il che a sua volta danneggerà i consumatori in Europa e nel mondo. Ci impegneremo con le parti interessate a trovare una soluzione che protegga gli interessi dei consumatori, nonché la capacità del settore di innovare e portare nuove entusiasmanti tecnologie agli utenti. Condividiamo l’impegno per la protezione dell’ambiente.

Non vediamo l’ora di continuare il coinvolgimento con le parti interessate per aiutare a trovare una soluzione che protegga gli interessi dei consumatori, nonché la capacità del settore di innovare e portare all’utente nuove entusiasmanti tecnologie.”

Scettiche anche alcune associazioni di consumatori. Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo, aveva ad esempio parlato di un vantaggio solo apparente, “perché i produttori di telefonini potrebbero rifarsi dei minori guadagni derivanti dalla decisione dell’Ue aumentando i prezzi al dettaglio dei propri prodotti e rivalendosi quindi sui consumatori.

Non a caso, contro il caricabatterie universale la prima società ad attivarsi è stata Apple, con uno studio secondo il quale la misura determinerebbe un aggravio dei costi per i consumatori stimato in 1,5 miliardi di euro”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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