fbpx
AttualitàCulturaHot

Green pass obbligatorio e terza dose di vaccino: cosa c’è da sapere

Vademecum sull’estensione del certificato verde ai dipendenti pubblici e sulla terza dose del siero anti Covid

Due temi, strettamente correlati tra loro, stanno riempiendo le cronache di questo ultimo scorcio di estate. Uno riguarda l’estensione del green pass obbligatorio. L’altro è il via libera alla terza dose di vaccino, per cui è stata finalmente stabilita una data, quella del 20 settembre, che anticipa anche le più ottimistiche previsioni.

Analizziamo più nel dettaglio entrambi gli argomenti, scoprendo tutto quello che c’è da sapere sull’estensione del green pass obbligatorio e sulla terza dose di vaccino anti Covid.

L’estensione del green pass obbligatorio

Giovedì 16 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che estenderà l’obbligo del green pass.

La cosiddetta fase due, partita il primo settembre, ha riguardato i due settori di scuole (e università) e trasporti.

Non senza code polemiche, parzialmente placate dall’introduzione di un’app che permette ai presidi il rapido controllo dei certificati verdi del personale scolastico.

Con il decreto approvato giovedì 16 settembre si è entrati nella fase tre, che partirà venerdì 15 ottobre.

green pass

I lavoratori coinvolti

Come previsto da molti, la mossa del governo coinvolge sia i dipendenti del settore pubblico che quelli del privato, per un totale di circa 23 milioni di persone.

Il settore pubblico

Green pass obbligatorio per chiunque lavori nella pubblica amministrazione. Compresa la Magistratura e “le Autorità amministrative indipendenti, la Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, nonché degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale.”

Quirinale, Camere e Corte Costituzionale, che si autogovernano, dovranno decidere la data a partire dalla quale il certificato verde sarà necessario.

Il lavoratore pubblico privo di green pass è considerato assente ingiustificato. Dopo 5 giorni di assenza, vengono sospesi il rapporto di lavoro e la retribuzione. Sanzioni da 600 a 1.500 euro per chi non ha il green pass sul luogo di lavoro, e da 400 a 1.000 euro per chi non effettua i controlli dovuti.

Il settore privato

Green pass obbligatorio anche per chiunque svolga “attività di lavoro dipendente o autonomo nel settore privato”. Non solo i dipendenti di piccole e grandi aziende, quindi, ma anche colf, badanti e baby sitter. Oltre a tutti i titolari di partita Iva, i titolari e dipendenti di studi professionali e i consulenti.

Esteso, inoltre, l’obbligo di green pass a titolari e dipendenti di esercizi dove per ora erano solo i clienti a doverlo esibire. Dunque ristoranti e bar, piscine, palestre, centri divertimento, sale da gioco, cinema e teatri. Norma estesa anche a chi lavora in negozi, farmacie, edicole, tabaccherie. E a tassisti, e conducenti dei mezzi di trasporto a lunga percorrenza e del trasporto locale.

Il lavoratore del settore privato senza green pass risulta assente senza diritto alla retribuzione fino alla presentazione del pass. E rischia una multa uguale a quella dei dipendenti pubblici: da 600 a 1.500 euro. Uguale al pubblico anche la sanzione per i datori di lavoro che nel privato non effettuano le verifiche: da 400 a 1.000 euro.

La data. E i tamponi calmierati

Il decreto sarà operativo da venerdì 15 ottobre. E varrà – salvo future proroghe – sino al 31 dicembre, data in cui dovrebbe cessare lo stato di emergenza sanitaria.

Il lasso di tempo tra il decreto e la sua attuazione darà il tempo a chi non l’avesse ancora fatto di effettuare la prima vaccinazione. Dopo la quale devono trascorrere quindici giorni per poter ottenere il green pass.

Inoltre, sempre nel periodo 15 ottobre-31 dicembre i test rapidi (antigenici) – che avranno una validità di 72 ore – avranno un prezzo calmierato. Costeranno 8 euro per i minorenni e 15 euro per gli adulti, mentre saranno gratuiti per le persone fragili.
Le farmacie che non rispetteranno questa norma rischiano una sanzione amministrativa che potrà andare dai 100 ai 1.000 euro. Oltre a rischiare la chiusura per un massimo di 5 giorni.

La polemica politica

La spunta dunque la linea rigorista voluta dai ministri Roberto Speranza e Renato Brunetta.

Quest’ultimo si era espresso favorevolmente, pochi giorni fa, sul ritorno del lavoro in presenza nelle Pa. E aveva definito “geniale” il green pass.

Nonostante l’opposizione del leader della Lega Matteo Salvini, anche il Ministro del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato: “Bisogna essere pragmatici, il green pass è una misura che serve”. E ha aggiunto che “stare al governo significa assumersi responsabilità e prendere decisioni anche se qualcuno non è contento”.

La terza dose di vaccino

L’altra importante mossa del governo riguarda la somministrazione della terza dose di vaccino.

Nelle scorse settimane si era ipotizzato il via nel mese di ottobre, ma per i soggetti fragili la partenza è addirittura anticipata. Vediamo meglio il calendario delle somministrazioni, ricordando che la terza dose di siero va inoculata ad almeno 28 giorni dalla seconda.

Quando si inizierà con la terza dose

Il primo target di popolazione riceverà la terza dose del vaccino contro il Covid a partire da lunedì 20 settembre.

A chi è destinata la terza dose di vaccino

I primi a giovarsi della terza dose di vaccino saranno gli immunodepressi: ossia circa tre milioni di italiani trapiantati, con tumori o con patologie autoimmuni.

Una circolare del ministero della Salute ha stabilito le dieci categorie di pazienti cui andrà la terza dose: trapiantati di organo solido in terapia immunosoppressiva, trapiantati di cellule staminali ematopoietiche, in attesa di trapianto d’organo, sottoposti a terapie a base di cellule T, con patologia oncologica, con immunodeficienze primitive, con immunodeficienze secondarie, in dialisi e con insufficienza renale cronica grave, con pregressa splenectomia, malati di Aids.

Dopo gli immunodepressi toccherà agli over 80 e agli ospiti delle Rsa. Poi dovrebbe essere la volta del personale sanitario più esposto al rischio di contagio.

Vaccinazione contro l’influenza e contro il Covid: un’unica dose?

L’ipotesi è allo studio, e Moderna ha già presentato in via sperimentale un farmaco bivalente, cioè una monodose capace di fungere da richiamo antinfluenzale e anti Covid.

vaccino covid

Scadenza del green pass e terza dose

La domanda, più che legittima, è: alla scadenza del green pass servirà una terza dose di vaccino Covid?

In realtà, governo e Comitato tecnico-scientifico stanno pensando di prolungare la validità del certificato verde.

Lazio al via

La Regione Lazio non ha atteso il 20 settembre. Nelle scorse ore si è iniziato con la somministrazione della terza dose di siero, ai trapiantati “che saranno reclutati con chiamata attiva”.

Lo studio di Lancet: terza dose inutile?

A rimescolare le carte e levare molte certezze arriva però un recentissimo studio pubblicato su Lancet. Secondo cui una terza dose di vaccino generalizzata non sarebbe così indispensabile: sarebbe molto meglio concentrarsi sull’immunizzare tutti e sul garantire la terza dose solo agli immunodepressi.

Vaccino Pfizer e terza dose

Intanto, negli Stati Uniti, venerdì 17 settembre la Food and Drug Administration (FDA) ha raccomandato la terza dose di Pfizer apersone con più di 65 anni o fragili a partire dai sei mesi dopo la seconda dose.

Nelle stesse ore, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno pubblicato un report secondo cui, dopo 120 giorni, l’efficacia dello Pfizer scenderebbe dal 91 al 77%. Nello stesso arco di tempo l’efficacia del Moderna rimarrebbe pressoché alterata, passando dal 93 al 92%.

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button