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La recensione di The Darkest Tales, non tutti furono felici e contenti

C’era una volta un lupo cattivo, che però è stato ucciso, e il suo corpo verrà “scalato” per raggiungere livelli più alti. Tanto, tanto tempo fa invece c’era anche un fagiolo magico, ma infestato da insetti dannosi e pericolosi. Fiabe diverse da come ve le ricordate dai tempi della vostra infanzia? Proprio questo è l’intendo di Trinity Team, developer studio già noto nel nostro panorama videoludico per aver dato origine al titolo indie di successo “Bud Spencer & Terence Hill: Slaps and Beans”, il cui secondo capitolo è stato presentato alla scorsa edizione di gamescom. Nell’attesa di poter mettere le mani (o meglio, i pugni) su questo nuovo titolo, il team torna insieme al publisher 101XP con una nuova IP su Steam dal 13 ottobre. Parliamo di The Darkest Tales, il nuovo action-adventure 2D con elementi di platforming, il cui prologo era stato svelato circa un anno fa in versione gratuita, con il titolo The Darkest Tales Into the Nightmare. Vi raccontiamo nella nostra recensione cosa ci è parso di questo nuovo titolo tutto italiano, e di cui siamo rimasti piuttosto impressionati piacevolmente.

The Darkest Tales, classiche favole con un originale tocco dark

In questo gioco prendiamo il comando di Teddy, classico nome affibbiato a un orso di peluche, che prende vita al fianco di Lighty (o Lucetta che dir si voglia), una fata chiacchierona. Questi si gettano insieme in un’avventura pericolosa attraversando il classico mondo delle favole da tutti conosciute. Qui sono dipinte in chiave violenta, sanguinosa e decisamente più oscura della loro versione originale. Sappiamo che non tutte le fiabe presentano in realtà il consueto happy ending, soprattutto quelle che sono state rivisitate a posteriori da Disney. La rilettura di Trinity Team ci pone però di fronte a ben altre tipologie di sfumature dark.

the darkest tales

Nel primo di questi, abbiamo a che fare con una versione piuttosto splatter e nemmeno lontanamente impaurita di Cappuccetto Rosso. In questa versione, possiede due pugnali e si rivela essere assetata di vendetta, oltre che desiderosa di scatenare le ire dei lupi mannari contro di noi. Questi nemici saranno pericolosi e dannosi per la nostra barra della salute, inizialmente non troppo lunga, se non li attaccheremo in tempo. Lo saranno loro tanto quanto gli altri abitanti della foresta oscura che dobbiamo attraversare, tra uno specchio e l’altro come checkpoint. In questo primo livello dunque siamo chiamati a sopravvivere a lupi meccanici e pipistrelli inferociti, arrivando fino alla fine. Non un’impresa così facile da portare a termine.

Il panorama poi non cambia di molto nelle successive rivisitazioni, dove entriamo a far parte delle favola del Fagiolo Magico. Qui diventa una pianta immensa che raggiunge il cielo, ma infestata da insetti pericolosi, o ancora

Ma perché accade tutto questo? Le versioni distorte delle fiabe che viviamo in ciascuno livello non sono altro che frutto della memoria altrettanto “guastata” dell’infanzia di Alicia. Come è prevedibile che sia, la nostra missione è ripulirne le tracce, per riportare la versione corretta di ciascuna di loro nella mente della bambina.  

Un approccio convincente, ma non del tutto originale

Per quanto i vari livelli non siano troppo longevi, abbiamo osservato da vicino alcune modalità di gioco che ci hanno convinto. Tra queste, la possibilità di incrementare man mano le abilità del nostro eroe di peluche, e di provarle una dopo l’altra in maniera incrementale e con un buon ritmo di crescita. Inoltre, le armi che abbiamo a disposizione variano da quella entry level, un paio di temibili forbici. Faremo poi levelling anche di queste, per passare a un arco e un’ascia. Non mancheranno anche versioni alternative di queste armi, di cui però non vogliamo darvi anticipazioni. Vi possiamo però rivelare che queste varianti ci consentono di personalizzare il vostro stile di combattimento, un’opzione di non poco conto.

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Un paragone è inoltre immediato con Hollow Knight, per quanto riguarda l’uso della magia. Teddy ha una barra della vita, citata poco sopra, e un contenitore di mana. Questi si riempie ogni volta che sconfiggiamo i nemici e colpendo i boss e può essere usato per ripristinare una sezione della barra della vita. In alternativa, per caricare le nostre armi con energia che danneggierà maggiormante i nemici. Abbiamo infine anche un sistema di rune e di slot: 24 potenziamenti sono nascosti tra i livelli. Attenzione però, dovrete scegliere quali equipaggiare. Gli spazi a disposizione sono solo 6 e si sbloccano con il progredire della storia.

Anche questa progressione in skill tree è tratta da un altro titolo indie, come Ori and The Blind Forest, e ci è risultata utile per migliorare le capacità dell’orso di peluche. Eliminando i nemici e ottenuta abbastanza esperienza, Teddy potenzia le sue doti offensive e la capacità di trasformare il mana accumulato in energia vitale (una meccanica vista anche in Hollow Knight). Su questi incantesimi e sulla varietà dei nemici poggerà un elemento fondamentale per la riuscita dell’esperienza.

Un gioco da favola (o quasi)

Diamo infine uno sguardo al comparto artistico e tecnico, dove l’atmosfera fiabesca di Trinity Team è stata realizzata unendo la grafica delle illustrazioni dei libri per bambini e l’aggiunta di dettagli che rendano la consistenza materica dei dettagli. Anche le sfumature di colori sono pastellate e unite ad acquarelli, che rendono l’atmosfera ancor più onirica e distaccata dalla realtà. Il tutto accompagna una gestione del movimento resa fluida dal motore di gioco ben responsivo, che ci consente di performare al meglio le classiche abilità di movimento dei platform 2D. Tra salti e scatti, oltre a un rampino con timer abbiamo genericamente osservato delle buone risposte ai comandi, fatto salvo alcuni episodi sparuti. Tra questi, scarsa reattività e sospensione in aria per qualche decimo di secondo un più del dovuto. Si tratta dunque di bug alquanto secondari.

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Circa la progettazione delle strutture dei livelli invece, abbiamo osservato una certa ripetitività e scarsa variazione nelle ambientazioni e nel design dei nemici. Alcuni di questi ultimi inoltre faticano a essere abbattuti, così come le boss fight hanno presentato qualche impiccio nel caricamento post game over o in danni non causati al nemico. Confidiamo in una prossima patch tra poco tempo, per poter mettere fine a questi bug e vivere ancora meglio un’esperienza complessiva davvero godibile e gradevole.

La recensione di The Darkest Tales in pillole

Nel complesso, The Darkest Tales è una favola di gioco, al netto di qualche sbavatura tecnica che abbiamo evidenziato poc’anzi. Il concept design globale è davvero gradevole e ben riuscito, se non fosse per qualche calco nel gameplay e in alcune tecniche di gioco ripreso da altri titoli indie di successo. Questi ultimi rendono a loro volta soddisfacente il risultato di The Darkest Tales, che avrebbe potuto godere di un po’ più di longevità e di qualche gustoso elemento ulteriore originale. In ogni caso, il nuovo titolo di Trinity Team riesce a farsi largo nel mare magnum della produzione indipendente videoludica, a maggior ragione guardando al solo panorama italiano.

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