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Musk vuole spostare il processo con Twitter al 2023 per analizzare i dati sui bot

Il miliardario vuole analizzare "centinaia di miliardi di azioni su Twitter"

Elon Musk ha cheisto alla Corte di Chancery in Delaware di rigettare la richiesta di processo rapido di Twitter: vuole che il processo parta nel 2023. Questo tempo servirebbe per analizzare i dati sui bot di Twitter, che secondo Musk e i suoi avvocati invalidano l’acquisizione, ormai fallita.

Musk punta a spostare il processo con Twitter al 2023

Twitter vorrebbe un processo veloce, da completare a settembre 2022. Musk invece punta di iniziare il processo il 13 febbraio 2023. Gli avvocati del miliardario dicono che “Twitter ha usato una tattica di ritardi resistendo per due mesi le richieste di informazioni”. E ora vorrebbero accelerare i tempi per evitare un’analisi completa dei dati sullo spam.

Secondo Twitter invece un processo rapido risulta necessario per dare il tempo anche alla corte di appello per valutare la decisione. E afferma che alla Corte e agli avvocati di Musk restano “più di due mesi per completare la ricerca pre-processuale”.

twitter e commerce

Twitter vorrebbe terminare il processo e l’eventuale appello prima del 24 ottobre, quando sarebbe dovuta avvenire l’acquisizione. Mentre gli avvocati di Musk dicono che l’unica data insuperabile è quella del 25 aprile 2023, quando i prestiti a supporto dell’acquisizione scadrebbero.

Il tema di Musk vuole quindi il tempo per depositare 30-40 deposizioni sui fatti e almeno 12 deposizioni di esperti.

Musk aveva obiettato che Twitter analizza per valutare il numero di bot solo 100 account giornalieri, solo una percentuale minuscola degli utenti attivi giornalmente. Ma dall’altro lato Twitter contesta che Musk non ha presentato alcuna prova a favore del fatto che le analisi fossero sbagliate. E ora il miliardario starebbe chiedendo più tempo per trovare delle prove, pur sapendo già il numero di deposizioni che vuole presentare. Inoltre, sembra che nell’accordo firmato da Musk il numero di bot non fosse tra le clausole per l’acquisizione, e non avrebbe quindi rilevanza per un eventuale annullamento.

Una posticipazione sembra poco probabile secondo molti esperti legali americani. Ma non è detta l’ultima parola: vi terremo aggiornati.

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Source
Ars Technica

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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