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Mademoiselle Anne: una storia d’amore tra umorismo e desiderio di emancipazione

Un anime che racconta la storia di una 17enne immersa tra emancipazione femminile, amore e guerra

La nostra rubrica dedicata agli anime degli anni ’80 in questo appuntamento si tinge dei colori dell’amore con Mademoiselle Anne. L’anime che andiamo ad analizzare questa settimana ci porta nel 1986, anno in cui la storia della giovane Anne è arrivata in Italia. Un po’ di tempo dopo dalla sua uscita in Giappone, risalente al 1979. Va però detto che la nascita di Mademoiselle Anne è in realtà ancora antecedente, perché l’anime è tratto da un manga scritto e disegnato da Waki Yamato e pubblicato tra il 1975 e il 1977.

Nota anche come Una ragazza alla moda, Mademoiselle Anne è un anime che porta in scena un mondo molto affascinante, atmosfere quasi poetiche che cozzano però con il carattere e l’atteggiamento della protagonista, totalmente anticonformista per i tempi in cui è ambientata la storia.

Mademoiselle Anne: la storia dell’anime

Anne e la condizione femminile del Giappone degli anni ’20

Il primo tratto molto interessante dell’anime Mademoiselle Anne, come dicevamo, è la sua ambientazione storica. Siamo nel 1920 circa, epoca in cui in Giappone regnava l’imperatore Taishō. Un periodo storico in cui le donne subiscono ancora l’imposizione del matrimonio con un uomo scelto dal proprio padre e frequentano scuole prettamente femminili in cui viene loro insegnato a cucire e rammendare per essere una ‘buona moglie’. Uno scorcio storico che è in totale disaccordo con la nostra protagonista.

Anne Hanamura è la figlia di un maggiore dell’esercito imperiale. È però orfana di madre, morta quando lei era ancora molto piccola. Un fattore che ha influito molto nella sua crescita, visto che Anne è tutt’altro che una 17enne posata e dedita alle faccende prettamente femminili a lei imposte dalla società di allora.

Un matrimonio combinato

Anne Hanamura è ben lontana dall’essere questo tipo di ragazza. È anzi quello che si definirebbe ‘un vero e proprio maschiaccio’; la giovane ama combattere con la spada, arrampicarsi sugli alberi, stare all’aria aperta, odia le faccende domestiche e, soprattutto, non ha alcuna intenzione di sposarsi. Peccato che suo padre non sia affatto di questa opinione e, anzi, proprio il suo temperamento affretta la sua decisione di trovarle un marito.

madamoiselle anne

L’uomo decide dunque di combinare un matrimonio con il nippo-tedesco Shinobu Yuin, un tenente dell’esercito. In realtà Anne lo ha già incontrato nei primi minuti del primo episodio dell’anime. Nessuno dei due sa però chi sia l’altro e questo dà vita ad un paio di scenette molto divertenti, durante le quali Anne dà sfoggio di tutte le sue caratteristiche ribelli, facendo ridere non poco Shinobu.

Il piano di Anne

Quando però Anne scopre che proprio quell’uomo che ha riso di lei è stato scelto da suo padre come suo futuro marito, prende una decisione: farà di tutto per farsi detestare da lui e mandare a monte il matrimonio. Peccato che la determinazione e il carattere ribelle e anticonformista di Anne facciano invece particolarmente colpo su Shinobu Yuin. Il ragazzo infatti inizia ad innamorarsi di lei. D’altronde anche Anne poco a poco inizia a provare dei sentimenti, ma proprio quando i due iniziano ad avvicinarsi, il ragazzo viene richiamato al fronte.

Parte per la guerra contro la Russia mentre Anne, in attesa del suo ritorno, viene portata a vivere con i nonni di lui, i conti Yuin. Va detto che Shinobu è orfano (cosa che lo accomuna parzialmente ad Anne); è stato perciò preso sotto la tutela dei nonni sin da piccolo.

Un brutto scherzo del destino

Proprio quando Anne inizia a capire di essere innamorata di Shinobu, dalla Siberia, dove si sta combattendo la guerra, arriva una terribile notizia: il ragazzo è stato ferito in battaglia ed è poi morto. Una svolta che è per la nostra protagonista un pugno nello stomaco e che la segna profondamente. Anne, però, decide comunque di rimanere con i nonni di Shinobu. Sta loro vicina e li aiuta anche economicamente. Inizia perciò a lavorare per un giornale, nonostante questo significhi fare i conti con un direttore fortemente misogino.

madamoiselle anne giornalista

In realtà col tempo il direttore si rivelerà invaghito della nostra Anne e sarà poi determinante sul finale della storia, quando aiuterà la protagonista a scoprire la verità sul suo amato.

Il finale

Arriviamo così al finale di Mademoiselle Anne che regala al pubblico un colpo di scena. La svolta nella storia arriva quando in città giunge uno strano dirigibile con a bordo due nobili russi. Anne, insieme al direttore, accolgono insieme a molti altri giornalisti questa coppia ma per la protagonista è uno shock: il duca russo, Sasha, è identico al suo Shinobu. Inizia dunque a convincersi che sia davvero lui e architetta un piano per incontrarlo con l’aiuto del direttore del giornale.

Anne corre ad abbracciarlo ma Shinobu non la riconosce. Scopriamo allora che il ragazzo, dopo essere stato ferito in guerra, ha perso la memoria ed è stato ritrovato ed aiutato proprio dalla duchessa russa. Poco prima la donna aveva perso suo marito che, guarda caso, era molto somigliante a Shinobu. Così non gli dice la verità sulla sua identità, facendogli credere che è in realtà suo marito. L’incontro con Anne però cambia tutto: lui alla fine la riconosce e la raggiunge su una spiaggia dove lei sta passeggiando. Qui si scambiano un bacio romantico, dando all’anime un lieto fine.

madamoiselle anne finale

Mademoiselle Anne: curiosità e considerazioni sull’anime

Un taglio netto rispetto al manga

Chi ha visto l’anime per intero ha sicuramente notato nella parte finale qualcosa di strano, di non conforme al resto. La storia di Anne fila liscia fino ad un certo punto quando, improvvisamente, sembra essere stravolta drasticamente. Sembra insomma manchino dei passaggi, soprattutto sul finale quando Anne e Shinobu si ritrovano ma non si comprende bene come e per merito di chi. Ebbene, sappiate che questa sensazione trova una concreta risposta nel fatto che l’anime sia stato tagliato rispetto al manga.

Se il manga ottiene in Giappone un discreto successo, l’anime non rimane al passo. Il suo seguito è abbastanza scarso e porta gli addetti ai lavori a prendere una drastica decisione: abbreviare la storia ed arrivare al finale il prima possibile. Anne e Shinobu avrebbero infatti dovuto incontrarsi dopo molto più tempo, dando spazio a più dinamiche. E di certo il loro ritrovarsi avrebbe poi trovato giustificazioni e motivazioni più plausibili. Il taglio, invece, dà la sensazione sul finale che manchi effettivamente una parte determinante della storia.

Anne, simbolo dell’emancipazione femminile

Abbiamo presentato la protagonista di quest’anime precisando subito che si trattasse di una ragazza orfana di madre. Non di certo una novità per gli anime degli anni ’80, categoria anzi popolata da orfani. Eppure Anne non è come tutti gli altri incontrati finora. Non ci troviamo infatti di fronte alla disgraziata orfanella che cerca riscatto e piange le sue sventure; Anne è forte e determinata ma è soprattutto una ragazza allegra, solare, a tratti davvero comica.

Anna è però anche una ragazza che incarna il desiderio di emancipazione femminile che inizia a sollevarsi in Giappone proprio in quegli anni; una volontà che lei stessa proclama nel primo episodio e che poi mette in scena nelle sua azioni anticonformiste. Anne per gli altri è ‘un maschiaccio’, ma soltanto perché rifiuta di adattarsi a regole imposte al mondo femminile, matrimonio combinato compreso. Questo fa di lei un importante simbolo per lo spettatore, che riesce a percepire un tale messaggio ma con toni leggeri, dati dalla personalità della protagonista.

Una storia d’amore condita da fatti storici e umorismo

Mademoiselle Anne è un anime impregnato dei valori giapponesi. Non è solo la cultura del tempo a trasparire perfettamente episodio dopo episodio, ma anche più concretamente gli usi e costumi della popolazione degli anni ’20. Dall’abbigliamento delle donne fino ai paesaggi: l’aspetto visivo dell’anime ci fa sentire profumo di Giappone fin dai primi frame.

Altro tratto da sottolineare, che dà un valore aggiunto all’anime, sono i chiari riferimenti storici. Ci ritroviamo immersi in un raffinato affresco del primo Dopoguerra, durante il quale non mancano spiegazioni e dettagli storici. Viene descritta la guerra, i suoi pericoli e drammi fino ai dolori che questa causava per la perdita di familiari e persone care.

Lungi però dal pensare che Madamoiselle Anne sia una anime dai tratti drammatici. Anche i racconti più seri sono infatti spezzati dal tono umoristico che l’anime assume grazie alla protagonista. Aspetto, questo, che ci fa comprendere di essere di fronte ad una commistione di generi, ciliegina sulla torna di un anime che sicuramente non va dimenticato.

La sigla

La sigla, dal titolo Mademoiselle Anne, è cantata da Stefania Mantelli con il coro de Le Mele Verdi. Il testo è di Maria Letizia Amoroso, con musica e arrangiamento di Silvio Pozzoli e Massimo Spinoza.

Volete rivivere altre storie legate agli anime degli anni ’80? Siamo andati all’avventura con la piccola Memole, combattuto al fianco di Re Artù e riso insieme ai Predatori del tempo. Abbiamo vissuto i tormenti d’amore di Johnny e della dolce Kyoko. Ci siamo immersi nelle battaglie su pattini a rotelle di Muteking; vissuto il drammatico percorso di Remi e ci siamo appassionati alle sfide sportive di Holly e BenjiShingo e Mila e Shiro. Ma anche molto, molto altro!

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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