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Second Life e il metaverso ritrovato

La parola metaverso sta diventando di uso comune, soprattutto dopo che molti colossi hanno deciso di investirci. Probabilmente, però, pochi ricordano che i metaversi esistono già da anni e che uno, in particolare, è stato usato nel tempo da più di 20 milioni di persone. Stiamo parlando del metaverso di Second Life. Proviamo a riscoprirlo insieme.

Cos’è un metaverso

Il concetto di metaverso viene lanciato con il libro Snow Crash di Neal Stephenson nel 1992. Il concetto originale lo vedeva come l’insieme di tutti i mondi virtuali in cui poter stringere relazioni sociali. Oggi, l’idea di unione è stata un po’ superata e abbiamo una moltitudine di metaversi. Tuttavia, tutti condividono l’obiettivo di facilitare l’interazione sociale attraverso la realtà aumentata. In un metaverso, le persone si fanno rappresentare da un avatar e interagiscono non solo tra di loro ma anche con equivalenti digitali di oggetti reali. In pratica, è come vivere dentro un romanzo cyberpunk di William Gibson.

Il metaverso di Second Life

Second life nasce nel 2003 dalla americana Linden Lab. Nel suo momento di maggior splendore, nel 2013, contava circa un milione di utenti attivi.

Tralala's Diner, una meta turistica di Second Life
Tralala’s Diner: una delle mete turistiche di Second Life

Gli utenti di Second Life, che amano devinirsi residenti si muovono all’interno di un mondo virtuale costruito come una grande scacchiera (the grid, la griglia). Ogni elemento della scacchiera prende il nome di isola e può essere terreno pubblico o di proprierà di un residente. Ogni residente, infatti, può possedere del terreno virtuale pagando un affitto mensile a Linden Lab. Pe poter ottenere questo, Second Life ha introdotto due concetti molto importanti e, per l’epoca, assolutamente innovativi: una economia virtuale e una moneta virtuale: il Linden Dollar. I Linden Dollar possono essere comprati e venduti in cambio di moneta reale tramite il LindenX Exchange e, come nell’economia che conosciamo, hanno un tasso di cambio variabile in base a domanda e offerta.

La cosa più interessante del metaverso di Second Life, però, è che il suo contenuto è stato completamente generato dagli utenti nel corso di 18 anni. Infatti, se il proprietario del terreno lo consente, qualunque residente è in grado di creare forme geometriche e manipolarle. Inoltre, è possibile aggiungere contenuti multimediali propri come immagini e suoni in cambio di una ragionevole spesa in Linden Dollar. Per poter supportare tutto questo, Linden ha introdotto anche un sistema di gestione della propietà su ogni singolo oggetto. Questo sistema permette di attribuire a ogni oggetto un autore e un possessore, preservando la proprietà intellettuale e permettendo il commercio.

Quindi, i metaversi moderni non aggiungono nulla di nuovo?

No, al contrario, capitalizzano dall’esperienza di Second Life e si portano a un livello superiore grazie a nuote tecnologie per il 3D e a un banda sempre più larga disponibile a tutti.

metaverso tutto quello che dovete sapere cos'è-min

Second Life ha tentato per anni di produrre un dispositivo fisico per l’immersione nel suo mondo 3D; ma con scarsi risultati, perché la tecnologia non era ancora pronta. Linden Lab ha dovuto accontentarsi di visualizzare un ambiente 3D su uno schermo. Oggi questa barriera è caduta, perché disponiamo di visori per la realtà virtuale come Oculus Quest ccessibili a tutti.

Un’altra barriera insormontabile per Linden Lab era quella della banda disponibile. Possiamo avere il mondo virtuale più bello di Internet, ma se per vedere la stanza attorno a noi dobbiamo aspettare ogni volta 5 minuti non lo userà nessuno. Oggi, se viviamo in un grande centro urbano, una connessione gigabit è disponibile attraverso un qualunque operatore telefonico. Diventa quindi possibile mandare molte più informazioni, costruire ambientazioni più realistiche e interagire più velocemente. Ovvero, la nostra percezione di un metaverso ptrebbe davvero fare un grosso salto di qualità.

E allora perché ci siamo dimenticati di Second Life?

In realtà, nessuno dei residenti si è dimenticato di Second Life. Quel metaverso è semplicemente uscito dai riflettori per il resto del pubblico. I suoi 900 mila utenti attivi possono essere significativi per Linden Lab, ma non sono paragonabili ai 43 milioni di utenti roblox e ai 141 milioni di utenti Minecraft. Giusto per rimanere nel contesto di altri mondi virtuali.

A metà degli anni 2000 Second Life ha goduto di una presenza molto forte sui mezzi di informazione. Questa presenza è iniziata con una copertina di Business Week dedicata a Anshe Chung (nella vita reale Ailin Graef): imprenditrice di successo su Second Life. Da li, il metaverso è stato usato in molti contesti che gli hanno dato visibilità anche ai non addetti ai labori. Possiamo citare, ad esempio, la quinta puntata della quarta serie di CSI New York: “Down the Rabbit Hole” e una conferenza stampa nel 2007 dell’allora ministro Antonio di Pietro. FInito questo periodo di attenzione mediatica, Second Life è tornato alla sua (seconda) vita di sempre.

Little Santorini: una meta turistica di Second Life
Little Santorini: un’altra meta turistica di Second Life

Dentro Second Life, allora, era tutto un paradiso?

Purtroppo no, come d’altronde in tutte gli ecosistemi pensati per le relazioni sociali. Infatti, in passato, la stampa ha parlato di attività poco raccomandabili all’interno di Second Life. Tra queste, ad esempio, truffe con schema Ponzi sfruttando i Linden Dollar.

Basta una breve visita per rendersi conto che la moderazione è anche oggi uno dei principali problemi di Second Life. Parole chiave come “porno” e “droga” sono ovviamente filtrate dal motore di ricerca interno. Tuttavia, non serve molta fantasia per riuscire a trovare l’equivalente virtuale di un quartiere a luci rosse. In una recente intervista alla BBC, Anya Kanevsky (vice presidente di Linden Lab) ha infatti ammesso che “La gestione di un mondo virtuale è una cosa compessa; alcune operazioni possono essere rese automatiche ma molte hanno bisogno della sensibilità umana“. Queste problematiche sono ovviamente destinate a ingigantirsi se l’uso di un metaverso diventa davvero un fenomeno di massa.

I nuovi metaversi dovrebbero quindi imparare anche da questa esperienza di Second Life per garantire la qualità dei contenuti al loro interno.

Ma il metaverso di Second Life esiste ancora?

Certo che esiste! È un po’ meno affollato di quanto usava essere cinque o sei anni fa, ma è ancora li ad aspettarci. Anzi, se non lo avete fatto, vi consigliamo vivamente di provare a farci un giro perché ci sono un sacco di posti interessanti da visitare. Linden Lab mette a disposizione anche una fantastuca guida turistica online.

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Dario Maggiorini

Un boomer con la passione dei videogiochi fin dai tempi di rogue e nethack. Alla fine sono riuscito a farne un lavoro sospeso tra Techprincess e l'accademia. Ho speso gran parte della mia vita a giocare, il resto l'ho sprecato.

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