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Io sono Teppei: storia di un viaggio verso la maturità

Un anime degli anni '80 che racconta il particolare viaggio di un ragazzino verso una nuova vita ricca di sorprese

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Per il nostro nuovo appuntamento con la rubrica dedicata agli anime degli anni ’80 lasciamo momentaneamente battaglie spaziali, racconti magici e super robot per immergerci nella storia di un giovane ragazzo che cerca la sua strada. Io sono Teppei! è il titolo dell’anime prodotto dalla Nippon Animation nel 1977, tratto da un manga di Tetsuya Chiba del 1973. Composto da 28 episodi, la serie animata arriva in Italia qualche anno dopo, nel 1982, per poi essere trasmessa sui canali regionali anche nel 1985.

Protagonista della storia è un ragazzino di 12 anni che vive da solo con il padre ma cresce senza regole. Una serie di incontri importanti cambieranno però la sua vita, riuscendo a fargli trovare non solo una grande passione, ma anche la sua strada.

Io sono Teppei: la storia dell’anime

Teppei, ragazzo selvaggio

L’anime ha inizio presentandoci il piccolo protagonista e le condizioni in cui vive. Teppei è un ragazzo rude, selvaggio, che vive con suo padre all’interno di una capanna nel bosco. I due non hanno fissa dimora perché l’uomo, il cui nome è Hiromi, si sposta continuamente alla ricerca di un fantomatico tesoro che potrebbe farlo diventare ricco. Inoltre l’uomo non si cura dell’istruzione e delle necessità di base del bambino; Teppei infatti non frequenta la scuola ma aiuta invece suo padre negli scavi e la sera i due giocano a dadi e si ubriacano insieme.

io sono teppei padre

Questa insana vita del ragazzino viene un giorno notata da un professore della città vicina. L’uomo cerca di convincere il padre di Teppei a mandarlo a scuola ma viene spaventato a morte da questi due.

Una nuova vita per Teppei

Teppei dunque continua la sua vita selvaggia e senza regole. Il ragazzino si mette continuamente nei guai ma un giorno viene arrestato dalla polizia e portato in centrale. Qui incontra suo zio, il fratello di suo padre, che pur non vedendolo dalla sua nascita lo riconosce per una cicatrice da scottatura. Si dice dunque pronto a prenderlo con se e portarlo a Tokyo dove in realtà c’è il resto della famiglia del bambino.

Teppei e suo padre lasciano dunque il paesino rurale e partono per Tokyo. Qui il bambino scopre non solo di avere una madre – che non lo vede dalla sua nascita – ma di avere altri fratelli. Il padre, infatti, non gli ha mai raccontato né di sua madre, né di loro; lui stesso ha difficoltà a ricordarne nomi e età. Inizia così la nuova vita del nostro protagonista.

L’intervento della nonna

A Tokyo non c’è però soltanto sua mamma e i suoi fratelli. Teppei, una volta arrivato, conosce sua nonna, mamma di suo padre, e donna severa e rigorosa. Lo stesso Hiromi ne è spaventatissimo e per la prima volta si mostra vulnerabile e sottomesso. La nonna, dopo aver ascoltato e compreso il modo selvaggio in cui è cresciuto Teppei, lo costringe ad iscriversi alla stessa scuola dei suoi fratelli.

Teppei inizia così ad andare a scuola ma anche qui il suo animo ribelle e indisciplinato lo porta a mettersi costantemente nei guai. Il suo professore cerca una soluzione che sembra arrivare quando comprende che il ragazzino può trovare una valvola di sfogo attraverso lo sport e, dunque, l’iscrizione ad uno dei club della scuola.

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Il finale

Indagando il professore scopre che Teppei conosce il Kendo e che ha una forte passione per questo sport. Il ragazzino, con grande entusiasmo, inizia dunque a frequentare le lezioni ma anche in questo caso si dimostra spesso un piantagrane. L’allenatore è spesso costretto a punirlo e a sottoporlo ad allenamenti molto intensi, dovuti anche al fatto che ritrova in lui un talento naturale oltre che una grande tenacia.

L’amore per il Kendo porta Teppei a modellare se stesso. L’impegno profuso nello sport e anche alcuni semplici insegnamenti ricevuti da suo padre durante la loro vita in solitaria riescono a dargli i mezzi per raggiungere il suo obiettivo. Nell’ultimo episodio il protagonista riesce infatti a sconfiggere il temibile ed esperto capitano della squadra di Kendo, conquistando la stima dei compagni. (Va detto che l’anime non copre tutto l’arco narrativo del fumetto)

teppei finale

Io sono Teppei: curiosità e considerazioni sull’anime

Un viaggio verso la ‘maturità’

Quella di Teppei è la storia di un viaggio. Non solo quello tanto fisico quanto metaforico dalla campagna alla città, ma quello di un bambino che diventa uomo. Teppei ha 12 anni, è già un bambino che lavora, che si procura il cibo da solo, ma non per questo è maturo. Il suo essere selvaggio, senza regole, gli dona la capacità di essere indipendente ma è tanto ciò che manca al suo bagaglio di vita. Questo vuoto può essere colmato solo dall’istruzione e dal rapportarsi con gli altri.

Episodio dopo episodio, il protagonista affronta delle vere e proprie tappe di un viaggio: la conoscenza con la sua famiglia, la comprensione che esiste un altro tipo di vita oltre a quello vissuto finora con suo padre, la scoperta di una grande passione per lo sport. Ognuna di queste tappe è un passo verso la maturazione del protagonista, che culmina nel finale con una vittoria che, più che sportiva, è di vita.

Lo sport come insegnante di vita

Teppei pensa che la solitudine sia divertente, sia una cosa buona solo perché non ha mai vissuto il rapporto con gli altri e, in modo particolare, con i suoi coetanei. Lo comprende grazie al Kendo. Lo sport gli insegna non solo il significato di impegno e sacrificio, ma permette al nostro protagonista di frequentare ragazzi della sua età e anche di conquistare poi la loro stima.

Anche la vita trascorsa in solitudine con suo padre è utile in quanto funge anche da metro di paragone con la nuova. Chiariamo: l’animo di Teppei nel corso dell’anime non cambia. Il bambino ribelle e vivace non smette di esistere grazie al Kendo o alla scuola, ma si modella. Quelle caratteristiche diventano infatti carburante per l’impegno profuso a raggiungere un primo vero obiettivo di vita: dimostrare di essere all’altezza e vincere.

Una morale serie dai toni divertenti

Io sono Teppei è dunque un anime che porta lo spettatore a percorrere un vero e proprio viaggio di vita, raccontando una morale importante. Eppure i toni non sono affatto seri quanto il messaggio che l’anime racconta. La serie animata è anzi pervasa da un’atmosfera divertente, creata non solo dalla caratterizzazione dei protagonisti, ma anche dal loro modo di parlare, di comportarsi. Teppei è un personaggio quasi comico, che difficilmente adotta toni seri, anche nei momenti difficili o drammatici.

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Stessa cosa vale per Hiromi, suo padre, che anche quando assume un’aria preoccupata (come quando ritrova sua madre) è quasi tragicomico ma mai serio. Questo alleggerisce notevolmente il racconto che, ricordiamo, risulta comunque molto fluido anche perché proposto in soli 28 episodi.

La sigla

La sigla dell’anime, dal titolo ‘Teppei’, è cantata e scritta e musicata dai Fratelli Balestra (Claudio, Giancarlo e Mauro).

Desiderosi di rivivere altre storie di anime degli anni ’80? Vi ricordiamo che siamo andati all’avventura con Goku, protagonista di Dragon Ball. Ci siamo tuffati nella mitologia con Toriton e tra le stelle col principe Chobin. Abbiamo vissuto i tormenti d’amore di Johnny e della dolce Kyoko. Ci siamo immersi nelle battaglie su pattini a rotelle di Muteking. Abbiamo vissuto il drammatico percorso di Remi e ci siamo appassionati alle sfide sportive di Holly e BenjiShingo e Mila e Shiro. Ma anche molto, molto altro!

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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