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Twitter: abbonamento a pagamento al via da oggi, lunedì 12 dicembre

Gli utenti Apple pagheranno di più

Non si può dire che chiarezza e linearità siano le virtù più spiccate di Elon Musk.

Lo si evince dai suoi cinguettii spesso di difficile decifrazione (e non di rado piuttosto inopportuni). E lo dimostra anche la gestione piuttosto arbitraria di Twitter, da quando – lo scorso 28 ottobre – Musk ne è diventato il proprietario. Gli esempi sarebbero svariati, e li abbiamo puntualmente testimoniati con i nostri articoli. Basterebbe rileggere dei suoi molteplici licenziamenti, e di tutto ciò che essi hanno provocato.

Un altro balletto è stato quello attorno a Twitter Blue, ovvero della versione a pagamento del social. Che oggi – lunedì 12 dicembre – è a un punto di svolta. Perché Twitter in abbonamento (a pagamento) sarà disponibile in alcuni Paesi proprio dal 12 dicembre.

Vediamo cosa accade, dunque, e ripercorriamo cronologicamente la vicenda di Twitter Blue.

Twitter a pagamento al via dal 12 dicembre

Si parte, dunque, con Twitter a pagamento.

Cosa accadrà, quando e come? La data, come abbiamo detto, è quella del 12 dicembre. E per ora il servizio sarà attivo in Stati Uniti, in Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Lo leggiamo sul sito ufficiale. Che, almeno in lingua italiana, conferma un certo affanno comunicativo dell’azienda. Perché? Perché i prezzi non sono aggiornati. Quelli attuali sono stati comunicati in un asciutto tweet che non fornisce eccessive spiegazioni.

elon musk twitter

Il costo, anzi i costi, di Twitter a pagamento

Twitter a pagamento avrà un costo di 8 euro mensili per chi si abbona direttamente dal web, ossia dal sito di Twitter.

Ma per gli utenti iOS il costo sale a 11 euro mensili. Si tratta di una sorta di compensazione della commissione del 30% che Apple aveva richiesto per gli acquisti in-app. E che aveva scatenato una polemica, poi rientrata, fra Elon Musk e Tim Cook.

La polemica Musk-Cook

Musk aveva infatti parlato di un boicottaggio di Apple ai danni di Twitter, e della possibilità che la piattaforma sarebbe stata rimossa dall’App Store. Inoltre ha accusato Apple di avere interrotto le inserzioni sul social dei cinguettii. E infine ha rimandato proprio il lancio di Twitter Blue (inizialmente previsto per il 29 novembre) per non pagare quella che lo stesso Musk ha definito “tassa di Apple”. Ovvero quel 30% degli introiti ricavati con gli acquisti in-app su iOS che Apple chiede agli sviluppatori (che guadagnano più di un milione di dollari all’anno, viceversa la percentuale è del 15%).

Ma, dicevamo, dopo un paio dei soliti tweet estemporanei di Musk, la polemica si sarebbe sopita. Diciamo sarebbe, perché la scelta di un abbonamento maggiorato per gli utenti Apple che desiderano avere Twitter Blue, potrebbe suscitare nuovi malumori.

I vantaggi di Twitter Blue

Twitter a pagamento, dubbi e tensioni a parte, dà certamente alcuni vantaggi.

Ad esempio, la pubblicità diminuisce notevolmente (ma non viene azzerata). Inoltre, chi sottoscrive un abbonamento con Twitter Blue può caricare video di maggiori dimensioni, avere i propri post in evidenza e correggerli o cancellarli dopo la pubblicazione.

Sarà anche possibile cambiare nome utente, nome visualizzato e immagine del profilo. In questi casi si perderà provvisoriamente la spunta blu, che verrà ripristinata dopo le opportune verifiche.

Ecco: soprattutto, per chi sceglie Twitter a pagamento c’è la famosa e agognata spunta blu, a certificare il fatto che l’account in questione è stato verificato.

Va detto che proprio la massiccia presenza di account falsi aveva fatto desistere Musk dall’acquisizione del social la scorsa primavera. E pare sia tra i motivi per cui Donald Trump, nonostante la riattivazione dell’account, sia restio ad abbandonare il suo Truth.

Ricordiamo infine l’annuncio di Musk: prossimamente, le spunte degli account saranno di diversi colori. Oltre a quella blu, appariranno la spunta oro per le aziende e grigia per i governi.

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Il commento di Musk

L’inevitabile commento di Elon Musk alla partenza di Twitter Blue è stato: “Domani i robot avranno una sorpresa. I robot/troll generano attività false, quindi Twitter potrà sembrare un po’ meno vivace, ma in realtà è solo che la falsità è sparita”.

Siamo alla solita ossessione per la verità e la libertà. La stessa per cui – in un recente tweet – Musk aveva accusato Apple, quando sembrava che Twitter dovesse sparire dall’App Store, di essere nemica della libertà.

Ma non è un gesto simile, quello di attivare Twitter a pagamento, a determinare la qualità del social. Anzi, ci sembra una mossa che vada nella direzione opposta rispetto a quella di chi vorrebbe una piattaforma orizzontale, paritaria, democratica.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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