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Facebook: il suo prossimo campo di battaglia è la petizione

Negli Stati Uniti arrivano le Community Actions, pensate per avviare vere e proprie petizioni online

Facebook sta per lanciare la Community Actions. Di cosa si tratta? Di uno strumento dedicato alle petizioni che aiuterà gli utenti ad avanzare richieste di ogni genere, incluse quelle politiche indirizzate a funzionari e agenzie governative.

L’obiettivo principale di Facebook diventa quindi quello di accontentare le richieste della comunità, ma non senza qualche fastidioso contraccolpo. La decisione presa da Facebook infatti ha subito raccolto polemiche di ogni genere, legate alla possibile polarizzazione e disinformazione che il nuovo tool potrebbe portare.

Ciò che resta da capire è se Facebook ha intenzione di inserire anche gli strumenti necessari per la salvaguardia dei nuovi strumenti, attraverso una politica e una moderazione adeguate.

Community Actions: come funziona?

Dopo diverse settimane di test, oggi le Community Actions iniziano a diffondersi negli Stati Uniti. Gli utenti devono solo aggiungere un titolo, una descrizione e un’immagine alla loro azione comunitaria per poi taggare le agenzie governative e i funzionari interessati che verranno poi avvisati.

L’idea è quella di convincere la gente a chiedere aiuto e dare più importanza alle iniziative cittadine. A disposizione naturalmente uno spazio per le discussioni, in cui le persone possono lasciare commenti, creare raccolte fondi e organizzare eventi. Per ogni “azione comunitaria” Facebook consente di vedere il numero di sostenitori che vi partecipano, senza però dimenticare la privacy: è quindi possibile visualizzare solo i nomi di pagine o figure pubbliche o i nomi dei propri amici Facebook.

Ma quali petizioni potete lanciare? Al momento Facebook sembra volersi concentrare solo sulle questioni politiche. Ciò significa che le petizioni di Change.org, che spaziano in argomenti più vasti, non verranno rimpiazzate.

Richieste da parte della comunità: alcuni esempi

Alcuni tra i primi esempi di azioni comunitarie sono la richiesta da parte dei cittadini della Florida al sindaco e ai funzionari statali di costruire un centro per le arti dello spettacolo; a Philadelphia un’associazione di quartiere richiede invece una biblioteca per la città.

Un portavoce di Facebook dopo aver dato un’occhiata alle azioni comunitarie ha fornito questa dichiarazione:

“Costruire comunità informate e civicamente impegnate è al centro della missione di Facebook. Ogni giorno, le persone si incontrano su Facebook per difendere le cause a loro care, anche contattando i loro funzionari eletti, avviando una raccolta di fondi o avviando un gruppo. Attraverso questi e altri strumenti, abbiamo visto persone fornire supporto e ottenere risultati su questioni che contano per loro. L’azione comunitaria è un altro modo per le persone di sostenere i cambiamenti nelle loro comunità e collaborare con i funzionari eletti e le agenzie governative sulle soluzioni “.

Opposizione e censura: come controllare messaggi offensivi e contenuti inappropriati

Per tutti quelli che si chiederanno come sarà possibile distinguere tra un’azione comunitaria appropriata e una non, Facebook ha già la risposta: la piattaforma infatti utilizza una combinazione di segnalazione degli utenti, con un rilevamento algoritmico attivo, in mano ad esecutori che si occupano della gestione delle funzionalità. Con ciò non mancheranno però le accuse da parte di chi vedrà nella censura una sorta di complicità e chi troverà offensivi i messaggi lasciati su Facebook in quanto considerati forma di libera espressione.

Un problema creatosi è l’impossibilità di opposizione ad un’azione comunitaria. Infatti, partecipare ad una discussione è possibile solo in caso di supporto. Questo però potrebbe portare a falsi sostegni nell’intento di partecipare alla discussione con commenti negativi. In alternativa gli utenti dovranno condividere la Community Action postandola sul proprio feed per poi aggiungere la propria opinione. Ciò però potrebbe creare un alto grado di equivocità, in quanto se il gruppo di oppositori fosse alto, il risultato lascerebbe apparire che vi è un alto supporto verso cause volgari o ingiuste. Al momento comunque i test iniziale non sembrano evidenziare problemi di questo genere, anche se il colosso di Palo Alto ha deciso di non tralasciare sicurezza ed efficienza.

L’evoluzione di Community Actions? La vedremo solo nei prossimi mesi. Chissà se diventerà uno strumento davvero utile o se invece vedremo avverarsi gli scenari più disastrosi.

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Source
techcrunch.com

Katiuscia Caccia

Amante della lettura, della scrittura e della tecnologia. Dopo lo studio all'università, mi divido tra videogiochi e serie tv. Sogno di lavorare con i bambini, sperando di non dover trascurare mai le mie altre grandi passioni.

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