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Il Coronavirus ‘influenza’ anche i videogiochi

Come la pandemia mondiale potrebbe influire sul futuro dei videoogiochi.

L’attuale situazione non ha solo indelebilmente modificato le nostre abitudini ma ha anche influito sul futuro prossimo dei più svariati settori produttivi, inclusa l’industria del divertimento elettronico. Cambia il nostro approccio ai videogiochi, che divengono quasi indispensabili per l’intrattenimento quotidiani, e contemporaneamente si modifica il panorama del loro mercato, con problemi e rallentamenti ma anche interessanti risvolti e opportunità.

Primi problemi

Il fatto che il coronavirus sia nato e cresciuto in Cina ha indubbiamente danneggiato la produzione dei settori più disparati essendo la Cina il principale polo industriale e manifatturiero del mondo. Sono innumerevoli le aziende che sono state colpite e rallentate dalla necessaria chiusura delle fabbriche cinesi dopo l’annuncio della quarantena resasi obbligatoria, come nel nostro paese, per ridurre il contagio. Questo ha ovviamente toccato anche l’industria videoludica.

La prima ad essere stata coinvolta da queste crisi è stata la Nintendo Switch. L’ultima console di casa Nintendo è stata infatti colpita dal blocco della catena produttiva cinese nelle diverse componenti. Questo, unito ad un forte aumento di domanda da parte dei consumatori, ha causato una grave carenza di unità soprattutto sul mercato USA. Allo stesso modo sono stati influenzati moltissimi giochi della console come Ring Fit Adventure che ha ricevuto un’altissimo numero di richieste, vista l’impossibilità degli utenti di praticare attività fisica fuori casa. Inizialmente sembrava anche che il Coronavirus potesse costringere Sony e Microsoft a posticipare l’uscita delle console di prossima generazione, rispettivamente PlayStation 5 e Xbox Scarlett. Tuttavia, almeno per il momento, sembra che il periodo di lancio delle console sia stato confermato per dicembre 2020.

Come noi, anche i dipendenti di moltissime software house sono costretti a lavorare da casa ed è plausibile pensare che alcuni titoli in lavorazione subiranno alcuni rallentamenti e ritardi come è successo alla versione fisica dell’atteso remake di Resident Evil 3.

In ultimo ma non per ultimo, è stato anche annullato l’E3, la fiera di videogiochi di Los Angeles in cui vengono annunciate le novità del mondo dei videogiochi. Moltissime aziende continueranno ad utilizzare il periodo della fiera, dal 9 all’11 giugno, per mostrare i loro lavori on-line attraverso live e conferenze ma è indiscutibile che la chiusura dell’evento videoludico più importante dell’anno rappresenta un duro colpo per aziende e giocatori.

Gli aspetti positivi

Coronavirus videogiochiMa i videogiochi sono venuti in nostro soccorso. Come abbiamo anticipato, il numero di console e titoli venduti è salito enormemente in questo periodo causando si una carenza di unità ma aumentando il volume di vendita per i giochi digitali e fisici. In questi giorni, infatti, Steam ha segnato un nuovo record di 22 milioni di videogiocatori attivi. Questo trend sarà destinato ad aumentare nei prossimi giorni, dato l’alto numero di utenti bloccati in casa desiderosi di intrattenimento. Secondo l’analista Jialong Shi, infatti,: “Il gioco online sarà probabilmente il più grande beneficiario dalla perturbazione economica innescata dal coronavirus”.

A questo trend in crescita ci sono anche le ammirevoli campagne di solidarietà digitale che alcune software house hanno lanciato. Come Ubisoft, che ha reso disponibili gratuitamente alcuni dei videogiochi più famosi, Microsoft e Xbox che hanno creato la nuova categoria “education” su Minecraft per far sentire meno soli i bambini in queste giornate di quarantena e molte altre aziende videoludiche che supportano attivamente la Croce Rossa italiana.

Tra queste troviamo anche Ndemic Creations, creatrice di Plague Inc. il famoso videogioco strategico il cui scopo è quello di creare un patogeno per sterminare la popolazione mondiale. In questo periodo, l’azienda ha infatti introdotto una nuova modalità che ribalta le regole e spinge i giocatori a creare una cura per una malattia pre-esistente e salvare il pianeta. La software house, inoltre ha anche donato 250.000 dollari  al Coalition of Epidemic Preparedness Innovations e al fondo dell’OMS per aiutare la ricerca di un vaccino del Covid-19.

Foldit: Videogiochi per la ricerca

Coronavirus videogiochi

È nata un’altrettanta bizzarra iniziativa che ha coinvolto i ricercatori per lo sviluppo di farmaci e vaccini per contrastare il virus. Si tratta di Foldit, un videogioco gratuito non a scopo di lucro gestito da ricercatori e sviluppato nel 2008 da Center for Game Science. Per la precisione, si tratta di un titolo crowdsourcing che si affida, cioè, alle idee, al supporto e alla partecipazioni degli utenti che hanno la possibilità di “giocare virtualmente” con delle proteine per capire come possono cambiare forma ed evolvere. Per i giocatori più esperti, inoltre, c’è anche la possibilità di creare una nuova proteina che potrebbe essere studiata per lo sviluppo di cure per gravi patogeni.

In vista della diffusione del COVID-19, i ricercatori di Seattle hanno dunque aggiunto al gioco un “livello” che interessa proprio questo tipo di virus, mettendo a disposizione i propri esperti per testare le soluzioni più promettenti. I creatori di Foldit hanno affermato che: “Se fossimo in grado di sviluppare un farmaco antivirale in grado di bloccare il riconoscimento e l’infezione da parte di queste, potremmo evitare che le persone rimangano infettate… Ma come possiamo dunque ottenere questo farmaco antivirale? La soluzione potrebbe essere Foldit.”

Il videogioco in questione è stato preso in considerazione dall’Institute for Protein Design dell’Università di Washington e moltissimi altri giocatori da tutto il mondo hanno deciso di partecipare allo studio. I dati che verranno raccolti potrebbero apportare un grande impulso alla ricerca di un possibile vaccino.

Proprio in questi giorni, inoltre, l‘Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha dichiarato i videogiochi un’utile terapia per superare la quarantena da Coronavirus. La stessa organizzazione, con il supporto di alcune case di produzione, ha lanciato l’iniziativa #PlayApartTogether, per il sostegno dei videogiochi come attività utile per il distanziamento sociale in quarantena e dunque, per ridurre il rischio di diffusione dell’epidemia.

Non tutto il male vien per nuocere

I videogiochi dunque potrebbero essere un valido aiuto per affrontare la pandemia in cui ci troviamo, che sia per intrattenerci, convincerci a rimanere a casa o addirittura per aiutarci a sconfiggere il virus.

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Daniele Cicarelli

Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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