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Resident Evil 3 Remake recensione: ritorno a Raccoon City

Torniamo a Raccoon City nei panni di Jill Valentine, membro ufficiale del dipartimento di polizia S.T.A.R.S. Riusciremo a fuggire dalle grinfie del Nemesis ancora una volta ed abbandonare la città?

Oggi, 3 aprile, diamo il benvenuto a Resident Evil 3 Remake con questa recensione. Molte sono state le opinioni riguardo questo titolo, uno dei più attesi del 2020: dopo esserci informati attentamente ed averlo provato, siamo finalmente pronti a dirvi cosa ne pensiamo.

Siete pronti ad incontrare nuovamente il Nemesis?

Resident Evil 3 Remake recensione: due storie parallele

Resident Evil 3 si svolge parallelamente al capitolo precedente, iniziando un giorno prima e concludendosi quello successivo. Protagonista di questa nuova avventura è Jill Valentine, membro S.T.A.R.S. che si trova in città nel momento del contagio e fa affidamento alle sue abilità per sopravvivere e tentare di fuggire.

Purtroppo per lei la fuga si rivelerà un’impresa complicata a causa della presenza di Nemesis, un altro tipo di Tyrant creato dalla Umbrella Corporation per uccidere definitivamente tutti gli agenti della S.T.A.R.S. in quanto testimoni delle loro reali attività.

Nel corso della sua avventura incontrerà nuovi personaggi, nemici che la metteranno in seria difficoltà e verrà a conoscenza di importanti informazioni riguardo il virus che sta terrorizzando le strade della città.

Riuscirà la nostra Jill a fuggire da Raccoon City ancora una volta?

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Modalità e informazioni importanti

Come nel capitolo precedente, possiamo scegliere con quale difficoltà iniziare. Esse si dividono in assistita, standard ed estrema: noi abbiamo scelto di iniziare con quella standard.

Nella modalità assistita, ad esempio, avremo a disposizione più munizioni, avremo tutti gli slot dell’inventario sbloccati ed inizieremo la partita con la pistola e un fucile d’assalto. Inoltre i nemici saranno più deboli e sarà possibile usufruire della mira assistita.

In quella estrema invece dovremo fare attenzione ai nemici che saranno più forti e contare le munizioni perché saranno estremamente difficili da reperire. In sostanza, la modalità standard dovrebbe essere una via di mezzo: niente mira assistita, munizioni equilibrate e nemici forti ma non troppo.

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La prima differenza sostanziale che salta subito all’occhio, controllando il nostro inventario, è la presenza del coltello: rispetto al capitolo precedente non si romperà e ci accompagnerà nella nostra avventura fino alla fine.

Fin dal lontano 1999, Resident Evil 3 Nemesis ha ricevuto molte critiche, sia positive che negative. Questo, per un motivo o l’altro, ha spinto il pubblico a paragonarlo al secondo capitolo senza però contare che si tratta di due titoli differenti. Il nucleo principale è sempre lo stesso ma le modalità di gioco sono abbastanza diverse.

Ciò che non dobbiamo perdere di vista e che ci tengo a sottolineare è che ora, nel 2020, abbiamo un remake di Resident Evil 3 quindi l’unico metro di paragone logico su cui possiamo fare affidamento è solo ed esclusivamente il titolo originale. Non il remake di Resident Evil 2.

Quando l’anno scorso Capcom ci regalò il remake del secondo capitolo, i paragoni sono stati fatti solo con l’originale del 1998 e non con il remake del primo capitolo. Con il secondo è possibile mettere in luce alcune differenze di cui vi parlerò più avanti.

Un agente esperto e più azione

Resident-Evil-3-remake-Jill-recensione-tech-princessNel 1999 uscì Resident Evil 3: Nemesis, titolo inizialmente progettato come spin-off con un protagonista differente: questo titolo fu appositamente progettato per avere un gameplay più orientato all’azione rispetto ai precedenti. Vi è anche un maggior numero di nemici e la presenza del Nemesis.

Ciò significa che quelle munizioni in più che si trovano nella modalità standard non sono “in più” ma semplicemente equilibrate con l’ambiente che ci circonda e la quantità di nemici che dobbiamo affrontare.

Jill è un agente S.T.A.R.S. con parecchia esperienza e questo significa che è stata addestrata per affrontare situazioni ostili. Il titolo, come l’originale, introduce la schivata che ci permetterà di evitare nemici qualora le munizioni fossero poche ed evitare gli attacchi del Nemesis.

Attivando la schivata nel momento giusto, il tempo rallenterà qualche secondo dandoci l’opportunità di colpire il nemico (se stiamo impugnando la pistola) oppure di colpire automaticamente lo zombie nel caso in cui stessimo impugnando invece il coltello.

La schivata sarà la nostra alleata più fedele, quindi vi invito utilizzarla. All’inizio sarà un po’ difficile controllare schivata e telecamera per inquadrare al meglio il nemico, ma con un po’ di allenamento verrà più naturale.

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Resident Evil 3 Remake recensione: grafica d’impatto e sonoro differente

Le ambientazioni e i personaggi, da un punto di vista grafico e tecnico, non possono che essere classificate come spettacolari. La caratterizzazione dei personaggi è stata svolta egregiamente e invito coloro che credono che Jill somigli ad un uomo, a riguardarla molto attentamente (mannaggia a voi!).

Carlos, superficialmente parlando, ha rubato il mio cuore e se la batte con Leon ma questi sono dettagli insignificanti.

Le ambientazioni sono varie e sono principalmente all’aperto: questo implica una forte diminuzione dell’elemento ansiolitico che ci aveva pervasi nel corso del capitolo precedente. Ciò non significa che sia meno pauroso, si tratta di pura logica: un luogo chiuso, stretto e al buio rispetto ad uno all’aperto (anche se in fiamme e circondato da zombie) ci trasmetterà inevitabilmente più ansia.

Jill-Resident-Evil-3-Remake-recensione-Tech-Princess

Questo significa anche che il sonoro si andrà a perdere ma per le giuste motivazioni. Non ci troviamo più in un ambiente chiuso per cui non dobbiamo più prestare troppa attenzioni ai versi del licker o peggio, ai pesanti passi del Tyrant.

L’ambiente stretto, inoltre, implica movimenti più lenti mentre quello all’aperto ci permette di fuggire più facilmente e di correre senza paura. Non preoccupatevi però, ci saranno occasioni in cui dovremo necessariamente esplorare ambienti chiusi e quel senso di ansia che tanto abbiamo amato, tornerà più intenso che mai.

Non credete che questo elemento renda il tutto più facile perché gli ambienti all’aperto devono essere sfruttati al meglio.

In questo remake, così come nel titolo originale, troveremo dei barili esplosivi a cui potremo sparare nel caso in cui dovessimo ritrovarci davanti un numero elevato di nemici. In giro troveremo anche una nuova aggiunta ovvero dei generatori elettrici che, se colpiti, daranno la scossa agli zombie paralizzandoli per qualche secondo.

Quali sono i reali difetti di questo remake?

Parliamo di difetti, che sono l’argomento più discusso riguardo questo titolo. Non mi trovo totalmente d’accordo con molte opinioni esterne, o meglio sì, in parte. Ritengo che alcune questioni non siano state analizzate a fondo. Proverò a spiegarmi meglio in modo che possiate comprendere ciò che intendo.

La longevità del titolo, che si aggira tra le 5 e le 6 ore, può essere considerata un difetto principalmente a causa dell’alto costo del gioco. Qui ci sono vari fattori da prendere in considerazione.

Dobbiamo calcolare che stiamo pagando per provare un titolo vecchio con una grafica nettamente superiore a quella di vent’anni fa, un titolo che ci teletrasporta all’interno della storia e ce la fa vivere in prima persona. Si tratta comunque di un lavoro duro e che ha richiesto tempo.

È anche vero però che all’epoca il titolo originale fu criticato perché era corto ed è questo l’elemento da analizzare. L’errore non sono le poche ore di gioco ma il fatto che la Capcom abbia ripetuto lo stesso sbaglio per cui venne già criticata.

RES3-Carlos-Ospedale-Tech-PrincessCome ci avevano anticipato, alcune ambientazioni hanno ricevuto dei cambiamenti che le hanno migliorate, così come i nemici presenti. Alcuni personaggi, invece, hanno avuto più spazio all’interno del gioco permettendoci di conoscerli meglio.

Qui purtroppo troviamo un altro gravissimo errore della Capcom: cambiare e migliorare le ambientazioni ha senso, rende il tutto ancora più reale; dare spazio ad alcuni personaggi pure, poiché sono fondamentali e se lo meritano.

Eliminare però parti fondamentali del titolo non lo accetto. Ogni livello nel titolo originale aveva il suo perché: abolendo una parte di essi, il gioco perde la sua essenza. Inoltre è bene sottolineare la mancanza di molti enigmi,  uno dei fulcri principali dell’intera saga di Resident Evil. Questo ha contribuito ad accorciare ulteriormente  il titolo.

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Resident Evil 3 Remake recensione: grazie Capcom per alcune modifiche

Possiamo però ritenerci fortunati sotto alcuni punti di vista, poiché siamo stati aiutati dagli sviluppatori. Di cosa parli, Veronica? Miei cari amici, sto parlando della grazia che ci ha concesso la Capcom con l’inventario e la possibilità di salvare il gioco.

In Resident Evil 3, come nel capitolo precedente, abbiamo la possibilità di ampliare il nostro inventario: troveremo vari borselli nel corso del titolo che aumenteranno gli slot a nostra disposizione. Nei titoli originali invece ne avevamo a disposizione solo otto e dovevamo giostrare al meglio gli oggetti con le casse.

Resident-Evil-3-originale-Tech-Princess

Inoltre nel corso di questo remake troveremo dei potenziamenti per le nostre armi che, per nostra fortuna, occuperanno lo stesso slot dell’arma potenziata.

Infine, come dimenticare il fantastico nastro d’inchiostro che rendeva il tutto ancora più fastidiosamente eccitante? Il senso di sfida era dovuto anche a questo: senza nastro d’inchiostro, che tra le altre cose occupava uno slot fondamentale, non si poteva salvare.

La Capcom fortunatamente ci ha graziati nel secondo e terzo remake poiché possiamo salvare quanto vogliamo, senza bisogno di inchiostro che ci occupa inutilmente gli slot.

Corri, scappa, c’è il Nemesis oppure no?

Si temeva che il Nemesis non fosse così tanto presente come nei trailer ma, mi dispiace per voi, sarà una bella spina nel fianco. Le sue apparizioni saranno ben equilibrate, a mio parere, e come nel titolo originale subirà delle mutazioni che si divideranno in tre fasi.

Come già sappiamo, il Nemesis è un’arma biologica creata appositamente per eliminare i membri della S.T.A.R.S: è una creatura mostruosa, estremamente potente e in grado di brandire armi. Dopo aver eliminato Brad Vickers all’inizio del titolo, intraprenderà un’intensa caccia al topo con la nostra povera Jill.

Il Nemesis non si può uccidere facilmente, lo sappiamo e lo abbiamo provato sulla nostra giovane pelle. All’epoca avevamo la possibilità di fuggire o di combatterlo: questo ovviamente implicava l’utilizzo di più munizioni ed una certa abilità nell’evitare i suoi attacchi.

In Resident Evil 3 Remake ci saranno occasioni in cui dovremo solamente fuggire, vere e proprie scene action che ci terranno col fiato sospeso, tra salti nel fuoco e nel vuoto e situazioni in cui dovremo affrontare l’essere.

Nel perimetro della zona in cui combatteremo, riceveremo sempre un piccolo aiuto: no, non è un lanciarazzi lanciato da Ada Wong all’ultimo minuto, ma semplicemente qualche erbetta per la vita e munizioni.

Nemesis-RES3-Tech-Princess

Le munizioni fornite (almeno nella modalità standard), saranno ben equilibrate e nonostante ciò dovremo comunque fare attenzione, dosandole con parsimonia. Facendo affidamento alle nostre abilità di agenti esperti, con tanto di schivata e fucile ben puntato su quel muso brutto, dovremo cercare di rallentarlo.

Graficamente e stilisticamente parlando il Nemesis è stato realizzato molto bene, ha abbastanza mantenuto l’essenza degli anni ’90 che è stata unita ad uno stile più moderno.

Ciò che però non ho apprezzato sono state le due fasi successive: la seconda è stata rivoluzionata completamente, non rispettando i miei personali gusti (magari ad altri giocatori piacerà molto di più). L’ultima invece rispecchia quasi fedelmente l’originale ma la modifica c’è, si vede e a parer mio sembra fin troppo simile a Mamma Alien.

Quando arriverete alla fine sono sicura che capirete.

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REsistance: collaborazione è la parola d’ordine

In aggiunta al titolo principale, avremo a disposizione Resident Evil REsistance, il multiplayer offerto da Capcom. In questo contenuto aggiuntivo dovremo combattere contro un Mastermind, personaggio che vestirà i panni di una delle menti principali della Umbrella Corporation.

Attraverso l’ausilio di telecamere, posizionerà trappole e mostri sul nostro cammino per darci parecchio fastidio: inoltre potrà controllare un mostro a sua scelta, in modo da attaccarci durante la partita. Ogni Mastermind appartiene ad una categoria differente, caratterizzata principalmente dal tipo di mostri che è in grado di evocare.

Noi vestiremo i panni dei sopravvissuti, che appartengono anch’essi ad una categoria specifica: ognuno di loro avrà delle abilità che si riveleranno estremamente utili nel corso della partita. L’obiettivo sarà uguale per tutti: riuscire a fuggire o raggiungere la fine del livello, affrontando mostri e risolvendo enigmi.

Si tratta di un buon contenuto aggiuntivo, in grado di regalare al pubblico una buona dose di divertimento ed una prospettiva differente dei titoli principali. La collaborazione tra sopravvissuti sarà fondamentale per arrivare al traguardo finale.

In conclusione

Come concludere questa recensione di Resident Evil 3 Remake, la pecora nera dei primi tre capitoli fin dagli anni ’90? RES3 si presenta come un ottimo prodotto action, RE Engine ha svolto un lavoro impeccabile dal punto di vista grafico e di caratterizzazione dei personaggi, dei nemici e delle ambientazioni.

Gli errori però ci sono e si notano se mettiamo a confronto il terzo remake con il titolo originale, l’unico modo per determinare se è stato ben realizzato o no.

La diminuzione degli enigmi, l’eliminazione totale di alcune parti di gioco fondamentale e l’aver ripetuto un errore per il quale è stata già criticata in passato, sono stati gli sbagli colossali di Capcom.

Tagliando parti importanti e diminuendo drasticamente gli enigmi, è normale che il titolo risulti ancora più corto e purtroppo, visti questi errori, mi sento di dire che non vale a pieno il prezzo di mercato. Tuttavia la presenza del Nemesis è forte, equilibrata e ci darà del filo da torcere in più occasioni.

Resident Evil 3 Remake è un’esperienza intensa, colma di adrenalina e tensione. L’effetto ansia ed angoscia si vanno a perdere a causa delle ambientazioni all’aperto e danno spazio a più concentrazione ed attenzione. Non mancheranno però luoghi chiusi che ci permetteranno di sperimentare nuovamente quel bel senso d’ansia.

Dare spazio al personaggio di Carlos ha ripagato, le missioni portate a termine con il suo personaggio sono dinamiche e interessanti. Purtroppo gli errori sono fin troppo dolorosi e il titolo non riesce a pieno nel suo intento.

Se Capcom avesse evitato di eliminare determinate parti, avrebbe sicuramente ottenuto un risultato migliore e degno dell’originale. Dal mio modesto punto di vista però posso dire che, nonostante gli errori e i tagli, è un titolo intenso che mi ha trasmesso una bella scarica d’adrenalina e che mi ha conquistata un minimo.

Resident Evil, originali e remake, avranno sempre un posticino nel mio cuore, difetti a parte.

Resident Evil 3 Remake

Pro Pros Icon
  • Grafica mozzafiato
  • Ottimo titolo action
Contro Cons Icon
  • Parti importanti tagliate senza motivo
  • Errori che si ripetono nel tempo
  • Pochi enigmi

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Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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