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L’affascinante e spietato gioco del Tetris. La macchina del tempo

Più che un videogioco, una prova di tenuta psicologica

Quali sono i mattoncini giocattolo più famosi del mondo? I Lego, esattamente.

E quali sono i mattoncini giocattolo famosi quasi quanto i Lego, ma estremamente più perversi? Ebbene sì: quelli del gioco del Tetris. Che è definibile come un passatempo di logica e rapidità, ma che assomiglia più che altro a un test di tenuta psicologica.

Destinato, va da sé, a non avere vincitori.

Anche se in questa rubrica non diamo molta importanza alla storia dell’oggetto di cui di volta in volta ci occupiamo, in questo caso raccontarvi brevemente come nasce il gioco del Tetris potrà aiutare a farsi un’idea del suo fascino primitivo.

Non prima, naturalmente, di aver ricordato ai pochi che non lo sapessero cosa sia il gioco del Tetris.

Tetris on Game Boy

Cos’è il Tetris

Il Tetris è quel gioco per cui un essere umano si trova davanti allo schermo di un videogioco di qualunque grandezza (dall’iPod al videogioco da bar).

Lì, prima che saltino i nervi, il soggetto in questione deve riuscire a incastrare i pezzi che scendono dall’alto: quando una riga è composta di soli pezzi (dunque senza spazi) si cancella.

Il giocatore può solo ruotare i pezzi o muoverli, mentre cadono, in orizzontale.

I pezzi sono di sette differenti tipologie. E in geometria piana si chiamano tetramini: sono figure piane composte da quattro quadrati identici giustapposti tra loro in modo differente.

Vince chi… Non si vince mai, nel gioco del Tetris. Si può solo fare un punteggio (pari al numero delle righe cancellate) più alto di quello di amici e conoscenti, per potersi poi vantare in società.

Come nasce il gioco del Tetris

Il gioco del Tetris si chiama così in quanto crasi di due parole: tetramini (e fin lì ci siamo) e tennis (con cui non è facilissimo scorgere affinità, ma pare fosse lo sport preferito dell’inventore).

L’idea del Tetris è venuta all’informatico Aleksej Pažitnov, che nel centro di calcolo dell’Accademia delle scienze dell’URSS si occupava – quarant’anni fa! – di intelligenza artificiale e riconoscimento vocale.

Nelle pause di lavoro Pažitnov scriveva videogiochi con i colleghi ed era appassionato di pentamini (ognuno ha i propri gusti).

Aleksej Pažitnov ha dunque provato a elaborare un videogioco con i pentamini (figure piane composte da cinque quadrati). Ma, ritenendolo eccessivamente complicato, ha sostituito i pentamini con i tetramini. In tre settimane il videogame era stato sviluppato: era il 6 giugno 1984.

Il gioco del Tetris? Dà assuefazione a ogni latitudine

Ebbene sì: non appena lanciato, il gioco del Tetris ha presto fatto il giro tra i colleghi di Pažitnov, che ne sono rimasti subito conquistati.

Il videogioco ha spopolato in brevissimo tempo in tutti i luoghi di Mosca dotati di computer. Da lì al lancio nel mondo il passo è stato breve: nel 1986 il Tetris ha iniziato a spopolare in Polonia e Ungheria, e in poco tempo in tutto il mondo.

È superfluo diffondersi sulla storia del gioco del Tetris. Ci basti sapere che, dopo Minecraft, pare sia stato il videogioco più venduto di sempre. Ma vale ancor più la nostra esperienza diretta: chi, specie tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta del secolo scorso, non ci ha giocato almeno una volta?

Il Tetris ha attecchito dappertutto, per ogni console, dal Game Boy ai bar di provincia, dove le gesta del campione erano seguite da una folla di ammiratori (per la verità invidiosissimi).

I luoghi comuni sulla cultura sovietica

Il gioco del Tetris viene frettolosamente associato alla cultura sovietica: semplice, essenziale, greve esteticamente.

L’associazione è un po’ frutto di un luogo comune (si pensi ad esempio alla complessità, ricchezza e vitalità dei grandi romanzi russi). Ma di certo possiamo dire che, rispetto ai prodotti sgargianti provenienti dagli Stati Uniti, quelli – che siano videogiochi o romanzi – che originano dall’Unione Sovietica o dalla Russia badano poco ai fronzoli.

Ed è probabilmente questo il motivo della diffusione planetaria del gioco del Tetris, che ancora oggi viene riproposto in versioni sempre nuove. E c’è chi ha pensato bene di trasformarlo anche in gioco da tavola.

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I motivi di un successo globale

Se noi tutti, soprattutto chi è stato giovane negli anni Ottanta del Novecento, siamo almeno una volta ammattiti giocando a Tetris, è per – come dire? – l’estrema schiettezza del videogame.

Le regole sono chiare ed elementari, così come l’obiettivo del gioco. A nessun giocatore interessano versioni più o meno sfarzose ed evolute di Tetris: ci si concentra solo sulla propria partita.

Tutti i giocatori sanno che prima o poi non riusciranno più a eliminare righe, e saranno eliminati essi stessi.

Il gioco del Tetris è come una grande sfida ludica globale in cui tutti giocano per perdere, un passatempo archetipico che si basa sul costruire e distruggere, due cose che gli umani amano fare da sempre.

A volte, ahinoi, concentrandosi eccessivamente sulla seconda delle due azioni.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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