Oltre a già conosciuti Kyashan, Hurrican Polimar e Tekkaman, tra le perle della Tatsunoko Production troviamo un altro anime di genere mecha non tra i più noti al pubblico italiano: Gordian. Le avventure del vivace Daigo Otaki arrivano in Italia all’inizio degli anni ’80 e trasportano i telespettatori in una nuova guerra contro l’ennesima razza aliena malvagia che mira a conquistare la Terra e distruggere la sua popolazione.
L’anime è tratto dall’omonimo manga di Yutaka “Yū” Yamamoto, autore di titoli come Gundam, Pollon e Lamù. Nonostante la storia porti in scena le caratteristiche già viste in molti altri anime di questo genere, Gordian presenta alcune sorprese e novità interessanti per lo spettatore. Scopriamo quali.
Gordian: la storia dell’anime
L’arrivo di Daigo Otaki
Le prime scene dell’anime Gordian non ci catapultano immediatamente nella guerra tra terrestri e alieni, che anzi arriverà solo alla fine del primo episodio. Questo invece serve anzi a presentarci il protagonista. Lui è Daigo Otaki, ragazzo coraggioso di cui viene sottolineata sin da subito la spavalderia e la vivacità. Il ragazzo, accompagnato da una pantera robotica, è diretto a Victor City, dove vuole allearsi alle forze militari. Obiettivo che riesce a realizzare giusto in tempo per combattere contro le forze aliene.
Al contempo, infatti, i Madokter, comandati dal terribile Gran Maestro Dokuma (di cui si vedono solo gli occhi attraverso un computer) complottano per attaccare la Terra. L’agguato arriva proprio durante la prima notte di Daigo al reggimento ma per le forze militari c’è poco da fare.
Le vere origini di Daigo e la sua missione
Quando le speranze di vittoria per il reggimento sembrano ormai essere nulle, ecco dal nulla l’arrivo di un gigantesco robot dalle sembianze umane che distrugge i robot nemici e prende Daigo, portandolo via. Solo poco dopo viene a galla la verità. Risvegliatosi in un letto d’ospedale, Daigo incontra per la prima volta sua sorella Saori ed è lei a spiegargli che quel robot che l’ha salvato appartiene proprio a lui.
Daigo non le crede ma l’incontro con suo padre, lo scienziato Otaki, cambierà tutto. L’uomo è morto ma la anima coscienza continua a vivere grazie ad un computer (vi ricorda qualcosa?). È lui a confermare la versione di Saori, spiegandogli la sua missione: “Gordian fu costruito in modo che ogni parte si adattasse al tuo corpo. Sarà il tuo coraggio e il tuo sacrificio a dargli la vita. Difenderai Vitor City e la base di Sanctore dai Madokter”.
Come nasce Gordian?
Daigo Otaki accetta la realtà dei fatti e comprende che questa è la verità. Decide dunque di abbracciare la missione e inizia sin da subito, cercando di aiutare i suoi amici combattenti, nuovamente attaccati dai robot dei Madokter. A questo punto scopriamo il funzionamento di Gordian che non è il primo robot che scende in campo. Gordian, infatti, è un robot che potremmo definire ‘matrioska’.
Il primo robot con cui Daigo scende in guerra è Protesser. Qualora con i suoi poter non riuscisse a far fronte al nemico questo viene avvolto da un altro robot, Dellinger, che ai suoi poteri aggiunge una spada da combattimento. I due robot possono, a loro volta, essere avvolti da un robot ancora più grande, Garbin. Questo, quando porta al suo interno anche gli altri due componenti, si muta in Gordian e ne assume tutte le potenzialità.
Il finale
Episodio dopo episodio, per un totale di 73, Daigo, insieme ai suoi robot, si trova ad affrontare i Madokter in battaglie sempre nuove nelle quali è affiancato non solo dagli amici delle forze militari ma anche dalla sorella Saori che, come lui, può pilotare i robot. L’ultima battaglia, quella decisiva, si combatte nello spazio.
La guerra finale non è priva di perdite: Daigo, infatti, perde la sua amata pantera Clint, che si sacrifica per proteggerlo dai colpi alle spalle dei nemici. Attraversato l’Ultra Cosmo, il gruppo di Daigo riesce a vincere la battaglia ma ricominciano la loro vita in un nuovo mondo, anche se la Terra saprà per sempre che sono stati loro a salvarli dalla fine.
Gordian: curiosità e considerazioni sull’anime
Un finale… deludente?
Chi ha guardato tutti e 73 gli episodi dell’anime Gordian sa che il finale regala un colpo di scena che, per molti, è stato però deludente. Dopo decine di episodi di battaglie tra le due fazioni, si arriva alla guerra finale, come di consuetudine negli anime di genere mecha. L’eroe è pronto a sfoderare tutte le sue forze per sconfiggere il comandante delle truppe aliene e lo fa, preparato anche a morire. Eppure non è lui ad ucciderlo.
Quando infatti il gruppo di eroi riesce ad avere accesso all’Ultra Cosmo, il comandante Dokuma viene sconfitto da un’intelligenza superiore che lo distrugge in pochi secondi e senza particolari sforzi. Insomma, decine di battaglie di Daigo e poi è un altro essere ad ucciderlo. Un finale che scatena due tipi di reazioni: c’è chi ne apprezza l’originalità e chi, invece, lo definisce insoddisfacente.
L’unione fa la forza
L’anime Gordian mette in evidenza un tema che troviamo costante in tutti gli episodi ed è quello dell’unione. Il leitmotiv appare evidente sin dalle fusioni dei vari robot che, solo alla fine, compongono Gordian. A differenza dei robottoni visti finora, composti da elementi suddivisi che si agganciano, in questo anime i robot vengono inglobati uno nell’altro, fondendosi poi in un solo essere dalle grandi capacità. È solo, infatti, quando tutti i robot sono uniti che danno vita a una forza che appare imbattibile.
Ma non è tutto. Il tema dell’unione traspare anche attraverso i protagonisti, personaggi uniti in un unico scopo: quello di combattere il nemico e salvare il mondo. La collettività, la sua importanza e potenza è poi la chiave morale che l’autore ci mostra con quest’opera. Abbandonare l’orgoglio del singolo per un fine più importante, come mostra Daigo abbandonando i dubbi sulla sorella e mettendosi al servizio dello scopo che gli indica il padre, è la base da cui parte l’intera storia.
Il ‘Far west’ nel futuro
Victor City, luogo in cui si svolgono le vicende dell’anime, è una città futuristica, motivo per il quale appare inizialmente contrastante la presenza forte del tema del Far West. Già la prima scena dell’anime ci presenta il protagonista in abbigliamento da cowboy e in una location desertica che richiama i tipici scenari dei film western. Particolare è l’omaggio musicale allo spaghetti western presente all’inizio del terzo episodio: in apertura si sente infatti il celeberrimo tema di “Per un pugno di dollari” di Ennio Morricone.
La sigla
La sigla italiana dell’anime Gordian è cantata dai Superobots, su testo di Lucio Macchiarella e musica di Franco Micalizzi.
Desiderosi di rivivere altre storie legate agli anime degli anni ’80? Siamo andati sui monti insieme ad Heidi e Annette, tifato per i protagonisti di Prendi il mondo e vai e vissuto i tormenti d’amore di Johnny. Ci siamo immersi in trame horror con Bem il mostro umano, vissuto il drammatico percorso di Remi e ci siamo appassionati alle sfide sportive di Holly e Benji, Shingo e Mila e Shiro. Ma anche molto, molto altro!
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