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La causa dell’antitrust USA contro Meta continua

Un giudice approva il procedimento preliminare, in una vittoria per la FTC

Un giudice federale ha approvato in via preliminare la causa dell’antitrust USA contro Meta, che vuole provare che l’azienda (allora Facebook) ha abusato della sua posizione per creare un monopolio. Meta aveva chiesto di stralciare il caso, ma il giudice ha predisposto che l’azione legale possa proseguire.

USA, la causa dell’antitrust contro Meta può proseguire

Il giudice James Boasberg del Distretto di Colombia aveva detto l’anno scorso che la Federal Trade Commission (FTC) non aveva fornito sufficiente materiale probatorio per aprire l’indagine. Ma ora sembra che le prove ci siano e siano abbastanza per un processo, dopo che l’agenzia aveva ripresentato il caso.

Tuttavia, il giudice ha posto alcuni paletti. Infatti pensa che la FTC possa proseguire nel tentativo di dimostrare che Facebook (ora Meta) abbia perseguito un monopolio di fatto acquistando i competitor con una tattica “buy-or-bury” (compra o seppellisci). Gli esempi più lampanti sarebbero, secondo l’accusa, le acquisizioni di Instagram e WhatsApp. Ma ha stralciato la parte dell’inchiesta in cui si asseriva che Facebook avesse violato le norme antitrust tagliando servizi di terze parti dalla piattaforma.

Questo passo, seppur preliminare, segna un cambio di rotta nella regolamentazione delle aziende tecnologiche della Silicon Valley come Amazon, Meta, Apple e Google. Che insieme hanno un valore di 7 trilioni di dollari. Ma sia i Democratici che i Repubblicani nel Congresso hanno espresso sostegno alla FTC, annunciando nuove norme antitrust volte a regolamentare in maniera più rigida il settore. E ancora presto per pensare ad azioni come quella che terminò il monopolio dell’estrazione petrolifera in America, ma sembra che l’interesse politico per la prima volta sia verso una regolamentazione del mercato tech.

Una causa appena iniziata

Ma il fatto che il giudice abbia approvato il processo e ci sia sostegno politico, non semplifica il lavoro della FTC. Lo stesso giudice Boasberg pensa che “l’agenzia possa affrontare una sfida più avanti per dimostrare le proprie accuse. Ma la corte crede che ora abbia superato il minimo per iniziare la raccolta di prove”.

Chris Sgro, portavoce di Meta, commenta: “La decisione di oggi della corte limita l’ambito del caso della FTC rigettando le accuse riguardo le nostre policy sulle piattaforme. Confidiamo che le prove dimostrino la fondamentale debolezza delle accuse. I nostri investimenti in Instagram e WhatsApp hanno trasformato le due piattaforme in quello che sono oggi. Scelte buone per la competizione e buone per le persone e le aziende che scelgono i nostri prodotti”.

Ora la FTC dovrà dimostrare che l’acquisto di Instagram nel 2012 (per un miliardo di dollari) e di WhatsApp nel 2014 (per 19 miliardi) non abbiano formato un monopolio. L’agenzia Comscore valuta che Meta detenga il 70% del mercato social nell’uso quotidiano, dell’80% nell’uso mensile su smartphone e addirittura del 98% sul mercato desktop.

Vi terremo aggiornati sugli esiti di questo caso.

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Source
The New York Times

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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