Oggi, 12 aprile, si celebra la giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio.
Tutto bello e grandioso. Se non fosse che la data stessa scelta per l’evento è in qualche modo fonte di polemiche, visto il particolare e travagliato momento storico che stiamo vivendo.
Vediamo quindi più da vicino cos’è la giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio. Scopriamo perché si celebra proprio il 12 aprile e infine vediamo perché quella data, e soprattutto il pioniere dei voli umani nello Spazio, sono al centro di polemiche e censure. Ma anche, da altre parti, di grandi e lungimiranti aperture.
La giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio
Oggi, 12 aprile, si celebra per l’undicesima volta la giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio.
La ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite il 12 aprile del 2011, e – senza troppo tergiversare – vi diciamo subito il perché. Era il 12 aprile del 1961 quando Yuri Gagarin, cosmonauta russo, è diventato il primo uomo a portare a termine un viaggio nello spazio. A bordo della capsula spaziale Vostok 1, Gagarin è riuscito a compiere un volo orbitale in un’ora e 48 minuti a 320 km di distanza dalla Terra.
“Mi sento bene. Com’è bello”: queste le prime parole pronunciate da Yuri Gagarin nello Spazio.
A cinquant’anni da quel volo pioneristico l’Onu ha deciso di dedicare una giornata alla storica impresa, anche con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza del contributo scientifico e tecnologico dato dalle missioni spaziali.
Il volo di Gagarin non è stato solo pioneristico ma anche azzardoso, dal momento che non si conoscevano ancora gli effetti dell’assenza di gravità sull’organismo umano. Ricordiamo che pochi anni prima, il 3 novembre del 1957, il volo dello Sputnik 2 con a bordo la cagnolina Laika era terminato con la morte dell’animale.
Un nuovo concetto di volo spaziale
Tralasciamo di dire quanto sia cambiato il concetto di volo spaziale dal 1961.
Basteranno due date fondamentali. La prima è naturalmente quella del 20 luglio del 1969, quando lo statunitense Neil Armstrong è diventato il primo essere umano ad aver toccato la superficie lunare.
Passiamo poi alla prima missione internazionale nello spazio, compiuta il 17 luglio del 1975. Giorno in cui è avvenuto l’ancoraggio tra due navicelle in orbita intorno alla Terra: l’americana Apollo e la russa Soyuz.
Tralasciamo, come si diceva, altre tappe, perché impressiona come sia cambiato il concetto di volo spaziale non tanto dal 1961, ma anche solo dal 12 aprile del 2011, giorno dell’istituzione della giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio.
Soprattutto negli ultimi tempi, infatti, il tabù dello Spazio come luogo inaccessibile ai non professionisti è decaduto. È stata inaugurata l’era del turismo spaziale, che ha visto vari tycoon susseguirsi in orbita, da Richard Branson a Jeff Bezos. È poi stata la volta del primo equipaggio composto solo da non astronauti.
Addirittura, in un corto circuito tra realtà e fantasia, il capitano Kirk di Star Trek (o, meglio, l’attore William Shatner, che lo interpretava) si è concesso il lusso di viaggiare davvero tra le stelle.
E, come se non bastasse, nello Spazio è anche stato girato il primo film.
Celebrazioni e censure
Ma quest’anno la celebrazione della giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio non avviene senza ombre.
Da una parte Mark Vande Hei, astronauta della NASA, è tornato sulla Terra dopo aver compiuto il volo spaziale singolo più lungo della storia, durato ben 355 giorni. Ma dall’altra riecco le retroattive e assurde polemiche sul nome di Gagarin, “colpevole” (come qualche giorno fa lo era stato Fedor Dostoesvskij) di… essere russo.
La cancel culture (che, mostrando tutta la propria miopia, si è abbattuta anche – non stiamo scherzando – sul cocktail Moscow Mule) stavolta ha colpito Yuri Gagarin. Il nome dell’astronauta, infatti, è stato espunto dallo Space symposium. L’evento, organizzato dalla Space Foundation e che si è svolto dal 4 al 7 aprile, avrebbe dovuto dedicare un’intera serata al ricordo del cosmonauta russo. Ma la serata è stata cancellata.
Le parole di Samantha Cristoforetti
La nostra Samantha Cristoforetti partirà per il suo secondo volo spaziale il prossimo 21 aprile.
Verso la Stazione spaziale internazionale, l’astronauta italiana decollerà assieme a colleghi di diversi Paesi, tra cui la Russia.
Queste, a tale proposito, le eloquenti parole di Cristoforetti: “Sulla Stazione siamo tutti buoni amici, oltre che colleghi. Sono sicura che lavoreremo bene insieme anche se sulla Terra è in corso un conflitto. Abbiamo la responsabilità di portare avanti il lavoro sulla Stazione e ci concentreremo su ciò che ci unisce, non su ciò che ci divide. Credo che il nostro lavoro sia un faro di speranza per la comprensione fra Paesi”.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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