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Quanto siamo vicini alla prima base lunare?

È sensato o anche solo possibile creare un avamposto umano sul nostro satellite?

Probabilmente già saprete che quest’anno è il 50simo anniversario dello sbarco sulla Luna. Un anniversario storico, che all’epoca sembrava preannunciare a breve lo sbarco su altri pianeti, come Martee l’inizio della colonizzazione umana del Sistema Solare. Nessuna delle due cose è però avvenuta, per motivi politici, sociali ma anche semplicemente tecnologici. E se la corsa allo spazio ha rallentato parecchio rispetto agli anni 60, non vuole dire però che non si sia continuato a pensare e lavorare per portare l’umanità stabilmente sempre più in là, sempre più lontano. Oggi quindi parliamo delle possibilità e dei progetti che prevedono uno dei passi da molti considerati indispensabili perché l’uomo possa espandersi oltre la terra, ovvero la creazione di una base lunare.

Un’impresa difficile come poche prima d’ora

Prima di parlare dei progetti proposti dalle varie agenzie spaziali, proviamo un attimo a capire la difficoltà dell’impresa, confrontandola con quanto raggiunto fino ad ora. La Stazione Spaziale Internazionale (ISS), tra le varie stazioni spaziali americane e russe della storia, è l’esempio migliore con cui confrontarci. Lanciata, almeno il primo modulo, nel 1998, abitata ininterrottamente dal 2000 ad oggi, rappresenta l’avamposto extra-terrestre per eccellenza del genere umano.

Eppure, nonostante orbiti a circa 400 km dal livello del mare, rispetto alla Luna si trova praticamente dietro casa. Come è possibile vedere anche dall’immagine qua sopra, in scala in ogni dettaglio fatta eccezione per la dimensione dell’ISS (che altrimenti sarebbe invisibile), la Luna è quasi 1000 volte più lontana della Stazione Spaziale. Questo, nel caso di un avamposto umano, fa tutta la differenza: se gli astronauti dell’ISS possono ricevere regolarmente rifornimenti da terra e, in caso di emergenza, possono evacuare in maniera relativamente facile la stazione, questo non sarà possibile, o comunque non sarà così facile, per la prima base lunare.

Allo stesso modo, non sarà neanche facile trasportare tutto il materiale necessario per la costruzione della base: se attualmente mandare anche solo 1kg di materiale in LEO (Low Earth Orbit, la fascia orbitale inferiore dove si trova anche l’ISS) costa tra i 4000 e i 20.000$, per mandare la stessa quantità sulla Luna partiamo da almeno 1.8 milioni di dollari. Massimizzando la capacità del razzo e usando vettori di nuova generazione, come lo Starship di SpaceX, probabilmente questo prezzo risulterebbe inferiore, ma rimarrebbe comunque enormemente più alto rispetto ai costi sostenuti per l’ISS.

Anche i Fantastici Quattro hanno dovuto fare i conti con i raggi cosmici

La vicinanza dell’ISS alla Terra le permette inoltre di sfruttare il campo magnetico di quest’ultima per proteggersi dai famigerati raggi cosmici, riducendo l’esposizione subita dai suoi abitanti. Sulla Luna la mancanza di una vera e propria atmosfera e di una magnetosfera rendono necessarie, se si vuole anche solo pensare di rimanerci per un periodo abbastanza lungo, delle contromisure adeguate.

La mancanza di un’atmosfera rende poi ovviamente necessario anche portarsi ‘da casa’ l’ossigeno per respirare, e contribuisce ai pochi gestibili sbalzi termici tra il giorno e la notte, con massime di 127°C e minime di -173°C. Senza atmosfera, inoltre, eventuali meteoriti non sono distrutti o rallentati nel loro impatto con il nostro satellite, il che da una parte spiega il suo aspetto butterato, ma dall’altra è un ulteriore rischio di cui tener conto quando si progetta una struttura lunare.

Moon is the way

Dopo avervi buttato un po’ giù con le varie controindicazioni e difficoltà nel costruire una base sulla Luna, vediamo ora invece cosa gioca nostro vantaggio, e rende il nostro satellite il candidato perfetto per la costruzione della nostra prima colonia extraterrestre.

Credits: Vox Media

Innanzitutto, per quanto sicuramente la Luna sia molto più lontana di qualunque stazione in orbita terrestre, rimane il corpo celeste più vicino a noi. Se per andare sul nostro satellite ci vogliono infatti solo pochi giorni, per andare su Marte, ad esempio, ci vogliono mesi. Questo discorso vale anche per il trasporto del materiale, sicuramente dispendioso, ma più economico che per qualunque altra destinazione.

Una base lunare, inoltre, faciliterebbe anche i viaggi verso altri corpi celesti, permettendo di estrarre materiale utile da usare come carburante (ad esempio, l’idrogeno conservato nel ghiaccio lunare) per rifornire le astronavi in partenza, che non dovrebbero lasciare la terra con già tutto il propellente necessario per il viaggio.

La vicinanza del nostro satellite rende anche molto più semplice il mantenimento della comunicazione con la Terra, con un ritardo di soli pochi secondi tra l’invio e la ricezione dei messaggi (rispetto ai diversi minuti per comunicare con un eventuale base marziana).

Infine, la presenza di acqua sotto forma del sopracitato ghiaccio lunare, di supposti metalli rari e dell’energeticamente utilissimo elio-3 rendere una base lunare relativamente autonoma e economicamente interessante anche per aziende private.

I progetti in corso per la prima base lunare

Ma c’è qualcuno che attualmente stia pensando concretamente alla creazione di una base lunare? La risposta è sì, e con progetti teoricamente previsti per un futuro non così lontano.

Prima tra tutti troviamo l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, la quale propone uno dei progetti più ambiziosi, il Moon Village. Si tratterebbe infatti di un progetto globale che erediterebbe lo spirito internazionale dell’ISS e vedrebbe il contributo di vari paesi. Il villaggio verrebbe “assemblato” una struttura per volta, pezzo dopo pezzo, e cercherebbe di sfruttare quanto più possibile le strutture locali, come minerali e ghiaccio. Una prima missione congiunta tra ESA e Roscosmos (l’agenzia spaziale russa) dovrebbe partire nel 2024 sotto il nome Luna 27, con l’obiettivo di far allunare il lander PROSPECT e studiare i materiali presenti sul suolo lunare, eventualmente da sfruttare per costruire basi abitabili e sfruttare commercialmente il nostro satellite.

La NASA non è da meno, anche se prende il suo progetto un po’ più alla larga. Negli ultimi anni, infatti, il focus è stato quello di andare su Marte, ritornando sulla Luna solo come eventualmente tappa intermedia. Un riavvicinamento al nostro satellite di respiro internazionale arriverebbe con l’inizio dei lavori per il Lunar Orbital Platform-Gateway, la stazione spaziale cislunare che dovrebbe ereditare le mansioni dell’ISS, con un’avamposto a metà strada tra la Terra e la Luna. La stazione spaziale fungerebbe anche da pitstop per nuove missioni lunare, tra cui una prima missione nel 2024 ed una seconda, quest’ultima per iniziare a stabilire un’avamposto permanente, nel 2028. Il primo pezzo di questa stazione dovrebbe essere lanciato verso la fine del 2022, raggiunto poi negli anni successivi dai rimanenti componenti.

Anche fuori dalla sfera di influenza occidentale esiste il sogno di una base lunare: la China National Space Administration (CSNA), recentemente impegnata in diverse missioni robotiche destinate verso il nostro satellite, non nasconde il desiderio di creare una propria base lunare. I piani specifici, data anche la tendenza alla segretezza della Cina, non sono del tutto noti, ma si parla di una prima missione nel 2020 con un razzo Chang’e-5B per portare il primo pezzo di una stazione permanente in orbita lunare.

Quindi, presto sulla Luna?

Se quindi i motivi per andare sulla Luna, nonostante le difficoltà, non mancano, così come non mancano le iniziative delle varie agenzie spaziali per costruire la prima base lunare, questo vuol dire che presto vedremo i primi astronauti impegnati in missioni di lunga permanenza sulla Luna? Forse sì, forse no.

È ancora presto per dire quali tra i vari piani si realizzerà per primo e quando: il settore aerospaziale sta conoscendo in questi ultimi anni un fermento come non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda, grazie anche all’ingresso di player privati come SpaceX capaci di creare innovazione molto più velocemente dell’agenzie spaziali nazionali. Non è quindi escluso che delle missioni sulla Luna con scopi commerciali non influenzino anche i piani scientifici e abitativi, in maniera attualmente non prevedibile.

Una cosa però è certa: i tempi sembrano essere maturi ed è solo una questione di tempo prima di vedere qualche passo in questa direzione. Magari il sogno nella sua interezza sarà realizzato solo tra diversi anni, ma non sembra mancare molto al raggiungimento delle prime tappe. E chissà, magari il 60simo anniversario dell’allunaggio vedrà parte delle celebrazioni svolgersi direttamente sul suolo lunare.

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Source
Radiation exposure in the moon environment

Giovanni Natalini

Ingegnere Elettronico prestato a tempo indeterminato alla comunicazione. Mi entusiasmo facilmente e mi interessa un po' di tutto: scienza, tecnologia, ma anche fumetti, podcast, meme, Youtube e videogiochi.

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