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Maestro: com’è il film di e con Bradley Cooper

Maestro arriverà su Netflix il 20 dicembre.

A cinque anni di distanza dal debutto dietro alla macchina da presa A Star is Born, Bradley Cooper si affida ancora al Lido per la sua opera seconda Maestro, anch’essa a tema musicale. Il soggetto del racconto è infatti il celebre direttore d’orchestra e compositore Leonard Bernstein, scomparso nel 1990 dopo aver segnato l’immaginario collettivo con innumerevoli opere, fra cui citiamo West Side Story e le musiche di Fronte del porto. A dare corpo e volto al maestro è lo stesso Bradley Cooper (assente dal Lido per lo sciopero di attori e sceneggiatori ancora in corso), mentre la moglie di Bernstein, Felicia Montealegre, è interpretata da Carey Mulligan, autrice di nuova strepitosa performance, in bilico fra devozione, sopportazione e fragilità.

L’attore e regista mette in scena un biopic dalla confezione inappuntabile, che si muove con naturalezza fra il bianco e nero e il colore per raccontare le varie fasi della vita di Bernstein, spaziando liberamente dal melodramma al dramma familiare, con le musiche del protagonista a fare inevitabilmente da sfondo al racconto. Attraverso la dinamica del flashback, viviamo la gioventù di Bernstein, la sua ascesa nel mondo della musica e soprattutto la nascita dell’amore con Felicia Montealegre, l’unica vera certezza della sua vita insieme alle note.

Maestro: Bradley Cooper dirige e interpreta un convenzionale biopic su Leonard Bernstein

Maestro Bradley Cooper
Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

Dal punto di vista registico, Bradley Cooper mostra notevoli progressi rispetto ad A Star Is Born, dando vita a diversi momenti dal notevole impatto emotivo, come un’appassionata direzione di orchestra all’interno di una chiesa o i confronti fatti di silenzi e di sguardi a proposito della sessualità del protagonista fra quest’ultimo e sua moglie. Proprio questa tematica è sorprendentemente la trave portante di Maestro, che dedica numerose e ampie parentesi alla nota bisessualità di Leonard Bernstein, e alle conseguenze di quest’ultima sul suo matrimonio, con Felicia costretta a supportare numerosi tradimenti, senza tuttavia vedere mai intaccato il suo status di amore della vita della protagonista.

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Una scelta che ha l’effetto di mettere più volte in secondo piano l’amore del protagonista per la musica che, nonostante la presenza costante delle sue opere all’interno del racconto, facciamo spesso fatica a percepire. Il peregrinare di Leonard Bernstein fra Felicia e le sue disparate avventure sessuali con uomini regala momenti di dolente umanità, ulteriormente accentuati da una lunga digressione in pieno stile cancer movie sulla malattia di lei. Nonostante ciò, si ha sempre la sensazione che manchi un baricentro emotivo e narrativo in grado di sostenere il tutto, che in linea teorica dovrebbe essere proprio la musica. Il risultato è un film senza evidenti sbavature e ottimamente recitato, che tuttavia lascia la sensazione di aver assistito a una storia decisamente meno interessante dell’opera di Bernstein.

Maestro e Tár

Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

Come già accaduto per The Danish Girl (presentato proprio a Venezia nel 2015), paradossalmente emerge più la spalla sentimentale del protagonista che il protagonista stesso. Allora fu Oscar come migliore attrice non protagonista Alicia Vikander; potrebbe succedere lo stesso con Carey Mulligan, la cui prova perfettamente in equilibrio fra dignità, rabbia repressa e amore lascia il dubbio che in fondo il vero maestro sia proprio Felicia, capace di dirigere, instradare e correggere il genio ondivago del marito.

L’approdo di Maestro in concorso a Venezia 80 rende ineluttabile il confronto con Tár, film presentato proprio lo scorso anno al Lido grazie a cui Cate Blanchett vinse una meritatissima Coppa Volpi per la sua interpretazione di Lydia Tár, fittizia direttrice d’orchestra che proprio come il personaggio di Bradley Cooper è divisa fra il suo prodigioso talento e la tendenza a sabotare la sua vita privata. Un paragone che fa emergere ulteriormente le pecche di Maestro, talmente focalizzato sulla necessità di non scontentare nessuno da risultare innocuo e superficiale, al contrario del lavoro di Todd Field, ben più a suo agio nello sporcarsi le mani negli anfratti più reconditi dell’animo umano.

Maestro di Bradley Cooper: quando la vita è più grande del cinema

Maestro Bradley Cooper
Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.

Fra musiche struggenti, brevi apparizioni di abili interpreti come Matt Bomer e Maya Hawke e un trucco veramente da Oscar (che fa ben presto dimenticare le grottesche polemiche sulla protesi al naso di Bradley Cooper), c’è comunque tutto il necessario per appassionarsi a questo ben confezionato spaccato della fragilità e dell’imperfezione umana. Quando scorrono i titoli di coda, con una performance dal vivo del vero Leonard Bernstein, resta però il sospetto che per una volta la vita sia stata più grande del cinema.

Maestro di Bradley Cooper arriverà in cinema selezionati a dicembre e su Netflix a partire dal 20 dicembre.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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