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La RAI punta sulla televisione in 5G

Una copertura migliore e integrazione con lo streaming: la tv nazionale investe sul futuro

La RAI ha deciso di puntare sul 5G. L’emittente televisivo italiano sta sperimentando l’integrazione del nuovo standard delle telecomunicazioni, che potrebbe offrire una copertura migliore e moltissime possibilità tecnologiche.

La RAI sta sperimentando sul 5G

La partita di Coppa Italia Fiorentina-Padova è stata trasmessa in esclusiva RaiPlay. Si sono connessi 100 mila tifosi, il 65% dei quali via smartphone. La RAI ha cambiato volto negli ultimi anni, impossibile negarlo. La fruizione in tv, guardando le trasmissioni in diretta è in netto calo. L’azienda però non teme questo cambio di prospettiva. Lo streaming di RaiPlay permette di gestire lineare (quindi in diretta su vari canali) che on demand. Come le radio RAI si sono digitalizzate con successo, l’azienda punta a fare lo stesso per la televisione. Ma in questa svolta tecnologica, fondamentale è il 5G.

Il primo test reale sul 5G, Rai l’ha fatto nel 2018. Come riporta Wired, durante i campionati europei di atletica l’azienda ha attivato una trasmissione in alta definizione dallo stadio di Berlino, in collaborazione con l’Università di Braunschweig. Da un prototipo radio situato in Valle d’Aosta le gare sono arrivate via wi-fi ai dispositivi mobili.rai 5g

Lo streaming per tutti

Questi torri di trasmissione hanno una copertura di 10/15 chilometri in area urbana e fino a 50/60 in area rurale. Con il 5G, la RAI potrebbe servire 170 mila chilometri quadrati di aree rurali con meno di 100 torri hpht (high power high tower). Questo permette di scaricare la rete mobile dalla gestione di enormi quantità di traffico. Localizzare le trasmissioni permetterebbe di vedere una partita della Nazionale di calcio ai mondiali, senza intasare del tutto le linee. 

Con il 5G la RAI potrebbe servire in streaming soprattutto il pubblico più giovane, indipendentemente dalla sim e dall’abbonamento telefonico sottoscritto. Il 5G potrebbe servire anche per operazioni di pubblica utilità come la didattica a distanza o le allerte alla popolazione. Il futuro tecnologico della televisione nazionale potrebbe essere intrecciato a quello sociale: un servizio di pubblica utilità, con l’impatto delle lezioni di italiano in tv nel secondo dopoguerra. Un futuro in cui RAI sembra credere molto.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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