fbpx
MobileNewsTech

Quando arriverà il 6G? Inizia la fase di progettazione

Con la definizione dei casi d'uso inizia la progettazione della prossima generazione di reti

Non tutte le zone sono coperte dal 5G, non tutti gli smartphone e pochi altri dispositivi supportano il nuovo standard della comunicazione. Ma i principali laboratori al mondo stanno già compiendo esperimenti sulla sesta generazione, con alcuni importanti produttori che stanno avviando la fase di progettazione per il 6G. Quindi quanto potremo testare la nuova rete 6G? E quali novità porterà con sé?

6G: quando arriverà e quali novità potremo sperimentare

La nuova generazione delle telecomunicazioni inizia a muovere i primi passi, anche se per molti utenti il 5G è ancora poco più di un miraggio. È nella natura dei cambi infrastrutturali così importanti, la rete deve essere pronta prima dei dispositivi che la useranno.

I test stanno già cominciando. La Next Generation Mobile Networks Alliance (NGMN) ha già identificato 50 diversi casi d’uso, divisi in quattro classi, per analizzare il 6G. Le due più grandi sono la comunicazione umana e quella fra le macchine, confermando il trend dell’interconnessione visto già con il 5G. In questo modo le aziende nei settori più disparati potranno sperimentare le applicazioni di questa nuova rete.

Quando arriverà la tecnologia 6G?

Progettare una rete tanto complessa non può avere una data di scadenza precisa. Ma gli esperti del settore sono d’accordo nel dire che ci vorranno almeno ancora otto anni per arrivare a utilizzare questo nuovo standard. Ma la data del 2030 non va presa come un traguardo fisso e immobile. Anzi, ci saranno diverse fasi.

Con ogni probabilità dal 2025 inizieranno i primi casi d’uso specifici, con un rilascio di uno standard 6G già nel 2028. Tuttavia, molti esperti concordano nell’affermare che in questo decennio l’uso commerciale ed enterprise non sarà diffuso, limitandosi a casi isolati e sperimentazioni.

oppo libro bianco del 6g min

Il consenso è che il 6G diventerà la rete per comunicare con altre persone e con le macchine (come tutti gli accessori della nostra smart home) nel corso degli anni ’30 di questo secolo, senza specificare esattamente quando. Il passaggio sarà graduale e con diverse priorità: come sempre le aziende guideranno il cambiamento, avendo necessità più alte. Ma il primo smartphone (se useremo ancora gli smartphone) che compreremo dopo il 2030 con ogni probabilità supporterà il 6G.

Quali novità porterà questa tecnologia?

Il capo progetto per i Nokia Bell Labs per il 6G Volker Ziegler ha spiegato a Wired (in un’intervista esclusiva che vi consigliamo di leggere) che: “La nostra visione è che il 6G spalancherà le porte al potenziale umano. Riteniamo che le caratteristiche chiave delle reti nell’era del 6G debbano includere sostenibilità, affidabilità e inclusione digitale per aiutare il mondo a progredire in maniera sinergica“.

Una grande novità inoltre è che questa rete si porrà questi obiettivi sfruttando le nuove tecnologie. Infatti per l’ottimizzazione dell’interfaccia radio si utilizzeranno l’intelligenza artificiale e il machine learning. Questo dovrebbe portare l’efficienza a livelli impossibili con le tecniche standard. I trasmettitori e i ricevitori saranno automatizzati per ridurre la latenza e migliorare le prestazioni.

Latenza bassissima, per diverse applicazioni (non solo industriali)

Il 5G si pone già l’obiettivo di abbassare moltissimo la latenza. Un’esigenza importante nel settore commerciale (tutti noi preferiamo giochi responsivi e streaming in diretta) ma essenziale a livello industriale. Il 6G dovrebbe portare un perfezionamento dei Servizi Ultra Affidabili a Bassa Latenza (URLLC), scendendo sotto al millisecondo.

6G in Europa

In questo modo non solo potremmo avere robot nelle fabbriche capaci di rispondere a diversi stimoli e ridurre l’intervento umano. Potremo vedere applicazioni nel campo medico, per esempio attraverso la chirurgia remota, con i medici che possono intervenire anche a distanza. Ma forse l’intervento più importante sarà nel settore automobilistico, dove la guida autonoma potrà diventare più sicura e diffusa.

A Wired, Ziegler ha anche spiegato che lo spettro della rete si espanderà per casi d’uso precisi anche sopra ai 100GHz. Ma i nuovi blocchi dovrebbero trovarsi soprattutto fra i 7 e i 20GHz, permettendo la tecnologia MIMO (Multiple Input Multiple Output). Questo permetterà a tutti i dispositivi collegati non solo di ricevere dati dalla cella ma anche di inviarli, senza ritardi di alcun tipo. Qualcosa di fondamentale per consentire una latenza minima anche in aree densamente popolate, visto l’aumento costante dei dispositivi connessi.

Le tecnologie possibili quando arriverà il 6G

Se da un lato la nuova rete permetterà di accelerare la rete e migliorare quello che il 5G sta portando in sempre più aree geografiche, alcune tecnologie dipendono dal successo del nuovo network per funzionare. Stiamo parlando per esempio delle cosiddette ‘architetture cognitive’, le intelligenze artificiali collegate in cloud che diventeranno essenziali per sempre più aziende. Che grazie al 6G potremo difendere con una filosofia zero trust e monitoraggio costante, con la possibilità che sia introdotta la crittografia quantistica per proteggere i dati (da dopo il 2028).

Inoltre, avrà un ruolo sempre più importante la telepresenza. Che potrebbe evolvere dalle videochiamate che usiamo oggi fino ad esperienze VR e olografiche. Se anche il metaverso di Meta non dovesse prendere piede, queste tecnologie potrebbero diventare importanti per molti settori.

Per esempio il sanitario, dove ci sarà la possibilità di un’assistenza sanitaria costante, anche grazie al monitoraggio 24 ore su 24. L’introduzione di elementi di extended reality, che introducono anche gli altri sensi nella realtà digitale (il tocco con la vibrazione, per esempio) potrebbero permettere nuovi tipi di relazioni a distanza, in diversi ambiti.

Il 6G potrebbe spalancare diverse porte tecnologiche, oltre che velocizzare la rete per navigare nel web. Le possibilità sono davvero tantissime e l’obiettivo è quello di renderle possibili, almeno da dopo il 2030, quando potremo sperimentare direttamente il 6G.

In Italia, Tim, il Politecnico di Torino, l’Università di Pisa e altri atenei stanno sperimentando con il nuovo standard. Parte di una comunità Europea e mondiale dedicata al futuro delle telecomunicazioni. Che sembra sempre più vicino.

OffertaBestseller No. 1
TP-Link TL-WA850RE Ripetitore Wireless Wifi Extender e...
  • TL-WA850RE Velocità di trasmissione fino a 300 Mbps con frequenza 2.4 Ghz, ideale per streaming video ed online gaming
  • L'installazione a muro rende sufficiente la presenza di una presa elettrica per l'utilizzo del prodotto
  • È sufficiente la pressione del tasto WPS sull'access point / router sorgente seguita dalla pressione del tasto Range...

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🍎Nuovi iPad e accessori: cosa aspettarsi dall’evento Apple del 7 maggio
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Source
Wired

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button