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La recensione di The Rumble Fish 2, un fighting arcade decisamente retrò

Dobbiamo tornare indietro di almeno vent’anni abbondanti, a cavallo tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila, quando i giochi arcade di combattimento in 2D stavano prendendo il sopravvento. C’erano ancora le sale giochi, quegli ambienti ormai quasi mitologici pieni di titoli di combattimento, racing game e altri competitivi, spesso anmche per due giocatori. I titolo di derivazione e produzione giapponese stavano prendendo piede anche nelle nostre abitudini videoludiche, con una fondamentale differenza. Se alcuni franchise riuscivano a sbarcare anche sulle console, come Tekken, Mortal Kombat, Dead Or Alive e altri ancora, dall’altro lato vi erano titoli che non potevano godere di questo upgrade. Tra questi, anche The Rumble Fish 2 riesce solo oggi a godere di un porting su Steam, su cui abbiamo messo le mani per raccontarvi le nostre opinioni. Siamo riusciti a riesumare un’antica gloria del fighting arcade con successo, o siamo scesi dal ring con qualche dolorino?

The Rumble Fish 2, si riaprono combattimenti dimenticati

Esce dalle fucine di 3Goo questa riedizione dell’originale prodotto da Dimps nel lontano 2005, titolo che aveva contribuito a porre le basi di Street Fighter. Questo accadeva perché Dimps venne fondata da Takashi Nishimaya, il produttore esecutivo proprio di Street Fighter e il creatore del franchise Fatal Fury. Una bella combo, che porta oggi ad avere The Rumble Fish 2 a maggior ragione rivisitato in una maniera abbastanza soddisfacente.

Il titolo presenta una plethora abbastanza interessante, quanto tradizionale per i fighting games, di personaggi, proponendo anche un sistema di battaglia abbastanza fluido. Questo ci permette di godere appieno dei nuovi personaggi aggiunti rispetto a quanto uscito quasi vent’anni or sono. Possiamo immaginarlo: la trama sottostante non è nulla di straordinariamente complesso o dalla scrittura elaborata.

the rumble fish 2

Dall’altra parte invece abbiamo qualche complessità ulteriore rispetto ai 16 personaggi previsti (di cui 3 nella Collector’s Edition), da un punto di vista del contenuto puro. Questi combattenti si collocano in un momento temporale alla fine del XX secolo, quando una catastrofe naturale ha colpito la zona orientale di una nazione. Dopo poco tempo, il conglomerato PROBE-NEXUS, anche noto come Probe, intraprende la ricostruzione di questa zona. Qui però, in una zona sottosviluppata, ci sono i cosiddetti bassifondi, dove qualcosa sta accadendo…

Un porting con parecchie reminescenze amarcord

Guardiamo anche alle meccaniche di gioco, dove la ripresa di alcune di queste anche finite nel dimenticatoio rende The Rumble Fish 2 interessante. L’indicatore sia di difesa che di offensia, simile a quanto vediamo in Mortal Kombat 11 è una feature peculiare. Anche Advance Moves ci consente di sfruttare l’uso della nostra barra anche per le combo, portandoci ad attacchi davvero devastanti.

The Rumble Fish 2

La selezione di modalità di gioco disponibili sono limitate. Tra queste, contiamo Arcade, Time Trial e Survival, per quanto riguarda il comparto offline, mentre abbiamo solo il matchmaking online. Nient’altro. Difficile rendere il titolo più interessante di altri fighting, con così poca scelta per renderlo effettivamente appetibile. Per quanto possa essere difficilmente competitivo però, potrebbe essere in grado di aprire la strada a ulteriori porting dal mondo videoludico giapponese che finora non sono mai arrivati sul nostro mercato.

Oltre a questo augurio che facciamo allo scenario occidentale dei videogames, abbiamo anche apprezzato i modelli in cel-shading 3D della grafica. Per quanto The Rumble Fish 2 risenta ancora oggi in maniera evidente degli anni trascorsi, mantiene ancora viva una sua identità estetica. Sia negli sfondi e nelle ambientazioni, sia nella realizzazione dei personaggi.

Oltre a questa peculiare grafica, vi vogliamo dare un suggerimento nell’approccio a questo gioco. Come parecchi fighting games in 2D sarebbe molto più utile approcciarvi con uno stick (opzione ideale, ma poco fattibile) o con un controller. Il gioco su Steam, per come lo abbiamo testato, supporta questa modalità, che vi consigliamo caldamente per una esperienza migliore e più apprezzabile.

La recensione di The Rumble Fish 2 in pillole

In poche parole, The Rumble Fish 2 è un classico fighting arcade che ha avuto la fortuna di godere di un porting a quasi vent’anni dalla sua uscita. Rimane un prodotto di nicchia che dalla cultura nipponica riesce ora a sbarcare sulle console occidentali, senza nascondere i segni del tempo e qualche difficoltà. Per quanto sia gradevole il recupero di alcune tipologie estetiche nelle grafiche, le modalità di gioco rimangono ridotte e per nulla originali o competitive. Sia online che offline. Rimane comunque una conquista per i videogiocatori che desiderano mettere le mani su vecchie glorie, anche nascoste, e finora introvabili al di fuori del Giappone. Gioie e dolori dei porting. Come spesso accade.

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