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Godam: l’anime col robot ‘pancione’ che ricorda il genere Time Bokan

L'anime della Tatsunoko che aspira a portare in scena i grandi canoni del genere mecha in voga in quegli anni, non riuscendoci

È tempo di ‘immergerci’ in un nuovo anime di genere mecha. Nel nostro appuntamento con gli anime degli anni ’80 di questa settimana, rivivremo le avventure di Godam. Forse non tra i cartoni animati più celebri di questo genere, Godam è stato creato da Tatsuo Yoshida e prodotto dalla Tatsunoko nel 1976. Composto da 36 episodi, che chiudono in modo definitivo la storia, è arrivato per la prima volta in Italia nel 1984. Qui va in onda su Euro TV e, successivamente, anche su altre emittenti locali. L’intera serie è però disponibile anche su YouTube a questo link.

Godam è un anime che ci riporta nel mezzo di battaglie tra robottoni e macchine super potenti, tuttavia la novità è l’ambientazione non spaziale o terrestre, ma sottomarina.

Godam: la storia dell’anime

Cinque ragazzi in cerca d’avventura

L’anime ha inizio presentandoci i suoi protagonisti. Si tratta di cinque ragazzi, di età e temperamento diversi, ma che rispecchiano perfettamente la caratterizzazione dell’epoca. I Gowapper Five (o anche Gowapper Cinque nella versione italiana) sono capitanati dalla bella e intelligente Yoko, ragazza che aspira a vivere grandi avventure. Al suo fianco troviamo Go, il ‘bello’ e leader maschile del gruppo, nonché eroe dell’anime. Daikichi, Norisuke e Godaemon sono invece i tre aiutanti: quello grande, grosso e forzuto; quello nerd e super intelligente; il piccoletto che fa da mascotte.

godam anime protagonisti

I Gowapper Five seguono ciecamente le idee e proposte di Yoko, ed è proprio lei ad avanzare l’idea di esplorare l’isola del Diavolo, un luogo misterioso e affascinante che sta ormai studiando da più di un anno. I cinque si mettono in viaggio attraverso il mare, ma una forte ondata li scaraventa sull’isola, distruggendo la loro barca.

Un’incredibile scoperta

Impossibilitati a fare ritorno a casa, i Gowapper Five decidono di avventurarsi sull’isola. È così che fanno una scoperta eccezionale: all’interno di una grotta trovano una base segreta. Ne trovano la sala di comando, rimanendo sbalorditi dai macchinari futuristici. Qui fanno la conoscenza di Sentaro Shima, ricercatore capo del Centro Internazionale della Terra, che racconta loro di aver fatto il loro stesso viaggio ed essere rimasto bloccato sull’isola. Lui però era a conoscenza di questa presunta base segreta perché alla scoperta delle ricerche del professor Hoarai.

Shima racconta ai cinque ragazzi che tale professore stava effettuando delle importanti ricerche sugli eventi disastrosi che da qualche tempo stanno colpendo la Terra. Lo scienziato era così riuscito ad arrivare alla soluzione: a provocarli è il terribile Impero degli abissi. Nessuno però aveva creduto alle sue scoperte, anzi per queste lo avevano deriso.

L’avventura ha inizio

È proprio mentre il ricercatore racconta ai cinque ragazzi la storia del professor Hoarai che questi fa la sua ‘apparizione’. L’uomo è morto da tempo ma ha tenuto vivo il suo cervello attraverso un computer perfetto (un escamotage finora mai visto, no?). Grazie a questa trovata, riesce a comunicare con Shima e Gowapper Five, rivelando loro che si trovano nella base segreta di Godam. Si tratta di un robot dalla grande potenza e dalle tante capacità che ha però bisogno di essere guidato da persone coraggiose e valorose. Solo questo connubio avrà la capacità di fermare e battere gli uomini degli Abissi.

godam anime personaggi

I cinque ragazzi accettano la missione, entusiasmati dalla nuova e grande avventura che li attende. Prendono dunque possesso di Godam, a sua volta composto da vari mezzi di supporto, ognuno dei quali affidato ad uno dei protagonisti dell’anime.

Umani, umanoidi e robot in guerra

Come dicevamo, nella lotta contro il nemico, Godam si avvale di alcune macchine di supporto, ognuna guidata da uno dei cinque protagonisti. Abbiamo l’Ei-Plane pilotato da Yoko; la Geso Machine pilotata da Go; il Turtle Tank pilotato da Godaemon; la Yadokari Jeep pilotata da Norisuke ; la Heli Marine pilotata da Daikichi. Queste cinque macchine sono parte di Godam che, usando varie parti di ricambio, può cambiare il suo aspetto e trasformarsi in Drago Volante, Aquila d’Attacco, Tigre di Fuoco e Trivella.

Se questi sono i mezzi e le conformazioni dei nostri protagonisti, va detto che le truppe nemiche, quelle dell’Impero degli Abissi, non sono costituite da esseri umani, bensì da umanoidi e androidi con occhiali rossi e pelle violacea. Lo stesso imperatore degli Abissi è in realtà un mostro di lava incandescente. Va però detto che non tutto il popolo ‘nemico’ è cattivo: alcuni vivono infatti nel terrore dell’imperatore e delle sue truppe.

Il finale

Attraverso una serie di battaglie e una sequela di episodi che presenta più o meno il medesimo schema, si arriva al finale dell’anime Godam. Non vi aspettate particolari colpi di scena, perché ci ritroviamo di fronte al fatidico ultimo duello tra buoni e cattivi. Intanto è stato coinvolto anche il popolo terrestre e, infatti, alcune battaglie sono state combattute anche sulla Terra. Motivo per il quale, dopo non aver mai creduto all’esistenza del popolo degli Abissi, anche le truppe terrestri sono decise a dichiarar loro guerra.

Shima e i cinque combattenti sanno però che il vero male non è l’intero popolo, ma soltanto le sue truppe cattive e l’imperatore di lava. Motivo per il quale, quando quest’ultimo esce allo scoperto e attacca la Terra, i Gowapper Five, con l’aiuto di Shima, gli tendono una trappola, attirandolo al Polo Nord. È qui che gli infliggono un colpo mortale, distruggendolo. La missione è compiuta: Godam torna ‘a riposare’ sottoterra mentre i Gowapper Cinque sono pronti a tuffarsi nella prossima avventura.

godam squadra

Godam: curiosità e considerazioni sull’anime

Più mecha o più Time Bokan?

È il 1976 quando Tatsuo Yoshida crea per la Tatsunoko Godam. Sono quelli d’altronde gli anni del boom del genere mecha, esplosione di fronte alla quale la Tatsunoko non vuole estraniarsi. Così, dopo il grande successo dei robottoni nagaiani, la casa di produzione si tuffa nel suo primo tentativo di anime di genere mecha. Ma è un tentativo che ha funzionato?

Una prima occhiata (ma anche una più approfondita) mette inevitabilmente in evidenza un profondo legame che la Tatsunoko mantiene con i suoi prodotti precedenti. Parliamo della celebre serie Time Bokan, di cui fanno parte anime come Kyashan, Polymar, Tekkaman, Yattaman. Sono tanti infatti gli elementi trasportati anche in questo nuovo anime, che vuole tuttavia portare in scena qualcosa di diverso.

Il tentativo di riproporre quel genere mecha che sta spopolando e che spopolerà negli anni ’80, non sembra avere successo. Le atmosfere, i combattimenti, ma prima di tutto i personaggi sono ancora lontani dal quel risultato. Sembrano infatti ‘riciclare’ il mecha design delle serie Time Bokan oltre al suo character design (i due protagonisti di Godam sono molto simili a quelli di Yattaman!). Un mecha, quello dell’anime in questione, che sarebbe stato dunque ottimo se fossimo rimasti in quei contesti, ma che appare inadatto al genere robotico inteso negli anni ’80.

Una scelta voluta o un tentativo davvero fallito?

Viene tuttavia da chiedersi se quella della Tatsunoko sia stata una scelta voluta. Il richiamo evidente ai suoi precedenti protagonisti e al genere Time Bokan potrebbe essere stato un modo da parte dell’azienda di non perdere del tutto le sue radici. Per anni ha infatti portato sullo schermo protagonisti che sono diventati riconoscibili al pubblico non solo per il loro aspetto, ma per il determinante tratto umoristico e i disegni ben definiti. Motivo per il quale la Tatsunoko avrebbe potuto dare ordini ai suoi creatori e disegnatori di affacciarsi nel genere in voga in quel momento, pur mantenendo alcuni tratti che ne evidenziassero l’appartenenza alla casa di produzione.

Godam cerca dunque di essere qualcosa di diverso, di affine a ciò che è di moda quegli anni, ma al contempo rimane legato al passato, mantenendo i tratti distintivi di un genere che, sulla carta, voleva essere superato. Il risultato è un esperimento poco coraggioso, a metà tra due prodotti ma senza particolari elementi innovativi o entusiasmanti.

Un robot ‘pancione’ messo in secondo piano

Ultimo elemento a sfavore di Godam in questo senso è d’altronde la poca rilevanza data al robottone dell’anime. Se il genere mecha degli anni ’80 ci insegna che il robot è il protagonista della serie, il cui aspetto e le cui capacità sono ciò che di maggior impatto c’è nel prodotto, con Godam questo non accade. Il punto focale sono invece i suoi cinque protagonisti, le loro abilità e caratteristiche.

Godam non spicca per aspetto – tanto che in molti l’hanno definito il ‘robot pancione’ – né tantomeno per potenza rispetto ai suoi predecessori e successori. È addirittura sprovvisto di un colpo ‘definitivo’, quello che solitamente un robot utilizza per distruggere sul finale il suo nemico.

La sigla

La sigla italiana, dal titolo Godam, è scritta da Riccardo Zara e cantata da I Cavalieri del Re.

Desiderosi di rivivere altre storie di anime degli anni ’80? Vi ricordiamo che siamo andati all’avventura con Goku, protagonista di Dragon Ball. Ci siamo tuffati nella missione de La regina dei mille anni e tra le stelle col principe Chobin. Abbiamo vissuto i tormenti d’amore di Johnny e della dolce Kyoko. Ci siamo immersi nelle battaglie su pattini a rotelle di Muteking. Abbiamo vissuto il drammatico percorso di Remi e ci siamo appassionati alle sfide sportive di Holly e BenjiShingo e Mila e Shiro. Ma anche molto, molto altro!

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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