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Downton Abbey: Perché guardarla?

La serie di Julian Fellowes vi conquisterà

Benvenuti al nuovo appuntamento con Perché guardarla, la nostra rubrica di consigli per le serie TV che dovete assolutamente scoprire. Lasciate pure i soprabiti al maggiordomo e preparatevi a una visita nella magione più affascinante della televisione: Downton Abbey. È questa l’ambientazione di uno degli show inglesi di maggior successo degli ultimi anni, che se ancora non avete visto dovete assolutamente recuperare.

Benvenuti a Downton Abbey

downton abbey perche guardarlaLe vicende di questa serie prendono il via il 15 aprile del 1912, giorno in cui arriva la notizia del tragico affondamento del Titanic. Un evento che colpisce duramente la famiglia Crawley, Conti di Grantham. A bordo della nave si trovava infatti il diretto erede dei loro averi, nonché promesso sposo della primogenita Mary. Ora tutte le proprietà, compresa la tenuta di Downton Abbey andranno a Matthew, lontano cugino e soprattutto membro della borghesia, lontano dagli stili di vita aristocratici dei Conti.

L’incontro tra i due mondi, più distanti di quanto possa sembrare, è però solo uno dei filoni narrativi di questo show. La tenuta dei Crawley è ricca di personalità di ogni tipo e come spettatori seguiamo la vita di tutti i suoi abitanti. Un affascinante intreccio che riporta la vita di nobili, borghesi e membri della servitù all’inizio del secolo scorso.

Questa sinossi estremamente stringata potrebbe non essere particolarmente accattivante per alcuni di voi. Vista così Downton Abbey sembra il classico drama in costume, che racconta di nobili e servi, amore e relazioni in una prospettiva storica. Gli appassionati di Boris staranno già pensando a una sorta di Occhi del cuore nell’Inghilterra del ‘900. Dopotutto, c’è anche qui il Conte (anche se non è interessato al pacchetto azionario).

Anche se siete scettici però, sappiate che una volta iniziata questa serie non potrete fare altro che esserne rapiti. In pochissime puntate vi troverete completamente travolti dalle vicende di Downton Abbey e dei suoi abitanti e non potrete più fare a meno di quell’atmosfera. Il passaggio da “Non è roba per me” a dipanare con precisione l’ordine gerarchico della servitù è breve. Ve lo possiamo assicurare: ci siamo passati in prima persona.

Soap opera d’autore

La spiegazione di tutto sta nella struttura di fondo dello show: quella della soap opera. Non se ne abbiano a male gli amanti della famiglia Crawley, non lo diciamo con connotazione negativa, ma come pura constatazione. Questa serie infatti sfrutta chiaramente i meccanismi alla base di tali prodotti. Le relazioni, i tradimenti, gli intrighi… Tutti espedienti che sono ricorrenti di quel tipo di show e che hanno chiaramente una propria forza, tale da riuscire a catturare il pubblico per anni e anni.

C’è una profonda differenza però tra Downton Abbey e una qualsiasi soap opera ed è la qualità della produzione. Questo show britannico è realizzato con una cura incredibile in ogni suo minimo dettaglio, senza lasciare nulla al caso. Non si tratta solo di budget, ma di vero e proprio impegno eccezionale sotto tutti gli aspetti della produzione. Il risultato finale è un prodotto che, pur partendo da uno scheletro comune a show più semplici, si eleva a pilastro della serialità attuale.

Una buona fetta del merito va a Julian Fellowes, creatore e sceneggiatore pressoché unico di tutta la serie. La sua scrittura è elegante e pulita e attraverso dialoghi sempre brillanti ci guida nel profondo della vita di questi nobili e dei loro servi. L’autore passa agilmente attraverso momenti di dramma e commedia, facendoci sorridere e piangere senza mai sbagliare un colpo, al punto di incollarci allo schermo a seguire anche la più intricata disputa legale su questioni d’eredità.

La sua firma rende questa serie un prodotto eccezionalmente raffinato, uno tra i più curati in assoluto di tutto l’ultimo decennio televisivo. Il tutto però senza trasformarlo in un prodotto elitario, anzi: Downton Abbey è pronta a conquistare chiunque, qualunque siano i suoi gusti in fatto di serie TV.

Gli abitanti di Downton Abbey

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La visione lucida e la scrittura fine di Fellowes sono le fondamenta di Downton Abbey, ma a rendere viva la tenuta (e di conseguenza lo show) sono i suoi personaggi. Lo spettatore si trova davanti una pletora di figure di ogni estrazione sociale, dal nobile Conte all’ultima delle serve. Ciascuno di loro però è cesellato con cura, con i suoi lati oscuri e positivi più o meno in luce, ma comunque sempre presenti in una piena affermazione della loro umanità. Ognuno degli abitanti della tenuta è interessante e cresce episodio dopo episodio, in un’evoluzione affascinante da seguire.

La varietà dei loro percorsi è data anche dal loro numero che non solo è ampio, ma continua a crescere. I personaggi al centro dello show cambiano, si allontanano, ritornano, ma soprattutto si alternano ripetutamente al centro della narrazione. Per tutta la serie si assiste a un continuo valzer, con la nostra attenzione che si sposta fluidamente dalle vicende di una figura all’altra, offrendo un momento di introspezione e approfondimento a tutte le persone legate ai Crawley.

A elevare questo alla massima potenza contribuisce un cast sopraffino. Come detto, Downton Abbey è una serie che non lascia alcun dettaglio fuori posto e questo vale più che mai nel campo attoriale. Le volte in cui un interprete non ha fornito una performance di grande qualità sono pochissime per tutta la serie. Tutto il cast, da Hugh Bonneville e Michelle Dockery fino ai personaggi più secondari, risulta sempre all’altezza.

Downton Abbey vi cambierà

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L’opera di Julian Fellowes è una delle più celebrate dell’ultimo decennio di televisione inglese. Saprà catturare l’attenzione di ciascuno di voi, spingendovi a entrare completamente nell’atmosfera nobile inglese di inizio secolo. Insomma, se siete arrivati fin qui a leggere, avete automaticamente fissato un appuntamento per il tè con la Contessa Madre Violet.

Siete pregati di non arrivare in ritardo. Non essere puntuali fa molto classe media.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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