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You will be there for us. In memoria di Matthew Perry

Il nostro omaggio a Matthew Perry, indimenticabile protagonista di Friends scomparso oggi all'età di 54 anni.

«Dove?». Non tutti lo ricordano, ma è questa la battuta con cui Chandler Bing chiude Friends, dopo 236 episodi e un successo planetario che a quasi 20 anni dalla chiusura della serie non accenna ad attenuarsi. Una battuta apparentemente semplice, ma fortemente voluta dal suo interprete per cogliere lo spirito di Chandler e di Friends; uno squarcio di paradossale ironia (dove andare a prendere il caffè se non al Central Perk che ci ha tenuto compagnia per 10 anni?) in un momento lacerante e commovente, in cui un gruppo di 6 amici si separa per sempre, chiudendo simbolicamente una stagione della loro vita. Una battuta che è stata fra i primi pensieri di molti stamattina, quando il mondo si è svegliato con la lacerante notizia della scomparsa di Matthew Perry e con la sensazione di avere perso un amico.

Una perdita incolmabile per il mondo del cinema e della televisione, per cui Matthew Perry non è stato solo Chandler Bing, ma anche il protagonista dei due FBI: Protezione testimoni, del gioiellino Studio 60 on the Sunset Strip, della sfortunata Go On e di tanti altri progetti che meriterebbero una rivalutazione. Un lutto che lascia attoniti per la giovane età di Matthew Perry (che aveva da poco compiuto 54 anni) e per il doloroso percorso che lo ha preceduto, fatto di dipendenze da Vicodin, metadone, anfetamine e alcol, di faticose risalite e di rovinose ricadute.

Un cammino raccontato con disarmante sincerità dallo stesso attore nel suo memoir «Friends», amanti e la Cosa Terribile (edito in Italia da La nave di Teseo) e presentato senza filtri agli spettatori di tutto il mondo in Friends: The Reunion, attesissimo ricongiungimento dei protagonisti della serie che ci presenta un Matthew Perry segnato nel fisico e nella mente dal suo lungo calvario.

Matthew Perry e Chandler Bing

Matthew Perry

La fragilità di Matthew Perry si riflette continuamente in quella del personaggio che gli ha dato popolarità in tutto il mondo; mai come nel caso di Chandler Bing, è impossibile scindere il personaggio dal suo interprete. Non è un caso che in una serie che eccelle per scrittura, per l’affiatamento fra i protagonisti e per le strepitose interpretazioni di tutti i membri del cast, i ricordi più intensi siano quasi sempre legati a Chandler, alla sua ironia e ai suoi rari dirompenti sprazzi di malinconia. Se all’inizio è impossibile non essere travolti dal suo umorismo caustico e strafottente, nel corso delle 10 stagioni dello show comprendiamo il percorso che ha condotto a questa attitudine nei confronti della vita, segnata dal divorzio dei genitori quando Chandler era solo un bambino, da un rapporto tormentato con la figura paterna e da un’anaffettività nei suoi confronti che riverbera nella sua sfera sentimentale.

La goliardia come rifugio dalle proprie insicurezze, lo scherno come arma di difesa da una vita sempre pronta a colpirti alle spalle, la battuta aspra e pungente come via di fuga per non dare voce ai propri veri sentimenti anche nei confronti degli affetti più cari, nel timore di essere feriti ancora una volta. Caratteristiche e dinamiche che provengono dalla stessa esperienza personale di Matthew Perry, figlio dell’attore John Bennett Perry e della segretaria stampa dell’ex primo ministro canadese Pierre Trudeau, Suzanne Marie Morrison Langford. Sballottato fra Ottawa e Los Angeles con il sogno di seguire le orme paterne nel campo della recitazione, circuito già in tenera età dalla dipendenza e con l’umorismo come unico strumento per attirare l’attenzione su di sé, per soddisfare il suo atavico bisogno di amore.

La risata come arma di difesa

Matthew Perry

Un’infinita altalena emotiva, sentimentale e fisica, che col senno di poi è evidente persino nei repentini mutamenti del suo Chandler: grazie al binge-watching reso possibile dallo streaming e dall’home video, possiamo notare i continui cambiamenti di peso di Matthew Perry nel corso di Friends, quantificabili anche in decine di chili nell’arco di pochi episodi e frutto, per sua stessa ammissione, della sua dipendenza del momento, a volte così annichilente da cancellare dalla sua memoria interi mesi di lavorazione dello show a cui resterà per sempre associato.

Come nella sua vita, Matthew Perry sul set camuffava i suoi insopprimibili problemi grazie a una vena comica irresistibile, che con il passare del tempo e degli episodi è diventata il vero e proprio collante di Friends. Nella serie che meglio di tutte ha saputo raccontare il momento della vita in cui gli amici sono l’unica vera famiglia, in un racconto in cui l’apparente nulla che si consuma fra un angusto appartamento e il bar si trasforma in quel tutto che ci permette di esistere e resistere a una vita insoddisfacente e a un lavoro sfibrante, Chandler Bing è il simbolo dell’amicizia più irriverente e verace. Quella che ride insieme a te dei tuoi difetti e delle tue debolezze, quella che affoga una lacrima sul punto di sgorgare con una risata, quella che supera a destra l’imprevisto in sella al grottesco e al paradossale.

Matthew Perry e la Cosa Terribile

Matthew Perry

La vita però non è né il cinema, né la serialità televisiva, e in questo caso ci ha tenuto a ricordarlo con forza e cattiveria. Proprio mentre il suo Chandler trova finalmente serenità e amore, tuffandosi in un arco narrativo che fa sfociare la sua complessità nel matrimonio con Monica e in una nuova splendida famiglia, Matthew Perry precipita in un vortice di autodistruzione e dipendenza, mettendo più volte a repentaglio la sua vita e il suo lavoro e sabotando così una carriera che avrebbe meritato palcoscenici ancora più grandi. Un mix di incoscienza e accettazione di sé che in «Friends», amanti e la Cosa Terribile racconta con dovizia di particolari, comunque felice di ciò che ha ottenuto:

«Chi diventerò? Chiunque sarò, lo considererò un uomo che ha finalmente acquisito il gusto per la vita. Ho combattuto quel gusto, diamine se l’ho combattuto duramente. Ma alla fine ammettere la disfatta è stato vincere. La dipendenza, la Cosa Terribile, è fin troppo potente perché qualcuno possa sconfiggerlo da solo, Ma insieme, un giorno alla volta, possiamo ridurlo al tappeto. L’unica cosa giusta che ho fatto è stata non mollare mai, non ho mai alzato le mani dicendo “Basta così, non ne posso più, hai vinto tu”. E, per questa ragione, posso camminare a testa alta ora, pronto ad accogliere qualsiasi cosa arrivi. Un giorno o l’altro potreste essere chiamati ad affrontare qualcosa d’importante, perciò siate pronti».

Matthew Perry e Friends

In una serie che ha fatto del reciproco conforto e dell’I’ll Be There for You il proprio motto e la propria sigla, Matthew Perry è stato la scheggia impazzita capace di tenere insieme il tutto, dandogli senso e forza. Ora che anche la sua storia è giunta alla fine, nel più triste e straziante dei modi, non possiamo evitare di chiederci se quell’allegro e scanzonato brano, che abbiamo ascoltato prima di ogni puntata di Friends, abbia trovato effettivo riscontro nella vita di questo fragile e sfortunato attore, o se invece la solitudine e il mancato aiuto delle persone a lui più care abbiano giocato un ruolo fondamentale in questa vicenda.

Domande a cui non avremo mai risposta, che da adesso in poi ci accompagneranno ogni volta che rivedremo Friends, abbandonandoci alle solite risate, rigate però da un velo di malinconia.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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