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La recensione di Border Bots VR

Border Bots VR è un gioco casual dallo sfondo molto umoristico. È ambientato in un futuro distopico dove i robot si occupano di tutto e gli umani stanno giusto a guardare. Nel gioco vestiamo il ruolo di un ispettore incaricato di ammettere o meno i robot in città. Abbiamo provato Border Bots VR in anteprima per voi e ve lo raccontiamo in questa recensione.

Border Bots VR

È un po’ difficile descrivere in poche parole che tipo di gioco è Border Bots VR. Fondamentalmente, si tratta di un gioco in cui manipoliamo gli oggetti di un ambiente virtuale. Quello che lo rende appassionante, però, sono la storia e il contesto.

Immaginate un futuro distopico in cui tutto il lavoro è delegato ai robot. Lavoro di qualunque tipo, incluso parlare al telegiornale. I pochi umani rimasti sono praticamente nullafacenti e osservano un mondo popolato da macchine. Poi succede l’inaspettato: c’è un problema con la popolazione robotica e bisogna verificare che possano entrare in città. Per farlo, però, serve un umano. Questo vuol dire che, per la prima volta in decenni, degli esseri umani avranno un lavoro. Siccome non esistono più meccanismi di selezione si va per estrazione e il primo vincitore, guarda caso, siamo noi.

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Il nostro compito è apparentemente semplice. Un robot si presenta allo sportello con la sua scheda e noi, dopo averlo esaminato, dovremo approvarlo o meno all’ingresso. Diciamo apparentemente semplice perché a ogni turno di lavoro si aggiungeranno nuovi elementi da valutare, oggetti da usare o pulsanti da schiacciare. Se alla fine del turno avremo valutato correttamente abbastanza robot, la giornata si chiuderà in positivo.

L’ambientazione, se siete degli appassionati di giochi indipendenti, non è proprio nuovissima. Qualcuno potrebbe aver già riconosciuto elementi di “Papers, Please” e “Peace, Death!“. Border Bots VR si ispira chiaramente a questi due titoli indipendenti, ma rinnova la formula. Non solo per il VR ma aggiungendo una storia estremamente divertente e umoristica.

border bots vr holo
Il telefono con olo-proiettore da polso

Una progressione costante

Giocando a Border Bots VR per fare questa recensione la cosa che ci ha appassionato è stata la costante progressione delle attività: il fatto che nessun giorno, nessun turno, è stato uguale a quello precedente.

Durante il giorno ci svegliamo a casa, guardiamo il notiziario e abbiamo a che fare con i robot domestici. Poi, usciamo sul balcone, chiamiamo un avio-taxi e andiamo in ufficio. Finito il torno in ufficio, il ciclo ricomincia con noi che ci svegliamo la mattina dopo.

Il punto è che ogni giorno la situazione diventa sempre più divertente, complessa e paradossale. A casa, i robot domestici aumentano, ci chiedono di fare azioni per loro e interagiscono in maniera sempre più bizzarra. In ufficio, c’è sempre un pulsante in più da premere o un elemento nuovo da osservare. Una leva per mettere in quarantena i robot, un pulsante per ispezionarli da vicino, le targhe contraffatte, merce di contrabbando nascosta e altro ancora. Questo senza contare le interazioni via olo-proiettore da polso con personaggi improbabili e i robot colorati e vestiti in maniera via via sempre più eccentrica.

Insomma; nonostante questo genere di giochi è facile diventino ripetitivi in fretta, con Border Bots VR non ci siamo annoiati veramente mai.

border bots vr robot
Robot sicuramente con del carattere

Le meccaniche di gioco

Il gioco si divide in due fasi: in ufficio e a casa. In ufficio siamo virtualmente seduti (o in piedi) e abbiamo usa serie di oggetti attorno a noi. Per cui, allunghiamo le mani, afferriamo degli strumenti e li usiamo. A casa, interagiamo con l’ambiente e i robot domestici e, oltre alla manipolazione abbiamo anche la meccanica del movimento.

Il movimento può essere sia con teletrasporto sia con una transizione continua. Se soffrite di cinetosi (vi viene facilmente il mal di mare giocando in VR) vi suggeriamo la prima opzione. Nel nostro caso, siamo andati avanti ore senza il minimo disturbo.

Per quanto riguarda la meccanica dello spostamento in se, quando siamo a casa, se dobbiamo essere onesti, non ci è sembrata comodissima. In pratica, puntiamo dove vogliamo appoggiare i piedi e, spesso, o siamo troppo lontani da quello che vogliamo prendere o ce lo abbiamo praticamente addosso. In alcuni casi un po’ più di spazio tra i mobili non più avrebbe fatto male, tanto più che è anche virtuale. Comunque non preoccupatevi, perché in casa ci rimarrete sempre per un tempo abbastanza limitato.

Un piccolo problema di lingua

Da segnalare, visto che sappiamo che per qualcuno può essere un problema, il gioco è regionalizzato in italiano per quanto riguarda tutte le scritte, inclusi i sottotitoli del telegiornale. La parte parlata è solo in inglese. La pronuncia è secondo noi accessibile, ma è comunque anche possibile attivare dei sottotitoli olografici.

La recensione di Border Bots VR in breve

Border Bots VR è un gioco casual in cui vestiamo i panni di un ispettore umano per i robot. Dobbiamo approvare o meno l’accesso di robot in città sulla base si una serie progressivamente più complicata di criteri. Il gioco ci ha fatto divertire tantissimo per la sua anima scanzonata e ci ha tenuti con la testa nel visore per ore, con la voglia di capire come va a finire la storia.

Se siete giocatori casual, visto il prezzo, è un acquisto su steam o su playstation store che vi consigliamo davvero di valutare. La rigiocabilità, onestamente, non è altissima una volta che si sa come finisce la storia, ma, per 17 euro, ne vale decisamente la pena.

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Dario Maggiorini

Un boomer con la passione dei videogiochi fin dai tempi di rogue e nethack. Alla fine sono riuscito a farne un lavoro sospeso tra Techprincess e l'accademia. Ho speso gran parte della mia vita a giocare, il resto l'ho sprecato.

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