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Facebook introduce una regola per bloccare i gruppi pericolosi

La nuova policy contrasta il "pericolo sociale coordinato"

Facebook ha annunciato nuove policy per gestire i gruppi che creano “pericolo sociale coordinato”. Le nuove regole permettono di contrastare account legittimi che si coordinano per promuovere la violenza o pratiche rischiose, in un modo prima impossibile per i moderatori del social network.

Facebook introduce nuove policy per bloccare gruppi pericolosi

Il social media di Mark Zuckerberg aveva già una regola contro i “comportamenti coordinati inautentici“. In sostanza una serie di norme che permettevano di agire quando dei bot o account fasulli incitavano alla violenza o diffondevano informazioni false che mettevano a rischio delle persone. Ma secondo il capo della sicurezza di Facebook Nathaniel Gleicher la distinzione fra account reali e fake diventa sempre più complessa.

“Stiamo vedendo gruppi che costituiscono un significativo rischio sociale, che ingaggia anche in violazioni della nostra piattaforma. Ma che non necessariamente si elevano al livello di comportamenti coordinati inautentici o che possono rientrare nelle policy contro le organizzazioni pericolose. Questo protocollo è pensato per gestire quei gruppi che sono in questa terra di nessuno“.

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Le misure servono quindi a gestire quei gruppi di account reali ma non appartenenti a organizzazioni pericolose (per esempio terroristiche). Facebook porta l’esempio di chi sparge false notizie sui vaccini. Oppure di chi organizza atti di violenza politica come quello del 6 gennaio negli Stati Uniti.

Nell’annunciare la nuova policy, Facebook ha spiegato di aver rimosso gli account tedeschi legati al movimento Querdenken. Che avevano diffuso teorie del complotto sulle restrizioni Covid-19 e le forze dell’ordine hanno collegato ad atti violenti in Germania.

Sebbene Gleicher abbia detto che lo studio di queste regole sia iniziato ben prima del tentato colpo di stato negli Stati Uniti, è consapevole che quello abbia avuto un peso nel varare queste misure. “Se pensate ai nostri sforzi contro agli agenti legati a Qanon, se pensate alle misure prese contro i “Stop the Steal” [il gruppo di repubblicani che non ha accettato l’esito delle regolari elezioni], se pensate ai nostri sforzi contro altri gruppi: abbiamo imparato da tutti loro“.

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Source
Engadget

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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