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Quando Davide batte Golia: San Marino multa Facebook di 4 milioni di euro

Il motivo? La diffusione di dati personali

Nella curiosa vicenda che vi raccontiamo in questo articolo, presente e passato si intrecciano.

Il presente è dato dall’ormai nota distrazione, chiamiamola così, che spesso le aziende del comparto tech hanno nei confronti del trattamento dei dati personali degli utenti della rete. E il passato è rappresentato dal fatto che la faccenda in questione somiglia da vicino alla riedizione in chiave contemporanea della storia (o meglio della leggenda) di Davide e Golia.

E la si potrebbe eleggere a simbolo di chiunque, magari un privato cittadino, reputi impossibile scontrarsi con grandi realtà aziendali che hanno adottato atteggiamenti monopolistici o illiberali.

Insomma, senza perdere altro tempo, sappiate che la repubblica di San Marino ha multato nientemeno che Facebook. La sanzione comminata è di 4 milioni di euro, e il motivo è la diffusione dei dati personali dei cittadini sammarinesi.

Scopriamo più da vicino cos’è successo nella cosiddetta Repubblica del Titano, alias San Marino, il minuscolo Stato collocato tra Emilia-Romagna e Marche.

facebook

San Marino multa Facebook

Da un lato abbiamo un micro Stato popolato da circa 33.000 persone. Dall’altro il celeberrimo social di Meta, azienda il cui fatturato è stimabile intorno agli 85 miliardi di dollari.

E in mezzo c’è una multa di 4 milioni di euro. Che certo non prosciugherà le finanze di Mark Zuckerberg, ma che ha il suo bel valore emblematico.

È stata infatti San Marino a multare Facebook, per una violazione dei dati risalente al 2019. Vediamo cosa è accaduto.

La violazione dei dati

L’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali di San Marino celebra la Giornata della protezione dei dati personali, fissata a sabato 28 gennaio, con un momento di gloria personale e nazionale.

In che modo? Comminando una sanzione a Facebook, per una violazione dei dati ai danni di 12.700 cittadini di San Marino (dunque, a ben vedere, più di un terzo della cittadinanza).

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Il ricorso di Meta, fatto prima al Tribunale e poi alla Corte d’Appello di San Marino, è stato giudicato inammissibile dalla sentenza n° 3 del 25 gennaio 2023 del Giudice di Appello di San Marino. La sanzione, insomma, è esecutiva.

Sono state riconosciute le gravi responsabilità di Facebook (così si chiamava Meta nel 2019) che “avrebbe dovuto prendere le opportune misure di sicurezza per prevenire il prelievo dei dati personali degli utenti”.

La violazione dei dati dei sammarinesi rientra in quella emersa nel 2021, e riferita ai 533 milioni di utenti dell’azienda di Zuckerberg, i cui dati erano stati sottratti dagli hacker e diffusi in Rete.

La sentenza

Il giudice d’Appello di San Marino, Valeria Pierfelici, ha ritenuto di “convenire con l’Autorità che la grande mole dei dati acquisiti da terzi ed il volume del traffico generato doveva essere immediatamente riconosciuta come pericolosa anomalia e avrebbe dovuto innescare meccanismi di prevenzione e di difesa atti ad evitare il perpetrarsi di qualunque azione potenzialmente lesiva della riservatezza dei dati delle persone che aderiscono al sodalizio virtuale”.

Le proporzioni

Fa scalpore il fatto che a essere colpito è stato oltre un terzo della popolazione sammarinese.

Le proporzioni le ha fatte, intervistato dall’ANSA, Umberto Rapetto, Presidente del Garante Privacy di San Marino. Rapetto ha dichiarato: Se la sanzione di 4 milioni di euro comminata da San Marino (che certo non preoccupa il bilancio di Facebook) viene applicata proporzionalmente negli altri Stati, l’importo totale della pena pecuniaria per i complessivi 533 milioni di interessati arriva aritmeticamente a 166 miliardi di euro”.

E se davvero questa piccola ma clamorosa condanna fungesse ora da precedente?

La risposta di Meta

Non si è fatta attendere la controdichiarazione di un portavoce di Meta sulla querelle San Marino-Facebook: “Siamo delusi da questa decisione e la stiamo esaminando. Abbiamo apportato modifiche ai nostri sistemi già nel 2019, come rimuovere la possibilità di effettuare scraping dei dati degli utenti utilizzando i numeri di telefono. Lo scraping non autorizzato dei dati è inaccettabile e contrario alle nostre regole.

Continueremo a lavorare con le altre aziende del settore a questa sfida comune.”

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Un effetto domino?

Sulla scia dell’istruttoria di San Marino, anche il Garante della privacy irlandese aveva fatto richiesta di una sanzione ai danni di Meta, stavolta di 265 milioni di euro.

L’azienda con sede a Menlo Park ha prontamente fatto ricorso, ma l’esito della sentenza esecutiva sammarinese potrebbe creare un eclatante effetto domino.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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