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La Luna e la parità di genere

Esiste un divario ampiamente riconosciuto circa il numero di uomini e donne che intraprendono carriere nel campo della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica, uno squilibrio che vede ancora le donne escluse e poco riconosciute per il loro contributo nelle categorie e nelle materie scientifiche: il problema si trova nelle scelte e nella rappresentazione di genere nei determinati percorsi di studio.

Il gender gap, rilevato da AlmaLaurea, mostra che anche se ci sono più donne iscritte all’università che uomini (il 58,7% degli iscritti complessivamente), queste scelgono soprattutto corsi di studio letterari e umanistici. Solo il 18% delle ragazze sceglie corsi STEM, e sebbene le poche donne iscritte a corsi STEM si laureano in media con voti più alti (103,7 contro il 101,9 degli uomini) e in corso, non ottengono comunque gli stessi risultati nel mondo del lavoro, sia a livello di occupazione che a livello retributivo. 

Ancora oggi le ragazze vengono scoraggiate ad intraprendere una carriera in ambito STEM, e tra i fattori impattano sicuramente i pregiudizi e gli stereotipi di genere e la mancanza di modelli, di punti di riferimento: è importante per questo celebrare le scienziate e le ricercatrici, raccontando le loro storie e le loro carriere. A partire dalla Luna. 

La Luna e la parità di genere

La superficie lunare è piena di crateri, resti di violenti impatti cosmici, alcuni dei quali sono visibili ad occhio nudo. I crateri lunari sono denominati e dedicati, secondo la convenzione, a scienziati, ingegneri ed esploratori che si sono distinti nella storia, come Newton, Copernico, Einstein. Dei 1.578 crateri lunari che onorano le carriere e le vite di scienziati famosi, solo 32 sono dedicati alle donne. Questo dato è stato rilevato da Bettina Forget, artista, astronoma e ricercatrice presso la Concordia University di Montreal, che da anni disegna crateri lunari. Disegnare crateri lunari ha spinto Bettina Forget a chiedersi chi fossero queste persone e quante fossero le donne a cui è stato riconosciuto quel valore all’interno della comunità scientifica. 

Quindi Bettina Forget ha esaminato attentamente i documenti dell’Unione Astronomica Internazionale, l’autorità riconosciuta per assegnare i nomi a stelle, pianeti, asteroidi e altri corpi celesti, e ha iniziato a contare i crateri dedicati alle donne. “Avere così pochi crateri lunari dedicati alle donne è una dichiarazione potente”, ha affermato l’artista, ”Crea un’atmosfera in cui pensi che le donne non stiano contribuendo”.

Dei 1.578 crateri lunari che onorano le carriere e le vite di scienziati famosi, solo 32 sono dedicati alle donne

Bettina Forget ha completato finora 32 disegni di questi crateri e i pezzi sono stati esposti in una galleria d’arte della Bishop’s University di Sherbrooke, in Quebec, e al Planetario Rio Tinto Alcan di Montreal. Nel 2016 Forget ha deciso per questo di portare avanti un progetto chiamato Women With Impact, disegnando e dando rilievo ad ogni cratere lunare con il nome di una donna, come Judith Arlene Resnik e Kalpana Chawla, entrambe astronaute, con l’intenzione di evidenziare la scarsissima rappresentazione delle donne nei campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica. “Un cratere è un’assenza di materia, un vuoto”, ha dichiarato l’artista. Lo stesso vuoto, lo stesso divario di genere che esiste nelle materie STEM; è importante per questo celebrare i contributi delle scienziate viventi, onorare le donne che sono attive nei campi e nelle materie STEM. 

La scarsità di crateri lunari che onorano le donne è tristemente sorprendente, ha affermato Kelsi Singer, scienziata e ricercatrice presso il Southwest Research Institute. Le donne, ad esempio, oltre a essere state storicamente escluse dal programma spaziale, non potevano essere scienziate, ingegnere ed esploratrici. Oggi, dopo che sono trascorsi più di 50 anni dallo sbarco sulla Luna, la NASA cerca in tutti i modi di includere le donne nei suoi programmi spaziali, mirando sia a riportare gli astronauti sulla superficie lunare entro il 2024 e sia a portare la prima donna sulla Luna. La sfida oggi è garantire che le donne siano incluse come individui e lavoratrici alla pari e riconosciute per il loro contributo. Tuttavia, come hanno dimostrato i programmi spaziali del passato, il superamento della gravità non è nulla in confronto al superamento della disuguaglianza di genere. Sia sulla Terra che sulla Luna. 

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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