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TANGO, il compagno di viaggio virtuale che aumenta la sicurezza degli autocarri

Per gli amici è anche conosciuto come "Tecnologia per la guida autonoma, ottimizzata per le esigenze dell’utente"

Negli ultimi tre anni e mezzo il progetto TANGO si è concentrato sullo scoprire il modo ideale di coordinare l’interazione tra veicolo e autista. Per chi non lo sapesse, questo nome sta per “Tecnologia per la guida autonoma, ottimizzata per le esigenze dell’utente”.

TANGO e l’equilibrio tra veicolo e autista

TANGO-Bosch-Tech-PrincessIl progetto si è concentrato sulla guida autonoma (livelli SAE 2 e 3). È stato progettato un vero e proprio assistente, un compagno virtuale che mantiene alto il livello di attenzione dell’autista, contrasta la fatica e rende la guida piacevole e sicura.

Oltre a Bosch, leader del consorzio, hanno preso parte al progetto anche Volkswagen, MAN Truck & Bus, l’Università di Stoccarda, l’istituto Hochschule der Medien, Spiegel Institut e CanControls. TANGO è stato
finanziato con circa cinque milioni di euro dal Ministero federale tedesco dell’economia e dell’energia (BMWi).

“Nella guida parzialmente autonoma, di livello SAE 2, l’autista deve essere pronto a intervenire in qualsiasi momento. Invece in quella autonoma, di livello SAE 3, solo quando necessario. L’obiettivo è mantenere a livello ottimale la condizione dell’autista, in modo che sia sempre in grado di intervenire”, ha rivelato Michael Schulz, project manager di Bosch.

Ed è proprio qui che entra in gioco l’assistente di attenzione e attività. A seconda del livello di intervento, della condizione dell’autista e di altri parametri ben precisi, l’assistente può proporre al conducente varie attività:

  • ascoltare musica o audiolibri;
  • leggere le e-mail;
  • scrivere messaggi;
  • guardare film;
  • programmare gli appuntamenti della giornata;
  • pianificare il tragitto;
  • proporre esercizi fisici per sgranchirsi durante i lunghi viaggi.

Lo scopo del sistema è quello di determinare la situazione di guida e anche rilevare correttamente le condizioni dell’autista, in qualsiasi momento. Oltretutto, il team del progetto di ricerca ha installato all’interno della cabina dei sensori di monitoraggio che utilizzano l’intelligenza artificiale.

Ad esempio ci sono alcune telecamere in grado di rilevare se l’autista chiude gli occhi, sbatte le palpebre di frequente oppure se la testa si inclina lateralmente a causa della stanchezza. Analogamente a ciò, gli algoritmi intelligenti valutano le immagini, le interpretano e lanciano alcune contromisure che possono essere un avvertimento, ad esempio una frenata.

Il prototipo realizzato in seguito ai test drive e alcune ricerche, contiene un pannello di controllo composto da diversi display che combina elementi visivi, acustici e tattili e raffigura l’assistente virtuale come un avatar.

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Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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