Come abbiamo visto qualche giorno fa, il popolarissimo gioco Fortnite è stato rimosso sia dal Play Store di Google che dall’App Store di di Apple. Questa mossa è arrivata dopo un simbolico guanto di sfida gettato da Epic Games, lo sviluppatore del gioco, ai due colossi tech, che potenzialmente potrebbe cambiare radicalmente il funzionamento dei due ecosistemi mobile. Ora però, Epic Games rischia di perdere la sua licenza da sviluppatore per iOS e MacOS. Ripercorriamo quindi la cronologia degli eventi che ci hanno portato alla situazione attuale, rispondendo anche alla domanda: perché andare contro Google e Apple, ma non contro Microsoft, Sony e Nintendo?
Fortnite contro Apple e Google
A dare l’avvio a questa situazione è stata una scelta molto probabilmente provocatoria da parte di Epic Games. L’azienda ha infatti aggiunto all’interno del gioco un nuovo sistema di pagamento che aggira quello proprietario della piattaforma. Questa nuova opzione, oltretutto più vantaggiosa, non è stata ben vista né da Apple né da Google.
Entrambe le aziende, infatti, per le applicazioni che passano per i loro rispettivi store applicano una tariffa del 30% sia sugli acquisti delle app intere che sugli acquisiti interni ad esse. L’utilizzo di un sistema di pagamento alternativo ha quindi provocato la reazione dei due giganti e l’allontanamento di Fortnite dai due app store ufficiali.
Fortnite, che quasi sicuramente era consapevole di quale sarebbe stato l’effetto della sua scelta, pare quindi aver deciso di mettere in discussione lo status quo, soprattutto nel caso di Apple. Se infatti già in passato Epic Games era riuscita ad aggirare il Play Store da Android, richiedendo agli utenti l’installazione direttamente dal sito o da app store alternativi (come quello di Samsung), nel caso dei dispositivi iOS il discorso è diverso.
Un monopolio ingiusto?
Le uniche applicazioni installabili (legalmente) su un dispositivo iOS quelle dell’App Store. Esserne esclusi vuol dire quindi essere tagliati fuori dall’ecosistema della mela. Epic Games questo lo sa e, anche sull’onda delle accuse di monopolio fatte recentemente dal Congresso americano, è partita all’attacco.
Epic ha innanzitutto rilasciato un video ispirato alla pubblicità di Apple 1984. Se però l’originale vedeva Apple come “l’eroina” contro il monopolio di IBM, questa versione vede invece Fortnite come l’eroe contro il monopolio di Apple. Il video si chiude con addirittura un hashtag, #FreeFortnite, che evidenzia come l’azienda voglia ora mobilitare la sua fanbase per protesatre contro le piattaforme tech.
Epic Games has filed legal papers in response to Apple, read more here: https://t.co/c4sgvxQUvb
— Fortnite (@FortniteGame) August 13, 2020
Lo sviluppatore ha poi fatto causa civile per monopolio sia ad Apple che Google, rivelando in entrambi casi alcuni interessanti dettagli. Nel caso di Apple, Epic Games trova ingiusto, più che il passaggio dall’App Store, il fatto che che le app siano sottoposte ad un metodo di pagamento ‘tassato’. L’azienda si è spinta a dire che “Epic [sarebbe pronta] a fornite un suo app store competitivo per i dispositivi iOS, che permetterebbe agli utenti iOS di scaricare app in un store curato e innovativo e darebbe ai consumatori la scelta di usare il metodo di pagamento di Epic o un altro di terze parti”.
Anche Google ha ricevuto la sua dose di critiche, a partire da nuovi particolari riguardanti le pressioni dell’azienda verso OnePlus e LG. Secondo Epic, infatti, l’azienda di Mountain View si sarebbe messa in mezzo ad un accordo per avere Fortnite preinstallato sui dispositivi di queste marche, probabilmente con un metodo di pagamento esterno al Play Store. Epic ha comunque siglato un accordo con OnePlus per rendere disponibile il gioco a 90 Hz e con delle emote esclusive, ma è evidente come questo sia stato un ripiego rispetto ai piani originali dell’azienda.
Perché solo Apple e Google?
Data la decisione con cui Epic Games sta affrontando Apple e Google, potrebbe risultano strano sapere che anche Microsoft, Sony e Nintendo, con le loro piattaforme, chiedono il 30% di commissioni sulle transazioni. E allora perché Epic Games non sta intervenendo anche in questi casi?
Consoles are unique in that the hardware is sold at or below the cost of manufacturing, and is subsidized by software sales, whereas iOS and Android are insanely profitable for Apple and Google from just hardware sales and ads.
— Tim Sweeney (@TimSweeneyEpic) June 17, 2020
A rispondere è stato già nel 2018 lo stesso Tim Sweeney, fondatore di Epic Games, secondo cui le console sono diverse perché vendono l’hardware in perdita. Il 30% serve a finanziare sia i dispositivi che le campagne marketing realizzate con gli stessi editori. Nel caso degli smartphone, invece, sia iOS che Android sono profittevoli per Apple e Google, e non ci sarebbe quindi il bisogno di “rifarsi” con la commissione sulle vendite (almeno, non così alta).
Questo non vuol dire che Epic Games non sfiderà mai anche le Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch, ma solo che si tratta di una situazione meno ingiusta e meno prioritaria.
E adesso?
Sia Apple che Google si sono dimostrati aperti, almeno all’inizio, a far tornare Fortnite sulle loro piattaforme, a patto che venga tolto il nuovo sistema di pagamento. Recentemente però, le cose si sono ulteriormente inasprite tra Epic Games e Apple, quando la seconda ha annunciato che avrebbe tagliato gli account da sviluppatore di Epic Games. Questi account sono gli stesso utilizzati per Unreal Engine, il motore grafico dietro moltissimi giochi per cellulare e computer. Epic Games ha reagito richiedendo un ordine restrittivo temporaneo nei confronti di Apple.
Per i giocatori, la situazione è sul breve termine stabile: chi ha l’applicazione installata potrà continuare ad usarla per un po’, anche se senza aggiornamenti. Il futuro è invece più incerto: se infatti, nel bene o nel male, già adesso su Android Fortnite è disponibile fuori dal Play Store, su iOS non sembra esserci una soluzione chiara. Apple potrebbe concedere a Epic Games di tenere il nuovo sistema di pagamento o proporre un accordo per ridurre o togliere la percentuale trattenuta, come ha fatto con Amazon e Amazon Prime Video. Oppure, se Epic Games resisterà a questo accordo e andrà avanti con la sua causa, l’ecosistema di Apple potrebbe essere costretto a cambiare per sempre, con finalmente store alternativi e vantaggi economici sia per gli sviluppatori che per i consumatori.
Non solo Fortnite
Un cambiamento di questo tipo non riguarderebbe solo Fortnite, ma tutto il panorama del gaming su iOS. Fino a questo momento, infatti, Apple ha sostanzialmente impedito ad altre aziende di cambiare lo status quo dei giochi disponibili su iPhone e iPad, che sono ridotti a quelli presenti sull’App Store e a quelli disponibili su Apple Arcade. Né xCloud di Microsoft né Google Stadia nè i minigiochi inclusi nell’applicazione di Facebook Gaming sono stati infatti permessi dall’azienda sui suoi dispositivi, almeno per ora.
Non sappiamo ancora come si svilupperà questa situazione, che vede contrapporsi gigantesche aziende e oligopoli tecnologici. Ma sicuramente, nel caso di novità, ve le faremo sapere quanto prima.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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