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La recensione delle Poly Voyager Surround 80: il meglio per chi lavora

Cosa vi aspettereste da un’azienda che si occupa prima di tutto di soluzioni e prodotti dedicati al mondo del lavoro? O meglio, che tipo di cuffie vi aspettereste? Perché in fondo è di questo che stiamo parlando. Le Poly Voyager Surround 80 sono cuffie wireless, pensate per funzionare sia via Bluetooth che tramite il dongle USB-C in dotazione.
Qualcuno di voi immaginerà qualcosa di tradizionale: archetto, padiglioni on-ear e microfono in bella vista. E tutto sommato lo possiamo capire. Questa è l’immagine che associamo al lavoro d’ufficio in una buona parte delle aziende contemporanee.
E invece le Voyager Surround 80 sono diverse.
Il design, minimale e moderno, permette loro di adattarsi a qualsiasi situazione: le usate a casa, sul treno, su un aereo, al bar, in ufficio… Stanno bene ovunque. Ma soprattutto sono dotate di funzionalità e caratteristiche che vi consentono di usarle in tutti questi posti senza difficoltà, che sia per immergervi nel lavoro, per fare una videochiamata o per ascoltare un po’ di musica.

Se già state pensando “va beh, le compro“, allora è bene che sappiate il prezzo di listino: siamo intorno ai 450 dollari.

La recensione delle Poly Voyager Surround 80

Poly Voyager Surround 80 recensione case compressed

Quando abbiamo scoperto il prezzo, ci siamo chiesti cosa potesse mai giustificarlo.
Poi abbiamo iniziato ad usarle, e ora è diventato difficile farne a meno. L’unico evidente limite all’utilizzo costante è rappresentato dal fatto che non sono pieghevoli e la custodia che le accompagna occupa un discreto spazio all’interno di qualsiasi zaino. Il case però ha anche degli evidenti plus: è di ottima fattura, ha una peculiare rientranza che in realtà è una sorta di stand per lo smartphone e permette di tenere all’interno tutti gli accessori, ossia il dongle USB-C, l’adattatore USB-A, il cavo USB-C di ricarica e un cavo USB-C/jack da 3,5 mm.

Come sono fatte?

Poly Voyager Surround 80 recensione controlli compressed

Esteticamente le Poly Voyager Surround 80 sono un prodotto molto sobrio: colorazione nera con qualche dettaglio più chiaro, logo incluso, padiglione e archetto in similpelle, un meccanismo che consente di tenere piatti i padiglioni – utilissimo quando togliete le cuffie per lasciarle intorno al collo – e la possibilità di allargare e stringere i padiglioni.
La qualità costruttiva è ottima, nonostante il materiale preponderante sia la plastica. Una plastica però piacevolissima al tatto e chiaramente progettata per durare nel tempo e non trattenere le impronte.

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Una volta indossate non passano certo inosservate. In fondo siamo comunque di fronte ad un prodotto over-ear ma peso e dimensioni non sono particolarmente diverse da quelle offerte dalla concorrenza.
Proviamo ad aiutarvi con un piccolo paragone.
Usiamo quotidianamente le Sony WH-1000XM3 da anni, un riferimento per qualità audio e cancellazione del rumore. Rispetto a loro, le Poly Voyager Surround 80 risultano leggermente meno compatte e leggere ma niente di particolarmente evidente se non da un confronto diretto.
Questo per dirvi che nonostante la tecnologia a bordo indossarle è un piacere: sono confortevoli, non vi mandano le orecchie in fiamme, non vi fanno sudare e potete tenerle per diverse ore senza grosse difficoltà.

Tranquilli, non ci siamo dimenticati i tasti anche se ce ne sono solo due. O meglio un tasto, rosso, per mutare i microfoni e uno switch che permette sia di accedere l’headset sia di attivare la modalità di appaiamento tramite Bluetooth. Che però non è l’unica.
All’interno della confezione infatti troviamo il già citato dongle USB-C che potete collegare a un qualsiasi device per abbinare le cuffie, cuffie che volendo potete usare anche via cavo usando l’USB-C/jack da 3,5 mm incluso. L’unica porta disponibile, come avrete capito, è quella Type-C, situata sempre sul padiglione destro, padiglione su cui compare anche il logo di Microsoft Teams e la cornetta del telefono.
Qual è il senso? Dirvi che queste cuffie sono certificate per il sistema di videoconferenza del colosso americano, sebbene compatibili con tutti gli altri, e ricordarvi che possono gestire agilmente qualsiasi chiamata. Di questo però parleremo più avanti.
Ora vorremmo riportare la vostra attenzione sui controlli perché abbiamo visto un tasto, un interrutore e… basta. Questo perché il resto è affidato ai controlli touch: la gestione del volume, la riproduzione e la pausa, la possibilità di andare alla traccia successiva o quella precedente, la risposta e la chiusura delle chiamate, l’attivazione dell’ANC o della modalità Trasparenza, tutto questo può essere fatto con tocchi e swipe sul padiglione destro.
Per altro potete decidere come le cuffie rispondo alla pressione prolungata con due dita: di default modificate le impostazioni di cancellazione del rumore ma potete scegliere opzioni diversi usando l’app Poly Lens, disponibile su iOS, Android, MacOS, Windows e ChromeOS.

Poly Voyager Surround 80 recensione logo compressed

Un’unica nota: i controlli sono facilissimi da padroneggiare ma non c’è una sezione dell’app che ve li illustri tutti, nemmeno la guida rapida inclusa lo prevede.
Cosa fare quindi? Beh, noi abbiamo aperto la guida direttamente dall’app e studiato lì tutte le varianti. Un’operazione che comunque vi porta via massimo 5 minuti e che vale la pena fare per sfruttare poi al meglio tutte le potenzialità delle Voyager Surround 80, anche perché nelle impostazioni troverete, ad esempio, il riferimento ad un Pulsante personalizzato, che in realtà è la pressione con due dita, non un vero tasto di cui ignorate l’esistenza.

L’app Poly Lens

Poly Lens

Poly Lens è una delle app più complete che abbiamo utilizzato nel corso del 2023.
Prima di tutto perché è disponibile ovunque. Questo significa che non importa che abbiamo un computer, un tablet o uno smartphone, c’è una versione di Poly Lens che potete installare e con cui potete personalizzare l’esperienza. Volendo potete averla su più dispositivi, come abbiamo fatto noi, anche perché le cuffie di Poly utilizzano il Bluetooth 5.3 e supportano il multipoint, così potete usarle contemporaneamente con due dispositivi di versi.

Torniamo però al software perché da qui fate davvero un po’ di tutto: controllare lo stato della batteria, modificare la lingua – sì, c’è l’italiano -, potete scegliere uno dei 3 preset dell’equalizzatore – Bassi, Flat o Alti –, potete attivare l’indicatore luminoso del padiglione che segnala ad eventuali colleghi quando siete in chiamata e potete definire il livello della suoneria ma anche impostare ANC e modalità Trasparenza e definire il comportamento dei sensori, tra cui quello che capisce se le state indossando o meno.

Poly Lens per Voyager Surround 80

Questo vi aiuta a comprendere quanto sia sofisticato il livello di personalizzazione delle Voyager Surround 80. Rispetto alla maggior parte della concorrenza potete davvero adattarle al vostro uso specifico. C’è persino un’opzione per assicurarsi che non veniate esposti a livelli di rumore superiori agli 85 dB.

Insomma, l’app è davvero ben fatto e la tecnologia a bordo è davvero tantissima.

La nostra prova sul campo

Abbiamo usato queste cuffie per settimane, il che ci ha permesso di metterle alla prova in una marea di situazioni diverse.
La prima è quella classica: a casa, lavorando da remoto.
Durante chiamate e videochiamate sono perfette: i nostri interlocutori ci hanno sentito chiaramente, senza distorsioni, e noi abbiamo udito loro in maniera egregia. Nascono per questo scopo e si vede, Poly ha fatto un lavoro incredibile e anche quando l’ambiente domestico si fa più rumoroso, magari con il classico robot aspirapolvere che si sposta per casa, non avrete difficoltà di comunicazione visto che il filtro per i rumori è davvero di alta qualità.
Ottima anche la portata del segnale, sia con la chiavetta che tramite Bluetooth. Siamo soliti portarci le cuffie in camera da letto o in bagno per le faccende domestiche veloci e la riproduzione musicale continua senza interruzioni.

Poly Voyager Surround 80 recensione custodia compressed

Ecco, casa per noi non significa solo lavoro. O solo chiamate.
Spesso teniamo qualcosa di sottofondo e no, nemmeno qui le Poly Voyager Surround 80 deludono. Certo, non nascono con quell’obiettivo in mente ma la qualità del suono è molto buona, sebbene l’equalizzatore risulti un po’ limitato. Tenete ovviamente presente che il focus è sulle voci – quindi vi troverete meravigliosamente con i podcast – ma ci hanno piacevolmente sorpreso con tutti i generi musicali. E anche con i contenuti video come film e serie tv.

Ma fuori di casa? Per quanto il case poco compatto non favorisca particolarmente l’uso fuori dalle mura domestica, abbiamo deciso di portarle con noi durante i classici viaggi sul treno da pendolari.
Promosse quasi a pieni voti.
Sia per la comodità sia per la cancellazione del rumore che non è il top del settore – le Sony qui fanno qualcosa di più – ma è comunque sufficiente ad isolarvi dal rumore dei binari e degli altri passeggeri.
Potete poi usarle serenamente anche per fare smart working in un bar o semplicemente per lavorare con altri colleghi in un openspace. Senza contare che quando siete al telefono l’indicatore luminoso servirà ai colleghi per comprendere che non è il momento giusto per disturbarvi.

Molto buona anche l’autonomia, con le Poly che possono garantirvi 20-25 ore di utilizzo.

La recensione delle Poly Voyager Surround 80: conclusioni

Le Poly Voyager Surround 80 paiono indirizzate ad un target molto specifico: manager e professionisti.
Lo sono per il focus estremo sulle chiamate.
Lo sono per la versatilità che mostrano.
Lo sono per il prezzo che è indubbiamente impegnativo.
Se però passate molto tempo al telefono, sia fuori che dentro casa, potrebbero davvero fare al caso vostro.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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