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L’italia potrebbe diventare il paese dei dispositivi Smart Home

Un'indagine condotta dall'Osservatorio IoT del Policlinico di Milano ipotizza l'Italia come paese della smart home

In questi ultimi anni è esplosa la richiesta di dispositivi domotici per le smart home. Secondo un’indagine dell’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano, l’Italia potrebbe diventare il paese della “smart Home“.

La diffusione dei dispositivi smart home

Con l’avvento dei dispositivi dotati di intelligenza artificiale, come Google Home o Amazon Alexa, molti oggetti di uso comune sono stati convertiti al controllo domestico. Dalle lampadine di Philips ai moltissimi, e impensabili dispositivi di Xiaomi, la domotica è entrata velocemente nelle case di tutti.

Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, in Italia si è registrata una crescita del 52% della richiesta di dispositivi smart. L’osservatorio ha osservato la grande diffusione di Assistenti smart, accolti con grande favore dagli italiani. Secondo lo studio almeno il 41% degli italiani dispone già di un dispositivo smart.

Ancora prima dei noti assistenti-speaker, in Germani l’azienda AVM, che produce i ben più noti router FRITZ!Box, rilasciò nel 2015 FRITZ!DECT 200. Questo dispositivo presentava al mondo la prima presa smart del colosso tedesco. Ma altre azienda hanno seguito l’esempio di FRITZ per creare un ecosistema smart capace di semplificare e “domotizzare” la vita di ognuno.

Un’altra azienda, dal nome di ULE, ha caratterizzato la propria produzione di oggetti smart, con l’intento di creare degli ecosistemi aperti. ULE ha reso disponibile il proprio software IoTivity per integrare nella rete e gestire qualunque dispositivo basato su qualsiasi protocollo. Un bel passo in avanti nella creazione di un ecosistema vario e non mono-marca.

La diffusione di questi oggetti smart, prima riservati ad un mercato di nicchia, potrebbe diventare presto una soluzione comune in ogni casa. Avranno cosi’ larga diffusione come gli smartphone?

 

 

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