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Neon Genesis Evangelion: l’anime che non dimentichi – Perché guardarla?

L'opera di Hideaki Anno è rivoluzionaria e non potete non recuperarla

C’è un po’ di timore reverenziale nel parlare di Neon Genesis Evangelion. Si tratta senza dubbio di una delle opere più importanti nella storia dell’animazione giapponese recente e non solo. Un progetto sviluppatosi in tanti media differenti, attraversando i decenni, ben oltre i propri piani originali. Ma anche una storia complessa, difficile da districare e facile da interpretare erroneamente. Proveremo a raccontarvela, in parte, mentre vi spieghiamo le ragioni per cui dovreste davvero recuperare questa serie.

Neon Genesis Evangelion, una partenza facile…

Questo show, creato da Hideaki Anno, prende il via in una maniera relativamente tradizionale, seppur fantascientifica. Il giovane Shinji Ikari raggiunge la città di Neo Tokyo-3 per incontrare il padre che non vede da anni. Qui resta coinvolto in un attacco di un cosiddetto Angelo, un mostro terrificante che costringe la popolazione a nascondersi in bunker difensivi. Queste creature hanno iniziato a comparire sempre più frequentemente negli anni, portando allo sviluppo di contromisure.

Fra queste, le più importanti sono sicuramente le Unità Evangelion, dei ‘robottoni’ giganteschi, capaci di affrontare faccia a faccia gli Angeli. Non tutti però possono guidarli in battaglia: serve non solo un addestramento speciale, ma doti specifiche, che non tutti hanno. Proprio Shinji è perfetto per la guida dell’Eva-01 e il padre Gendo, leader dell’organizzazione che si occupa di queste Unità, lo spinge a salire a bordo e combattere l’Angelo.

È un incipit che effettivamente riesce a conquistare l’attenzione, seppur basandosi su strutture ricorrenti. Un protagonista ‘eletto’ che si sente però inadatto, che vuole rifiutare il suo ruolo; l’arrivo in una situazione completamente nuova, classico passaggio del Viaggio dell’Eroe; una figura paterna distante, una minaccia in arrivo, una guerra che si prepara a scoppiare… Soprattutto, scontri tra kaiju e mecha, tra ‘mostroni e robottoni’ (definizioni, scopriremo, molto imprecise). Ma questa è solo la superficie.

Neon Genesis Evangelion non rivela subito la propria identità. Ci attira piano piano, presentandosi con una maschera da buon prodotto tradizionale. Sufficientemente innovativo da incuriosire, ma non abbastanza da spaventare il pubblico. Ci aspettiamo una storia esaltante, piena di scontri adrenalinici, magari un po’ di amore, amicizia e raggi laser. La avremo, ma anche molto di più.

Quando tutto cambia

C’è un punto abbastanza preciso in cui si sente che qualcosa si stravolge in questa serie. Un brusco cambio di rotta che ci fa rendere conto di essere su binari nuovi, inaspettati. Quello che finora pensavamo fosse un semplice racconto di adolescenti alle prese con minacce ultraterrene, sta per trasformarsi in uno dei racconti più complessi e stratificati della cultura pop moderna. Ed è troppo tardi per fuggire, ormai ci ha agganciati e vogliamo seguire il Bianconiglio.

Hideaki Anno ci porta in un viaggio allucinante nell’esplorazione dell’umano nel suo complesso. Un’analisi approfondita e allegorica, che viviamo attraverso eventi difficili da interpretare a prima vista, ma che proprio per questo ci spingeranno a impegnarci ancora di più. Non avremo la verità su un piatto d’argento, servita con un goccio di tè e biscotti: dovremo lottare per raggiungerla, sempre con il dubbio che possa esserci qualcosa di più.

Non solo, ma questo percorso non ha paura di andare a esplorare le zone più oscure. Dietro quei colori, quei simpatici battibecchi tra Asuka e Shinji o le sopracitate battaglie tra giganti, si nascondono storie cupe. Neon Genesis Evangelion affronta temi difficili, come l’abbandono, il dolore, la depressione e la memoria. Non esattamente quello che ci saremmo aspettati inizialmente, ma forse proprio per questo ancora più importante.

E poi, quando sembra aver raggiunto il suo apice, l’opera di Anno vola ancora più in alto. Attraverso lo sguardo di Shinji giungiamo a interrogarci sui massimi sistemi in senso letterale. Dopo aver esplorato l’umano, Neon Genesis Evangelion prova a sondarne il senso stesso. L’esperienza di visione si trasforma così in qualcosa di mai visto prima, allucinogeno e allucinante, lasciandoci perplessi e sconvolti. Ma sicuramente arricchiti.

Neon Genesis Evangelion è un’impresa, ma è un must

Se noi avevamo un po’ di timore nel parlare di questa serie, forse le nostre parole ne abbiamo trasferito un po’ a voi, che ancora non avete visto Neon Genesis Evangelion ma vorreste approcciarlo. Da una parte, avete ragione: si tratta di un’opera colossale, che per essere apprezzata nella sua interezza richiede la visione di una serie TV e sei film almeno. Prodotti che vi coinvolgeranno, ma che vi metteranno anche alla prova, tra colpi duri al cuore e sequenze dall’interpretazione impegnativa.

Dall’altra però, non temete. Il viaggio di Neon Genesis Evangelion nelle profondità dell’essere è ben calibrato: vi ritroverete spaesati e disorientati solo al momento giusto per rendere questa esperienza migliore. Sarà un’avventura appassionante, che vi spingerà a farvi domande su voi stessi e riflettere sulle grandi questioni.

E come tutti i viaggi, il consiglio è sempre quello di farlo in compagnia. Chiamate i vostri amici, organizzatevi per vederlo fianco a fianco sul divano o quantomeno per procedere tutti insieme, passo dopo passo. Passerete serate incredibili a discutere fra congetture e teorie sulle avventure di Shinji e compagni e anche questo sarà parte dell’esperienza indimenticabile che è Neon Genesis Evangelion.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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