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Mark Zuckerberg sotto accusa per lo scandalo Cambridge Analytica

Il procuratore di Washington DC apre una causa personalmente contro il fondatore di Facebook

Il procuratore del Distretto di Columbia Karl Racine ha fatto causa personalmente a Mark Zuckerberg per lo scandalo Cambridge Analytica. Secondo l’accusa, il fondatore di Facebook sarebbe “direttamente responsabile” per aver creato regole sulla privacy poco stringenti. Inoltre, non avrebbe avvisato prontamente gli utenti né eliminato tutti i dati compromessi.

Mark Zuckerberg sotto accusa per lo scandalo Cambridge Analytica

L’incidente risale al 2015 e ormai è noto. Il professore dell’Università di Cambridge Aleksandr Kogan avrebbe raccolto i dati di 270 mila utenti Facebook, per poi passare i dati alla società madre di Cambridge Analytica, che lavorava per la campagna elettorale di Donald Trump. Ma le informazioni vennero a galla solo nel 2018, quando Zuckerberg riconobbe in un post gli errori fatti in quella occasione.

Secondo Racine, procuratore generale per Washingon DC, Zuckerberg avrebbe violato il Consumer Protection Procedures Act. “Zuckerberg non è soltanto la faccia di Facebook. È personalmente coinvolto in quasi ogni importante decisione che l’azienda prende e il suo livello di influenza non è un segreto” spiega il procuratore.

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Racine aveva già fatto causa a Meta (allora nota come Facebook) nel 2018 e il caso è ancora aperto. Ma a marzo un giudice ha deciso che il procuratore non avrebbe potuto aggiungere Zuckerberg come parte accusata in quel processo. Quindi Racine ha deciso di aprire una seconda procedura direttamente nei confronti del CEO.

“Questo problema di sicurezza senza precedenti ha esposto milioni di informazioni di Americani e le policy del Signor Zuckerberg hanno reso possibile uno sforzo pluriennale per sviare gli utenti sull’enormità degli errori di Facebook. Questa causa non è solo giusta, ma necessaria. E manda un messaggio che i leader delle corporazioni, inclusi i CEO, saranno chiamati a rispondere delle proprie azioni”.

Al momento, Zuckerberg non ha risposta all’accusa. Vi terremo aggiornati.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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