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Piccole donne: il celebre romanzo di Louisa May Alcott rivive in (due) anime

Più volte nel corso della nostra rubrica dedicata agli anime degli anni ’80 abbiamo parlato del World Masterpiece Theater, il progetto della Nippon Animation che riporta in vita famosi romanzi per l’infanzia in versione anime. Ne torniamo a parlare anche oggi con l’anime ‘Una per tutte, tutte per una’, trasposizione del celebre romanzo di Louisa May Alcott dal titolo ‘Piccole donne‘. Si tratta di un grande classico, nonché uno dei romanzi che più volte abbiamo visto sul piccolo e grande schermo.

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Di Piccole Donne sono stati fatti film, serie TV e anche più di un anime, perché, come vedremo, Una per tutte, tutte per una non è l’unica serie animata dedicata al celebre romanzo nata negli anni ’80. L’anime è stato prodotto dalla Nippon Animation nel 1987 ed è arrivato in Italia l’anno successivo, andando in onda su Italia1.

Piccole donne: la storia dell’anime ‘Una per tutte, tutte per una’

Un inizio differente

Sono in pochi a non conoscere la storia di Piccole donne. La famiglia March, le vicende di quattro sorelle tanto diverse ma unite da un affetto indissolubile, gli amori, le delusioni, i sogni e i tanti drammi di questo romanzo. Tutto è racchiuso anche nell’anime che, tuttavia, presenta notevoli differenze, soprattutto nella parte iniziale della storia. Chi ha letto il libro sa che le prime scene sono quelle delle sorelle March – Meg, Jo, Beth ed Amy – raccolte intoro alla madre, vicine al camino, intente a leggere la lettera del padre che è al fronte a combattere. Le prime immagini dell’anime, in realtà, differiscono poco, ma è ciò che accade dopo che cambia notevolmente.

L’anime infatti propone una sorta di prologo inesistente nel libro, che punta l’obiettivo sulla guerra di secessione americana. La famiglia March è infatti protagonista, suo malgrado, di avvenimenti spiacevoli, che stravolgono la sua vita. Lo stesso Friedrich (che nel romanzo si chiama Robert), padre delle sorelle March, è impegnato a combatterla. Dopo essere tornato a casa in congedo, è costretto a ripartire quando la guerra si avvicina a casa. Motivo per il quale chiede alla famiglia di lasciare la loro abitazione e trasferirsi dalla zia Martha.

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Le sorelle March e i drammi della guerra

L’anime ci fa a questo punto vivere la paura della guerra. Le nostre protagoniste inizialmente decidono di non lasciare la loro casa ma, successivamente, seguono la scia del resto degli abitanti del villaggio vicino a Gettysburg. I bombardamenti sono ormai vicinissimi, motivo per il quale le March si trasferiscono a Newcord a casa di Martha March, la vecchia zia di Friedrich. Anche nell’anime di Piccole Donne, quest’ultima si presenta come una signora anziana non delle più premurose, colpa anche dei rapporti non eccezionali con suo nipote.

La convivenza con le nipoti, e soprattutto con la esuberante e ribelle Jo, non è delle più semplici per la donna, ma migliora col tempo. Martha, infatti, inizia ad affezionarsi alle ragazze e ai loro caratteri, uno diverso dall’altro. Concluso il prologo dedicato alla guerra, la serie animata ci trasporta nelle vicende a noi più note del romanzo.

La nuova vita della famiglia March

Abbandonata la loro bellissima casa e non più benestanti come una volta, le sorelle March e la loro mamma devono rimboccarsi le maniche e trovare un lavoro. Così Meg, la maggiore delle sorelle, trova lavoro come baby-sitter; Jo, appassionata di scrittura, inizia a lavorare presso il quotidiano di Newcord, sperando che un giorno possano pubblicare i suoi racconti. Intanto la madre cerca una casa più adatta alla loro situazione economica attuale e, dopo qualche episodio, riesce a trovarla. La nuova dimora è vicina alla villa abitata dal signor Laurence, un uomo ricco e anziano che sta ospitando il nipote Laurie per convincerlo ad intraprendere gli studi universitari.

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Da qui inizia un’altra parte fondamentale del romanzo: l’amicizia tra Laurie e le sorelle March, Jo in particolar modo. Le circostanze del loro primo incontro e dello sviluppo del loro rapporto nell’anime sono pressoché simili a quelle descritte nel romanzo.

Le vicende del romanzo riproposte nell’anime

Da questo momento in poi le vicende dell’anime sono quasi uguali a quelle del romanzo. L’anime ci fa rivivere lo sviluppo dell’amicizia tra Laurie e Jo e l’innamoramento di lui per lei. Ci immerge nei sentimenti che nascono anche tra Meg e John Brooke (nell’anime Carl), l’insegnante privato di Laurie, che finiranno poi per sposarsi. Viviamo nell’anime anche il dramma della malattia di Beth che, per salvare un bambino, si becca la scarlattina. A differenza del romanzo, dove però Beth muore, qui si salva dalla malattia, pur rimanendone per sempre indebolita.

L’anime ripropone anche la famosa lite tra Jo e Amy che, offesa per non essere stata portata alla festa con le sorelle maggiori, decide di vendicarsi, bruciando tutte le pagine del romanzo che Jo scriveva da lungo tempo. La frattura tra le due sorelle sarà sanata da un altro grave incidente che mette in pericolo la vita di Amy.

Il finale dell’anime

Così come è iniziato, l’anime ispirato a Piccole Donne finisce. Al centro c’è infatti ancora il tema della guerra ma con un lieto fine, perché è finita e con essa lo schiavismo. Friedrich e tutti i soldati al fronte fanno il loro ritorno a casa e finalmente l’uomo si riappacifica con la zia Martha, che fa di lui l’unico erede della sua fortuna. Intanto John Brooke e Meg March si fidanzano ufficialmente e la famiglia si prepara a festeggiarne le nozze.

Jo, invece, riesce a far pubblicare il suo romanzo, convincendo il suo editore Anthony per il quale intanto ha iniziato a provare qualcosa. È infatti decisa a seguirlo a New York, il tutto sotto gli occhi delusi di Laurie, che sperava Jo ricambiasse i suoi sentimenti. A chiudere l’anime è la voce narrante, quella della piccola Amy, che anticipa al pubblico che alla fine Laurie sposerà lei.

piccole donne anime finale

Piccole donne: curiosità e considerazioni sull’anime

Non solo un anime dedicato a Piccole donne

Come accennato all’inizio del nostro articolo, Piccole Donne rivive non in un anime ma in ben due. Antecedente a Una per tutte, tutte per una, la serie che abbiamo qui analizzato, c’è infatti un anime del 1982 che porta lo stesso titolo del romanzo della Alcott. Invece dei 48 episodi della seconda serie, la prima ne conta 26 e rimane invece più fedele al romanzo. La storia delle sorelle March è in questo caso più leggera, priva dell’aspetto drammatico della guerra che viene invece raccontato nell’anime analizzato qui.

L’anime Piccole Donne del 1982 racconta i fatti del primo romanzo della Alcott, soffermandosi sull’infanzia e fanciullezza delle sorelle March. Non manca la parentesi triste dedicata alla malattia di Beth che, tuttavia, anche in questo caso guarisce. Viene infatti evitato il dramma della morte, probabilmente con l’obiettivo di tenere il racconto ‘leggero’ per il pubblico di minori ai quali l’anime è dedicato. Questo, però, senza sacrificare la profondità dei temi che il romanzo porta in scena.

La storia continua

Una per tutte, tutte per una è un anime che rispetta tendenzialmente l’ordine dei fatti del romanzo Piccole donne, pur prendendosi qualche licenza. È il caso del finale dell’anime, che è infatti ripreso dall’inizio del secondo volume della Alcott: Piccole donne crescono. Il finale dell’anime è ambientato tre mesi dopo i fatti narrati, ma nel romanzo passano invece ben tre anni. Le sorelle sono cresciute, hanno intrapreso le loro strade da adulte e si sono anche separate per farlo. La stessa partenza di Jo per New York arriva dopo il matrimonio di Meg e non prima, come invece raccontato nell’anime. Questo, inoltre, ci priva di alcuni elementi essenziali della narrazione, come la dichiarazione d’amore di Laurie per Jo. Il ragazzo, nell’anime, fa intendere di avere dei sentimenti per lei ma non glieli esprime mai.

Va detto che la storia di Jo raccontata in Una per tutte, tutte per una continua in un sequel prodotto nel 1993 dal titolo ‘Una classe di monelli per Jo’. Si tratta di una serie tratta proprio dai successivi romanzi di Louisa May Alcott, dai titoli ‘Piccoli uomini’ e ‘I ragazzi di Jo’. Anche questo sequel fa parte del progetto World Masterpiece Theater della Nippon Animation.

La sigla

La sigla di Una per tutte, tutte per una, porta il medesimo titolo. È cantata da Cristina D’Avena, su musica di Carmelo Carucci e testo di Alessandra Valeri Manera. È utilizzata sia in apertura che in chiusura dell’anime.

Desiderosi di rivivere altre storie di anime degli anni ’80? Vi ricordiamo che siamo andati all’avventura con Goku, protagonista di Dragon Ball. Ci siamo tuffati nella missione de La regina dei mille anni e tra le stelle col principe Chobin. Abbiamo vissuto i tormenti d’amore di Johnny e della dolce Kyoko. Ci siamo immersi nelle battaglie su pattini a rotelle di Muteking. Abbiamo vissuto il drammatico percorso di Remi e ci siamo appassionati alle sfide sportive di Holly e BenjiShingo e Mila e Shiro. Ma anche molto, molto altro!

PICCOLE DONNE - Meg, Jo, Bet & Amy
  • Alcott, Louisa May (Autore)

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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