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Meta punta a rafforzare le regole di doxing

L'Osservatorio esorta Facebook e Instagram a migliorare alcune regole per la sicurezza degli utenti

Proprio ieri l’organizzazione di consulenza esterna di Meta ha esortato la compagnia a rafforzare le politiche che proteggono gli utenti dal doxing. Facebook ha richiesto una consulenza sulla politica lo scorso anno, riconoscendo che aveva difficoltà a bilanciare l’accesso alle informazioni pubbliche con i problemi di privacy. E ora la società porta alla luce il fatto che la condivisione di dettagli identificativi privati ​​si ritaglia un’eccezione per i casi in cui tali informazioni diventano “disponibili pubblicamente“. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

Doxing: Meta esorta Facebook e Instagram a rafforzare le regole che proteggono gli utenti

Rimuoviamo i contenuti che condividono, offrono o sollecitano informazioni di identificazione personale o altre informazioni private che potrebbero causare danni fisici o finanziari, comprese informazioni finanziarie, residenziali e mediche, nonché informazioni private ottenute da fonti illegali. Riconosciamo inoltre che le informazioni private possono diventare pubblicamente disponibili attraverso la copertura di notizie, documenti giudiziari, comunicati stampa o altre fonti. Quando ciò accade, potremmo consentire la pubblicazione delle informazioni“. Così recita l’attuale regolamento di Facebook e Instagram sulla gestione delle informazioni personali degli utenti.

Una condizione che potrebbe però minare la sicurezza delle persone. Pertanto, l’Osservatorio ha raccomandato a Meta di rimuovere l’eccezione nella sua Politica sulle violazioni della privacy, che consente di rendere “pubblicamente disponibili” indirizzi di casa e immagini identificative. In questo modo, le nuove regole sarebbero “più rispettose della privacy“. “Una volta che queste informazioni vengono condivise, i danni che possono derivare, come il doxing, sono difficili da rimediare“, ha commentato l’Osservatorio. “I danni derivanti dal doxing colpiscono in modo sproporzionato gruppi come donne, bambini e persone LGBTQIA+ e possono includere stress emotivo, perdita del lavoro e persino danni fisici o morte“.

Chiaramente, ci sarebbero comunque casi eccezionali in cui le piattaforme si troverebbero a condividere informazioni private. Come nel caso della condivisione di un’immagine di una residenza che è al centro di una notizia. O quando un utente condivide una foto della propria abitazione. In ogni caso, il suggerimento di Meta è quello di non consentire immagini di residenze private allo scopo di organizzare proteste. Il tutto allo scopo di proteggere quanto più possibile gli utenti che abitano le piattaforme.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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